martedì 29 maggio 2012

Le carte rubate del Papa. A colloquio con il sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Angelo Becciu (Vian)


A colloquio con il sostituto della Segreteria di Stato, l’arcivescovo Angelo Becciu


Le carte rubate del Papa


Amarezza e dispiacere per quanto è accaduto negli ultimi giorni in Vaticano, ma anche determinazione e fiducia nell’affrontare una situazione francamente difficile. Sono questi i sentimenti che si avvertono nel sostituto della Segreteria di Stato — l’arcivescovo Angelo Becciu, che per il suo ufficio ogni giorno lavora a stretto contatto con il Pontefice — durante un colloquio con «L’Osservatore Romano» sul tema che attira l’attenzione di moltissimi media in tutto il mondo, e cioè l’arresto, il 23 maggio scorso, di Paolo Gabriele, aiutante di camera di Benedetto XVI, per il possesso di un gran numero di documenti riservati appartenenti al Papa. Cosa dire dello stato d’animo di chi lavora nella Santa Sede? «Con le persone incontrate in queste ore — risponde il sostituto — ci siamo guardati negli occhi e certo vi ho letto sconcerto e preoccupazione, ma ho visto anche decisione nel continuare il servizio silenzioso e fedele verso il Papa». Un atteggiamento che si respira ogni giorno nella vita degli uffici della Santa Sede e del piccolo mondo vaticano, ma che ovviamente non fa notizia nel diluvio mediatico scatenatosi a seguito dei gravi e per molti versi sconcertanti fatti di questi giorni. In questo contesto, monsignor Becciu misura con attenzione le parole per sottolineare «l’esito positivo» dell’indagine, anche se si tratta di un esito amaro. Le reazioni in tutto il mondo, poi, per un verso giustificate, dall’altro «preoccupano e rattristano per le modalità dell’informazione, che scatenano fantasie senza alcuna rispondenza nella realtà».


Si poteva reagire con più rapidità e completezza? 


Vi è stato, vi è e vi sarà un rispetto rigoroso delle persone e delle procedure previste dalle leggi vaticane. Non appena accertato il fatto, il 25 maggio la Sala Stampa della Santa Sede ha diffuso la notizia, anche se è stato uno choc per tutti e questo ha creato un po’ di smarrimento. Del resto l’indagine è ancora in corso.


Come ha trovato Benedetto XVI?


Addolorato. Perché, stando a quanto sinora si è potuto appurare, qualcuno a lui vicino sembra responsabile di comportamenti ingiustificabili sotto ogni profilo. Certo, prevale nel Papa la pietà per la persona coinvolta. Ma resta il fatto che l’atto da lui subito è brutale: Benedetto XVI ha visto pubblicate carte rubate dalla sua casa, carte che non sono semplice corrispondenza privata, bensì informazioni, riflessioni, manifestazioni di coscienza, anche sfoghi che ha ricevuto unicamente in ragione del proprio ministero. Per questo il Pontefice è particolarmente addolorato, anche per la violenza subita dagli autori delle lettere o degli scritti a lui indirizzati.


Può formulare un giudizio su quanto avvenuto? 


Considero la pubblicazione delle lettere trafugate un atto immorale di inaudita gravità. Soprattutto, ripeto, perché non si tratta unicamente di una violazione, già in sé gravissima, della riservatezza alla quale chiunque avrebbe diritto, quanto di un vile oltraggio al rapporto di fiducia tra Benedetto XVI e chi si rivolge a lui, fosse anche per esprimere in coscienza delle proteste. Ragioniamo: non sono state semplicemente rubate delle carte al Papa, si è violentata la coscienza di chi a lui si rivolge come al vicario di Cristo, e si è attentato al ministero del successore dell’apostolo Pietro. In parecchi documenti pubblicati, ci si trova in un contesto che si presume di totale fiducia. Quando un cattolico parla al Romano Pontefice, è in dovere di aprirsi come se fosse davanti a Dio, anche perché si sente garantito dalla assoluta riservatezza.


Si è voluta giustificare la pubblicazione dei documenti in base a criteri di pulizia, trasparenza, riforma della Chiesa.


I sofismi non portano molto lontano. I miei genitori mi hanno insegnato non solo a non rubare, ma a non accettare mai cose rubate da altri. Mi sembrano principi semplici, forse per qualcuno troppo semplici, ma certo è che quando qualcuno li perde di vista, facilmente smarrisce se stesso e porta anche altri alla rovina. Non vi può essere rinnovamento che calpesti la legge morale, magari in base al principio che il fine giustifica i mezzi, un principio che tra l’altro non è cristiano.


E cosa rispondere a chi rivendica il diritto di cronaca?


Penso che in questi giorni, da parte dei giornalisti, insieme al dovere di dare conto di quanto sta avvenendo, ci dovrebbe essere anche un sussulto etico, cioè il coraggio di una presa di distanza netta dall’iniziativa di un loro collega che non esito a definire criminosa. Un po’ di onestà intellettuale e di rispetto della più elementare etica professionale non farebbe certo male al mondo dell’informazione.


Secondo diversi commenti le carte pubblicate rivelerebbero un mondo torbido all’interno della Chiesa, in particolare della Santa Sede. 


Dietro ad alcuni articoli mi pare di trovare un’ipocrisia di fondo. Da una parte si accusa il carattere assolutista e monarchico del governo centrale della Chiesa, dall’altra ci si scandalizza perché alcuni scrivendo al Papa esprimono idee o anche lamentele sull’organizzazione del governo stesso. Molti documenti pubblicati non rivelano lotte o vendette, ma quella libertà di pensiero che invece si rimprovera alla Chiesa di non permettere. Insomma, non siamo mummie, e i diversi punti di vista, persino le valutazioni contrastanti sono piuttosto normali. Se qualcuno si sente incompreso ha tutto il diritto di rivolgersi al Pontefice. Dov’è lo scandalo? Obbedienza non significa rinunciare ad avere un proprio giudizio, ma manifestare con sincerità e sino in fondo il proprio parere, per poi adeguarsi alla decisione del superiore. E non per calcolo, ma per adesione alla Chiesa voluta da Cristo. Sono elementi basilari della visione cattolica. 


Lotte, veleni, sospetti: è davvero così il Vaticano? 


Io quest’ambiente non lo percepisco e spiace che del Vaticano si abbia un’immagine tanto deformata. Ma questo ci deve far riflettere, e stimolare tutti noi a impegnarci a fondo per far trasparire una vita più improntata al Vangelo. 


Cosa dire insomma ai cattolici e a quanti guardano comunque con interesse alla Chiesa? 


Ho parlato del dolore di Benedetto XVI, ma devo dire che nel Papa non viene meno la serenità che lo porta a governare la Chiesa con determinazione e chiaroveggenza. Si sta per aprire a Milano l’incontro mondiale delle famiglie. Saranno giornate di festa dove si respirerà la gioia di essere Chiesa. Facciamo nostra la parabola evangelica che Papa Benedetto ci ha ricordato pochi giorni fa: il vento si abbatte sulla casa, ma questa non crollerà. Il Signore la sostiene e non vi saranno tempeste che potranno abbatterla.
  g.m.v.


(©L'Osservatore Romano 30 maggio 2012)

7 commenti:

Ambrosiano e cattolico ha detto...

Parole piene di verità e di senso di giustizia.

Andrea ha detto...

Non sono un avvocato, ma mi meraviglia che la fattispecie di reato ipotizzata sia solo quella di "furto", come se si trattasse di oggetti di valore o denaro.
Possibile che i documenti abbiano solo veste di "oggetti da non trafufìgare", o che tutt'al più ci si richiami alla "privacy" e alla "dignità" del Papa ?

Raffaella ha detto...

Concordo, Andrea!
A mio avviso si potevano contestare reati molto piu' gravi ma dobbiamo aspettare la decisione del giudice.
R.

raffaele ibba ha detto...

Parole molto belle e chiare che mi confermano la statura di mons. Becciu. Raffa, non sono d'accordo con te ed Andrea ... non conosco il codice Vaticano, ma l'offesa al Papa è un fatto squisitamente morale, perché ferisce il rapporto fiduciario tra un cristiano ed il Papa. Che reato contesti, in proposito.
Invece trovo centrale l'accenno alla disonestà intellettuale della stampa che pubblica cose inutili solo perchè le ha lette il Papa ... e dice che è per la libertà di stampa.
La Chiesa gerarchica deve, però, imparare alcune metodologie e prassi dei sistemi democratici. Lo sta facendo ed alla grande, ma con riserve mentali, temo.
Ciao r

Raffaella ha detto...

Ciao Raffaele, personalmente non mi riferivo all'aspetto morale (gravissimo) ma a quello giuridico.
Questa persona, che tanti giornalisti chiamano con il vezzeggiativo del suo nome (cosa che io non faro' mai!), ha messo in pericolo la sicurezza di uno Stato trafugando documenti riservati.
Inoltre puo' conoscere i sistemi di sicurezza interni e custodiva molte chiavi.
Il furto, anche se aggravato, non mi pare sufficiente.
Nemmeno io conosco il codice penale vaticano pero' mi pare che si sia di fronte quantomeno ad atti di spionaggio.
R.

Andrea ha detto...

I "sistemi democratici", caro Raffaele, hanno portato il mondo in situazione avanzata di suicidio, prima spirituale e poi effettivo.
In linea di principio, la democrazia è uno dei tre possibili metodi di governo (monarchia, oligarchia, democrazia); nella pratica degli ultimi secoli, essa è la struttura rivoluzionaria per eccellenza (in stato di rivendicazione permanente contro l'Autorità in quanto proveniente da Dio).

Pio XII, Radiomessaggio natalizio, 24/12/1944; Giovanni Paolo II, "Evangelium Vitae", nn.70, 101 e altri

raffaele ibba ha detto...

Andrea, non voglio discutere su qualsiasi "autorità" (sempre e rigidamente con la minuscola) umana e su quanto provenga da Dio (nulla, a mio avviso); lascio parlare la Parola:
"Il Signore disse a Samuele: «Ascolta la voce del popolo, qualunque cosa ti dicano, perché non hanno rigettato te, ma hanno rigettato me, perché io non regni più su di loro. Come hanno fatto dal giorno in cui li ho fatti salire dall'Egitto fino ad oggi, abbandonando me per seguire altri dèi, così stanno facendo anche a te. Ascolta pure la loro richiesta, però ammoniscili chiaramente e annuncia loro il diritto del re che regnerà su di loro»." (1° Sam. 8, 7-9)

"Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va' al mare, getta l'amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala loro per me e per te»." (Mt 17, 24-27)

Ciao r