martedì 15 maggio 2012

Don Bux: Questo e' il momento favorevole per il ritorno della FSSPX nella piena comunione con Roma. L'oggi di Dio non e' rinviabile. Bisogna approfittare del momento in cui il Signore bussa


Chiesa: Don Bux a lefebvriani, momento giusto per riconciliarsi con Roma


(ASCA) - Napoli, 15 mag 


''Questo e' il momento favorevole per il ritorno della FSSPX nella piena comunione con Roma.
L'oggi di Dio non e' rinviabile. Bisogna approfittare del momento in cui il Signore bussa''. Ad augurare che ci sia presto una riconciliazione fra i seguaci di Monsignor Marcel Lefebvre e la Chiesa guidata da Benedetto XVI e' il teologo Don Nicola Bux che ha rilasciato una intervista al quotidiano partenopea 'Roma' in edicola domani, 16 maggio. La data scelta per la pubblicazione dell'intervista non e' casuale.
Domani, infatti, la ''Feria quarta'', commissione ristretta della Congregazione della Dottrina delle Fede, esaminera' la risposta inviata dai lefebvriani alla Santa Sede su alcuni nodi dottrinali in vista del possibile ritorno alla ''piena comunione con Roma'' della Fraternita' Sacerdotale San Pio X, fondata da Lefebvre.
Don Nicola Bux, consultore della Congregazione per la Dottrina delle Fede, tra i piu' vicini a Benedetto XVI, soprattutto in materie liturgica, si dice ottimista su una conclusione positiva del dialogo tra il Vaticano e i lefebvriani. Don Bux invita i Vescovi ad accogliere sacerdoti e religiosi della Fraternita' Sacerdotale San Pio X e a non fare ''alcuna obiezione alla celebrazione di quella che Benedetto XVI ha codificato come forma straordinaria del rito romano'', cioe' la Messa in rito tridentino ed in latino celebrata fino a prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II.
Il 19 marzo scorso Don Bux aveva inviato una lettera aperta al Superiore della FSSPX, Monsignor Bernard Fellay, invitando i lefebvriani a ''tornare a Roma senza paura''.
Oggi esprime non solo l'auspicio di un esito positivo, ma anche l'augurio che ''tutti nella Santa Sede siano desiderosi di contribuire a tale riconciliazione''.Per Don Bux ''questo e' il momento favorevole'' per il ritorno della FSSPX nella piena comunione con Roma perche', afferma, ''L'oggi di Dio non e' rinviabile. Bisogna approfittare del momento in cui il Signore bussa''. A suo avviso, ''il segnale si puo' cogliere nel gesto del Santo Padre di revoca della scomunica nel 2009, che ha consentito di avviare il confronto per ricucire lo strappo e di operare per la riconciliazione. Bisogna evitare - prosegue il teologo - che la separazione con la Fraternita' S. Pio X si consolidi e si irrigidisca, come e' avvenuto con le Chiese orientali''.
Quanto ai 1500 tra sacerdoti religiosi e seminaristi della FSSPX, Don Bux afferma: ''Il Papa stesso ha posto la domanda se possiamo sottovalutare o abbandonare a loro stessi tanti religiosi, sacerdoti e seminaristi. Non e' pensabile''.
Infine, sul nodo dell'accettazione del Concilio Vaticano II Don Bux sottolinea: ''La Fraternita' San Pio X non ha mai negato il Concilio Vaticano II e soltanto la superficialita' e le semplificazioni giornalistiche le hanno attribuito questo diniego. Semmai ha criticato alcune sue dottrine, neppure di primaria importanza. Nella chiesa - conclude il teologo - ci sono persone e gruppi che negano verita' piu' importanti''.


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9 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, insomma, l'ultimo periodo del discorso di don Bux si presta a scatenare un vespaio. Suvvia, se le cose stessero come dice lui non ci sarebbe stato bisogno di due anni di colloqui dottrinari, non si sarebbe, appena pochi mesi fa, sfiorato il punto di rottura. Degli insulti all'indirizzo del Papa cosa ne dice?
Dell'atteggiamento di chiusura di Williamson, de Gallareta, Tissier che ne dice.
Alessia

Andrea ha detto...

Interessante il fatto che don Bux si sia fatto intervistare dal "Roma" di Napoli e non, ad esempio, da "La Stampa" di Torino.

Come scrivevo commentando la recente visita-pellgrinaggio ad Aquino della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, il problema della tentata usurpazione da parte di Parigi del ruolo universale di Roma e di Napoli (capitale "del Diritto" la prima, "della cultura" la seconda) risale al pieno Medioevo - senza voler risalire a Carlo Magno.

Oggi è evidentissimo il "mal di pancia" lefevriano di fronte a "Roma", considerata luogo di approssimazione (lontano dalle "idee chiare e distinte" di funesta cartesiana memoria) e di corruzione.
E cosa si contrappone a "Roma" ? Il "Quartiere Latino" di Parigi, dove si trova la Sorbona e dove essi gestiscono un'importante chiesa, non lontana da Notre Dame.

Speriamo...

Anonimo ha detto...

Cara Alessia, il modo migliore per risolvere il problema degli insolenti (che non credo siano comunque la maggior parte dei lefebvriani consacrati) e quello dottrinale è esattamente la prelatura personale, che mette la FSSPX sotto il controllo diretto del Santo Padre. Chi non vorrà starci uscirà.
Quanto ai nodi dottrinali, i due anni di colloqui (con appuntamenti abbastanza dilazionati) sono appunto serviti a chiarire che non toccano né dogmi né il depositum fidei né il Credo. A quanto pare, sono limitati al concetto di ecumenismo e al concetto di libertà religiosa nelle loro implicazioni pratiche, questioni certo assai importanti, ma non più importanti di altre, come dice Bux, relativamente alle quali stanno nella Chiesa moltissimi sacerdoti e teologi in palese disaccordo con Roma. Basti pensare a quello che disse Biffi in occasione del Conclave 2005, .
Benedetto si sta spendendo tantissimo per questa riunione. Cerchiamo di avere fiducia in Lui.
Alberto

Anonimo ha detto...

Quindi, Paolo VI, Giovanni Paolo II e il prefetto card. Ratzinger di cosa si sono occupati?
Io, invece, vorrei che dicessero esplicitamente se seguiranno senza se e senza ma il magistero di Paolo VI, G.P. II e Benedetto XVI.
Saluti go

Areki ha detto...

Concordo con don Bux.
E' anche vero che nella chiesa odierna ci sono "cattolici" che mettono in discussione punti molto più seri e delicati di quelli che vengono messi in discussione dalla Fraternità. Nella sua critica costruttiva ad alcune dottrine del Vat. II la Fraternità non è piuù isolata ci sono anche tanti all'interno della Chiesa cfr: Mons. Gherardini, padre Lanzetta, il Prof. de Mattei, ecc....
Ormai è un dato di fatto che il Concilio Vat. II e soprattutto alcune sue "novità" fanno problema indipendentemente da quello che accadrà con la Fraternità.
Il sottoscritto è comunque ottimista...
Non è solo la fraternità che può cogliere questa opportunità, ma è la chiesa intera che può cogliere quesa occasione favorevole.
La Madonna Immacolata ci sta pensando....
don Bernardo

Elio ha detto...

Condivido tutto e un grazie a don Nicola da parte di uno che è rimasto fedele a Mons.Marcel nei giorni della persecuzione,quando ci ridussero a vivere nelle catacombe e ci cacciarono dalla Chiesa dei Santi Luca e Martina ai Fori in Roma,sedentibus PVI et JPII, solo perché fedeli alla Messa Romana...ricordiamoci che il card. Ratzinger fu il primo a criticare la deriva conciliare e i disastri del postconcilio.
Se solo sapessero nella FSSPX quanti amici e simpatizzanti hanno dentro la Chiesa,tra i sacerdoti,seminaristi,nelle università ecclesiastiche,nei collegi...possono fare tanto del bene ma nella Chiesa e col Santo Padre!
Venite fratelli amati in pace e sicurezza...

Andrea ha detto...

Caro Areki-don Bernardo, mi permetto di suggerirle di non mettere la questione in termini "politici" (Lefevriani "isolati" o meno).
Penso che lo schema giusto sia quello del vero Ecumenismo e della ricerca della vera pace: se andiamo verso Dio/Verità, non potremo che ritrovarci più vicini.

Caro Elio, è certamente vero che l'anima "continuista" della Chiesa è stata perseguitata (e che, parallelamente, si è tentato di far sorgere una "Chiesa geneticamente modificata": quella Chiesa che fa un sorriso di compatimento di fronte al "Sillabo" del beato Pio IX). Però non coinvolga, la prego, i papi Paolo VI e Giovanni Paolo II.

Teniamo sempre presente che una cosa è lo straordinario groviglio di sbandamenti e santità della Chiesa, un'altra cosa è la persona e il ruolo del Vicario di Cristo

Anonimo ha detto...

Caro Alberto, la mia fiducia nei confronti del nostro Papa è immensa, come potrebbe essee altrimenti, mentre è a livello zero verso gli altri e non parlo solo dei lunatici lefebvriani. L'esperienza di questi anni, purtroppo, mi ha insegnato a diffidare. Anche Don Bux dovrebbe essere più prudente e nessuno, ripeto nessuno, dovrebbe farsi interprete dei pensieri del Santo Padre.
Alessia

Andrea ha detto...

Se qualcuno non fosse convinto dell'esistenza di un'azione per "modificare geneticamente" la Chiesa:

Oggi - S.Messa propria di san Luigi Orione - foglietto ufficiale, fatto stampare dalla Famiglia religiosa:

A - ALTERAZIONE DEL TESTO DEL VANGELO (non mi era mai capitato): Mt 25, 46 è trasformato in "E i giusti se ne andranno alla vita eterna". Tutta la parte sulla maledizione dei reprobi era stata omessa
B - traduzione invertita del celebre motto "Instaurare omnia in Christo" (San Pio X e san Luigi Orione), che è diventato "rinnovare tutte le cose in Cristo"

Dulcis in fundo, all'Udienza Pontificia di piazza san Pietro un'orchestra dilettantistica italiana ha suonato "Imagine" di J.Lennon, inno satanistico