mercoledì 29 febbraio 2012

I documenti dell’Archivio Segreto per la prima volta fuori dai confini vaticani per la mostra «Lux in arcana» (Raffaele Farina)

I documenti dell’Archivio Segreto per la prima volta fuori dai confini vaticani per la mostra «Lux in arcana»

Rivelarsi con orgoglio e senza remore

Raffaele Farina

Nel pomeriggio di mercoledì 29 febbraio è stata aperta al pubblico a Roma, ai Musei Capitolini, la mostra «Lux in arcana. L’Archivio Segreto Vaticano si rivela». In esposizione, fino al 9 settembre, circa cento documenti che per la prima volta varcano i confini della Città del Vaticano. La mostra — catalogo Palombi (Roma, 2012, pagine 224, euro 14) — è organizzata da Zètema Progetto Cultura ed è curata da Alessandra Gonzato, Marco Maiorino, Pier Paolo Piergentili e Gianni Venditti. Nella mattina la mostra era stata inaugurata da una visita privata del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, accompagnato dai cardinali Raffaele Farina, Jean-Louis Tauran e Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, dal vescovo Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio, da monsignor Cesare Pasini, prefetto della Biblioteca apostolica Vaticana, dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dai ministri italiani Piero Gnudi e Lorenzo Ornaghi. Dal catalogo anticipiamo la presentazione del cardinale archivista e bibliotecario.

Come archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa ho il raro piacere di poter salutare una mostra che non riguarda soltanto una istituzione vaticana, sia pur essa prestigiosa come l’Archivio Segreto Vaticano (che celebra così il suo quarto centenario di attività), ma anche un’istituzione cittadina romana di altrettanto prestigio, i Musei Capitolini, presso i quali avrà sede per circa sette mesi l’esposizione.
Documenti pontifici assai antichi e preziosi, così come significative carte della vita della Chiesa nel mondo escono per la prima volta dall’ambito Vaticano e si aprono alla visione dei visitatori sul Colle Capitolino, sede tradizionale del Governo di Roma, che tanti legami ha con il papato romano.
Alla base del progetto della mostra vaticana al Campidoglio vi sono legami storici e di idealità. «L’Archivio Vaticano si rivela» — recita il sottotitolo della mostra — e si rivela al centro dell’urbe, a tutti gli appassionati e anche i curiosi; si rivela per quello che è, tramite uno spaccato esemplificativo della sua ricchissima documentazione.
Si rivela senza remore o timori, anzi con l’orgoglio di un servizio alla Chiesa e alla cultura prestato per ben quattro secoli con indefesso lavoro di custodia, di censimento, di cura, di progresso della ricerca sempre più avanzata.
Si rivela come ambito culturale, come richiamo affascinante alla memoria del nostro passato, del passato della Chiesa, di imperi, di regni, di ducati, di repubbliche. Sprone a innalzare il livello della conoscenza oltre il vuoto stereotipo a cui purtroppo conduce, se non erro, molta della cosiddetta cultura di massa corrente.

(©L'Osservatore Romano 1° marzo 2012)

1 commento:

Andrea ha detto...

L'impostazione (almeno pubblicistica; spero che la mostra sia ben fatta) è totalmente illuministico/massonica: il materiale "esce per la prima volta dall'ambito vaticano" (oscuro, tortuoso, sacrale in senso esoterico) e si offre alla vista "in piena luce", nella sede del Governo di Roma (potere civile dedito a "dissipare le tenebre dell'arretratezza").

Una mentalità di tipo "Repubblica Romana" di Mazzini e Garibaldi, 160 anni dopo.