martedì 22 maggio 2012
Parole non scontate. Il card. Bagnasco sulla situazione e sulle prospettive del Paese (Sir)
Parole non scontate
Il card. Bagnasco sulla situazione e sulle prospettive del Paese
Da diversi mesi, da anni, ormai, con schiettezza, il cardinale Angelo Bagnasco segue la crisi, nei suoi molteplici aspetti, con lo sguardo della fede e con l’attenzione al concreto delle situazioni, della vita delle persone, delle famiglie, delle comunità.
Per questo la sua analisi è precisa, senza sconti, ma anche mai pessimista.
Così nella prolusione che apre i lavori dell’assemblea della Cei declina una certezza: “Si è definitivamente chiuso un ciclo economico e sociale”, quello del consumismo, del debito. Ma “il buio non è totale e inesorabile”. È possibile riavviarci “verso un processo di crescita”, ma questa “non potrà essere quella che immaginavamo in precedenza”. Deve poggiare su basi solide. Ecco, allora, alcuni punti di riferimento: le “verità perenni”, il senso del limite, la cultura dei legami, a partire dalla famiglia. Ecco che il presidente della Cei rilancia e impegna il cammino della Chiesa in Italia sulla via indicata da Benedetto XVI: la fede.
Ecco l’appello al lavoro, che è richiesta pressante, ma anche strada di rinascita sociale: “C’è bisogno di lavoro, lavoro, lavoro”.
Insomma, a un Paese frastornato ma che non vuole cedere allo scoramento, sa dire “parole non scontate d’incoraggiamento e di speranza, inquadrando i rischi nei quali stiamo incorrendo, ma anche i segnali positivi e le potenzialità che sono realisticamente alla nostra portata”.
È l’atteggiamento che il cardinale Bagnasco ha tenuto in questi anni, pazientemente riannodando le trame di uno spirito pubblico depresso e sfilacciato.
Questo implica anche saper opporre dei rifiuti secchi: alla logica cieca della finanza speculativa, alla comunicazione selvaggia, in relazione alla pubblicazione di documenti riservati del Vaticano, ai “traditori della politica”, a un’Europa reticente e vuota di valori, alla violenza cieca, in Italia ma anche nel mondo, in particolare contro i cristiani.
Anche la chiarezza delle critiche fa risaltare l’appello all’impegno, l’incalzare l’economia e la politica. Evoca così Giuseppe Toniolo, “un ottimista tutt’altro che ingenuo”, una figura autorevole di riferimento “quando i cattolici – sia sul versante interno sia su quello esterno – stanno mettendo in campo iniziative provvidenziali per il bene del Paese e che noi incoraggiamo”, verbo-chiave.
C’è l’Incontro mondiale delle famiglie, il rilancio della catechesi e dell’accoglienza di chi riscopre la fede, c’è l’Anno della fede, l’anniversario del Concilio, grande riferimento. Ci sono le nuove prospettive di un’Europa che deve ritrovare lo slancio comunitario, ci sono le sfide della politica, nel senso della sobrietà e della capacità di visione.
Molte sfide per un impegno a tutto campo. Perché quel che conta è l’orientamento essenziale, “la fede intesa come fiducia nella fedeltà di Dio che, in Gesù, si è legato al destino dell’uomo”. Per questo fa rima con felicità, anche qui, oggi, in tempo di crisi. Perché offre il propellente per la speranza e, dunque, un’azione originale ed efficace.
© Copyright Sir
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