domenica 6 maggio 2012

A San Sepolcro concerto per i mille anni della città aspettando l'arrivo del Papa (Radio Vaticana)



A San Sepolcro concerto per i mille anni della città aspettando l'arrivo del Papa


La Cattedrale di San Sepolcro festeggia, con un concerto affidato ai giovani, i mille anni dalla fondazione e si prepara ad accogliere domenica prossima Benedetto XVI che farà tappa qui durante la visita alla diocesi. Alle 17.15, l’Ochestra giovanile di Roma e due Cori locali saranno impegnati in un programma di musiche dal '700 ai nostri giorni. Cuore della serata l’opera “Un’ ansia di pace”, di Ada Gentile, su testi di Salvatore Quasimodo e Ivana Manni, interpretati dal figlio del poeta siciliano, Alessandro Quasimodo. Da San Sepolcro, il servizio di Gabriella Ceraso: 


La millenaria cattedrale di San Sepolcro è il cuore della città, rappresenta quell’identità civile e spirituale che la comunità vuole testimoniare al Papa quando giungerà qui in visita domenica prossima. La tradizione vuole, infatti, che la chiesa costruita nel 1012 sorgesse sulle reliquie miracolose del Santo Sepolcro, portate nella valle del Tevere da due pellegrini di ritorno da Gerusalemme. Devozione, spirito di accoglienza e soprattutto il legame con la Terra Santa sono dunque il collante di questa comunità, ieri come oggi. L'arcivescovo di Arezzo, mons. Riccardo Fontana:


“E’ l’unica civitas della Toscana che nasce su un progetto teologico: costruire la città nuova a immagine di Gerusalemme, giustizia e pace. Le radici cristiane non sono un’appendice, un decoro: sono lì entità”.


Sarà stasera la musica a celebrare questa fede millenaria che dalle proprie origini vuole anche trarre speranza per affrontare le sfide presenti e future. Per questo, in programma oltre a due tradizionali brani corali di musica sacra del 700 - l’"Allelujah" di Haendel e il "Confirma hoc Deus" di Salieri - protagonista sarà la musica contemporanea con l’opera più attesa, “Un’Ansia di pace”, di Ada Gentile, affidata all’Orchestra giovanile di Roma del maestro Vincenzo di Benedetto:


“Vuoi per la presenza della voce recitante, vuoi per l’orchestrazione molto ricca, per la compresenza di un linguaggio molto moderno, ma anche di elementi tonali, insomma tutte queste caratteristiche rendono questo lavoro di immediato impatto comunicativo”.


“L’ansia è l’anelito e insieme la speranza di pace cui aspira l’animo tormentato dell’uomo”, ci spiega Ada Gentile:


“Il linguaggio non è semplice, ma ciò che voglio dire è questa proiezione verso un’ipotetica pace in ogni significato del termine. Ho usato la parola singola di Quasimodo, sottolineando la solitudine. Una solitudine che accompagna - non solo oggi, perché ci ha sempre accompagnato - con parole molto dure: sono versi che mettono in risalto il momento difficile che stiamo vivendo, anche se penso ci siano stati sempre momenti terribili, in qualsiasi epoca”.


I testi di Salvatore Quasimodo e di Ivana Manni saranno recitati dal figlio del premio nobel per la letteratura Alessandro Quasimodo:


“Sono versi presi qua e là dall’opera di mio padre - 'Sono un uomo solo', 'Un solo inferno' - e sono versi abbastanza forti. Mi è piaciuta la scelta che ha fatto Ada Gentile, proprio perché ha capito, secondo me, il mondo di Quasimodo e quindi questo senso di difficoltà che si avverte nell’adattarsi alla vita di tutti i giorni, questo proclama quasi, che dice appunto: 'Voi non sapete chi sono! Io sono un uomo solo, anche se vivo in mezzo a milioni di persone e dentro di me c’è anche l’inferno, oltre a certi momenti di creatività, che forse sono l’unico momento in cui l’artista si placa”.


A chiudere la serata ancora con lo sguardo rivolo al futuro l’interpretazione della "Romanza in fa maggiore", op. 50 di Beethoven, di una giovanissima violinista romana, e l’energica "Danzòn n.2", del messicano Arturo Màrquez.


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