sabato 12 maggio 2012

Comune preoccupazione per la pace. L’incontro tra Giorgio Napolitano e Benedetto XVI in occasione del concerto nell’Aula Paolo VI (O.R.)

L’incontro tra Giorgio Napolitano e Benedetto XVI in occasione del concerto nell’Aula Paolo VI


Comune preoccupazione per la pace


Il pensiero alla situazione mediorientale e la vicinanza a tutti gli italiani


La comune preoccupazione per la pace, anche in riferimento alla situazione mediorientale, è stata manifestata da Benedetto XVI e dal presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, nel corso dell’incontro privato svoltosi nel pomeriggio di venerdì 11 maggio, in un’auletta dell’Aula Paolo VI, prima del concerto offerto dallo stesso capo di Stato italiano in occasione del settimo anniversario del pontificato.
Durante il cordiale colloquio, durato venti minuti, il Pontefice ha espresso al presidente la sua personale gratitudine per il gesto compiuto con l’offerta del meraviglioso concerto, ma soprattutto ha tenuto a manifestare ancora una volta il suo affetto per l’Italia e la sua vicinanza a tutti gli italiani, assicurando la sua preghiera in questo momento arduo e impegnativo per il Paese.
Anche il presidente Napolitano, nel saluto rivolto al Papa nell’Aula Paolo VI,  ha sottolineato «la profonda condivisione di ansie e di intenti» che si è venuta stabilendo negli anni fra le istituzioni rappresentative della nazione italiana e la Santa Sede. Una condivisione alimentata in particolare dalla sollecitudine di Benedetto XVI «per le sorti dell’Italia, con fiducia — ha riconosciuto il capo dello Stato — nelle tante energie positive presenti nella nostra società e quindi nella prospettiva di una rinnovata unità e coesione della nostra nazione».
Consonanze, queste, che hanno trovato eco anche nel discorso del Pontefice al termine del concerto diretto da Riccardo Muti, al quale Benedetto XVI ha voluto consegnare personalmente una speciale onorificenza. Il Papa ha espresso riconoscenza per l’iniziativa e per le considerazioni espresse dal presidente Napolitano, definendole  «segni che manifestano ancora una volta, il legame tra il successore di Pietro e questa cara nazione». Quanto alle musiche di Vivaldi e Verdi eseguite dall’orchestra e del coro del Teatro dell’Opera di Roma, il Pontefice ne ha evidenziato le caratteristiche principali, mettendo in luce soprattutto «l’intensa interpretazione ed esecuzione» del maestro Muti, del quale ha sottolineato «l’impegno perché sia più conosciuto questo ricco repertorio che esprime in musica la fede della Chiesa».


(©L'Osservatore Romano 13 maggio 2012)

Nessun commento: