mercoledì 30 maggio 2012

Indagini vaticane, un cammino di verità (Cardinale)


LE CARTE TRAFUGATE


Indagini vaticane, un cammino di verità


Gianni Cardinale


​«È indubbiamente una prova impegnativa per il Papa e per la Curia romana. Ci auguriamo che possa essere superata adeguatamente». Lo ha detto ieri padre Federico Lombardi incontrando i giornalisti per aggiornarli sulle indagini vaticane sulla fuga di documenti riservati. 
«Cerchiamo di reagire nel modo corretto – ha aggiunto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede – facendo un cammino, anche difficile, di verità per ristabilire la fiducia e il buon funzionamento del governo della Chiesa e delle sue istituzioni».
Lombardi ha sottolineato che il desiderio di Benedetto XVI di far luce non nasce con l’arresto del suo maggiordomo, ricordando che il Papa già «a marzo ha istituito una commissione di inchiesta» sulla fuga di documenti riservati dal Vaticano, «un fatto non ordinario», e che «ciò vuol dire che questo desiderio e consapevolezza che occorre indagare e capire il Papa la sentiva da tempo». Il direttore della Sala Stampa vaticana ha quindi invitato a tenere distinte le impressioni sulla personalità dell’arrestato determinate dall’affetto che si era conquistato in questi anni, dal giudizio sul suo operato, qualora fosse confermata l’accusa di furto di documenti. «Siamo sconcertati – ha puntualizzato – perché tutti gli vogliamo bene» e per il fatto nello svolgimento dei suoi compiti in questi anni si è comportato in modo conforme al ruolo. Diversa è l’accusa, che va verificata; comunque si considera positivamente la volontà dell’accusato di «collaborare», ribadita anche ieri al suo avvocato.
Padre Lombardi ha confermato che Gabriele ha già avuto «colloqui» con gli avvocati che ha nominato. Ha spiegato che gli «interrogatori formali», alla presenza del giudice istruttore e del promotore di giustizia, richiederanno «ancora qualche giorno» e avverranno «alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima». E ha riferito che l’avvocato Carlo Fusco ha ribadito la propria intenzione di non parlare con la stampa, «a garanzia e tutela del segreto processuale».
Padre Lombardi è poi passato a smentire quanto pubblicato anche in quotidiani anche blasonati. Ha spiegato che sono «state interrogate o sentite diverse persone, e ciò può continuare», ha detto. «Però non sono state trattenute, non ci sono altre persone trattenute in questo momento». «Non ha riscontro nella realtà», ha detto il gesuita, l’indiscrezione che ci siano «cinque cardinali indagati» nella inchiesta contro Paolo Gabriele. E «non ha riscontro nella realtà» l’indiscrezione che perquisendo la sua casa siano state trovate buste di documenti con indirizzi dei destinatari a cui recapitarle.
Il briefing di padre Lombardi è stato seguito come al solito dal Notiziario della Radio Vaticana. Mentre ieri per la prima volta L’Osservatore Romano ha parlato della vicenda con una intervista in prima pagina al sostituto alla Segreteria di Stato, l’arcivescovo Angelo Becciu, siglata dal direttore Giovanni Maria Vian. Nel cappello introduttivo al colloquio, il quotidiano della Santa Sede specifica che Gabriele è stato trovato in «possesso di un gran numero di documenti riservati appartenenti al Papa».


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