sabato 12 maggio 2012

Traffico di esseri umani: l’editoriale di padre Lombardi (Radio Vaticana)


Traffico di esseri umani: l’editoriale di padre Lombardi


Sconfiggere l’abominevole fenomeno della tratta degli esseri umani: è il pressante appello levato nei giorni scorsi ad un Convegno tenutosi in Vaticano, promosso dal dicastero “Giustizia e Pace”. Evento su cui si sofferma padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per il settimanale informativo “Octava dies” del Centro Televisivo Vaticano: 


Traffico di esseri umani. Fra i drammi di questo nostro mondo è uno dei più orribili. Come si può arrivare a tanta degradazione morale da considerare le altre persone come puri oggetti da sfruttare, ridurle in schiavitù e abusarne sistematicamente per ricavarne denaro? E’ un mistero. Non solo ogni ombra di rispetto per la dignità dell’altro scompare, ma anche ogni minima traccia di sensibilità umana. 


Dicono che per volume di affari, solo il traffico di armi supera quello degli esseri umani. E le nuove tecnologie di comunicazione vengono largamente usate per favorirlo a livello internazionale. Bene ha fatto perciò il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace a ospitare un incontro in cui la Conferenza Episcopale Inglese ha discusso con un pubblico più ampio di organizzazioni ecclesiali la sua esperienza di impegno contro questa piaga terribile, in collaborazione con le istituzioni pubbliche di polizia e lotta contro il crimine, ben rappresentate anch’esse. 


La testimonianza di una giovane trascinata con inganno nella prostituzione ha sconvolto non pochi dei presenti e ha confermato – come nel caso degli abusi sui minori - che l’impegno concreto di chi vuole veramente lottare contro le radici del male deve partire dalla condivisione personale profonda della sofferenza delle vittime. Proprio nel ritrovare le vie di un rapporto personale che riconosca e faccia rivivere la presenza e la dignità dell’anima nei corpi violentati sta il contributo dei credenti, un contributo di cui anche le forze di polizia sentono l’assoluta necessità perché la loro lotta raggiunga infine il risultato della liberazione e della rinascita delle vittime a nuova vita. Le religiose sono necessariamente in prima fila in questo impegno, perché donne e più libere di assumersi i rischi altissimi di questo servizio. La Chiesa deve mettere a disposizione la sua esperienza in umanità e guarigione spirituale e la sua presenza internazionale per collaborare con chi combatte le battaglie più difficili contro il male nel mondo.


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