lunedì 14 maggio 2012

Se l'annuncio riparte dal catechismo. Le conclusioni del convegno del Ccee sulla nuova evangelizzazione (Burigana)


Le conclusioni del convegno del Ccee sulla nuova evangelizzazione


Se l'annuncio riparte dal catechismo


di Riccardo Burigana


«L'iniziazione cristiana è strettamente connessa alla nuova evangelizzazione dei ragazzi, dei genitori e dell'intera comunità. La catechesi non va quindi considerata a latere della nuova evangelizzazione, ma ne è parte integrante. È necessario pertanto collegare la nuova evangelizzazione alla tradizione della fede (traditio fidei), intesa come trasmissione del contenuto e dell'esperienza, personale e comunitaria, della fede»: con queste parole i partecipanti al convegno “L'iniziazione cristiana nella prospettiva di una nuova evangelizzazione” hanno voluto sottolineare, nel comunicato finale, l'importanza dell'iniziazione cristiana per il presente e per il futuro della Chiesa.
Il convegno, che si è tenuto a Roma dal 7 al 10 maggio, è stato promosso dal Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa (Ccee), con la partecipazione di circa sessanta delegati tra vescovi, esperti, direttori nazionali di uffici e organismi nazionali per la catechesi dei diversi episcopati.
Come è stato ricordato dall'arcivescovo di Westminster, Vincent Gerard Nichols, presidente della Conferenza episcopale d'Inghilterra e Galles, il convegno ha inteso offrire un contributo alla riflessione della Chiesa sulla nuova evangelizzazione nell'anno in cui si ricorda il ventesimo anniversario del Catechismo della Chiesa cattolica e il cinquantesimo dell'apertura del concilio Vaticano II. Inoltre, nell'approssimarsi dell'Anno della fede la commissione Ccee “Catechesi, scuola e università”, presieduta dallo stesso monsignor Nichols, si è proposta di mettere in evidenza alcuni aspetti, come quello dell'iniziazione cristiana dei fanciulli, che appaiono particolarmente importanti anche per un ulteriore approfondimento del dialogo ecumenico.
Aprendo il convegno il vescovo Mariano Crociata, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, ha sottolineato come il tema scelto sia «quanto mai importante, sia per la vita ordinaria delle comunità cristiane, sia per il loro impegno missionario», ricordando che la Chiesa in Italia ha scelto di riflettere proprio «sul compito educativo come dimensione essenziale della vita ecclesiale». Nel contesto europeo, pur esistendo una pluralità di soggetti impegnati direttamente nel compito dell'iniziazione cristiana, comune è «la concreta dimensione territoriale che l'impegno ecclesiale di annuncio ed educazione alla fede deve curare in modo particolare, anche come base e premessa della nuova evangelizzazione».
Centrale, nell'ambito della prima sessione dei lavori, è stata la relazione di monsignor Nichols, che ha posto l'accento sugli scopi del convegno. Ampio spazio è stato dedicato alla presentazione dei dati raccolti sulla situazione dell'iniziazione cristiana in Europa. In particolare, sono stati presentati i risultati di quasi quattromila interviste a bambini, adolescenti, genitori e nonni. Queste interviste -- come ha messo in evidenza padre Luc Mellet, responsabile del Servizio nazionale per la catechesi e il catecumenato dell'episcopato francese -- costituiscono un'utile fonte, che, per quanto non certamente esaustiva, aiutano a comprendere cosa viene percepito dell'iniziazione cristiana nelle comunità. L'indagine ha mostrato una grande diversità di aspetti, talvolta anche all'interno di uno stesso Paese, che tuttavia consentono l'individuazione di alcuni motivi centrali come «i luoghi di vita e la loro influenza sull'iniziazione cristiana del bambino, la comunità cristiana, i suoi membri e la sua vita liturgica, e, infine, l'importanza del cammino personale del bambino nella sua iniziazione cristiana». Tra questi aspetti emerge anche come «la famiglia sia il primo luogo dove si costruisce il proprio rapporto con la realtà e quindi anche con Dio e con la Chiesa». Per questo «la pratica religiosa in famiglia è l'elemento più citato come fattore positivo nell'iniziazione cristiana. Il vivere in famiglia la domenica, e le feste liturgiche, in particolare Natale e Pasqua, è un elemento importante che resta decisivo anche nell'adolescenza, quando si verifica da parte di alcuni adolescenti un allontanamento dalla pratica religiosa». Sul tema della necessità di una sempre maggiore attenzione nei confronti dei giovani è intervenuto il vescovo di Gurk, Alois Schwarz, responsabile della catechesi in Austria, il quale si è soffermato sulla necessità di una pluralità di proposte pastorali.
La seconda giornata, aperta dalla celebrazione eucaristica, presieduta dal cardinale prefetto della Congregazione per il Clero, Mauro Piacenza, è stata dedicata all'iniziazione cristiana nella dinamica della nuova evangelizzazione, con una relazione del padre René Camilleri, alla quale è seguito il lavoro dei gruppi di studio e due successive comunicazioni su delle specifiche esperienze pastorali sulla catechesi in rapporto alla messa di Prima Comunione e alla celebrazione della Confermazione. In prospettiva ecumenica è stato interessante l'intervento dell'ungherese László Obbagy sulle opportunità della catechesi nell'orizzonte dell'anno liturgico della Chiesa bizantina. Il vescovo di Pécs, György Udvardy ha tenuto una più ampia relazione sulla situazione dell'iniziazione cristiana nell'Europa centro-orientale, soffermandosi sull'Ungheria, così da porre l'accento sulle difficoltà e sulle speranze di questa area nella quale la nuova evangelizzazione della Chiesa cattolica deve fare i conti con la memoria storica degli anni del comunismo, la presenza delle Chiese ortodosse e il riapparire di forme di nazionalismo esasperato.
Il terzo giorno ha avuto come momento centrale la messa celebrata dal cardinale arcivescovo di Esztergom-Budapest, Péter Erdő, presidente della Ccee, in occasione della Giornata per l'Europa. L'ultimo giorno del convegno è stato poi dedicato alla presentazione di alcune piste di ricerca per un ulteriore approfondimento che tenga conto delle tante esperienze locali. Infatti, come si legge nel comunicato finale, «la catechesi non è unicamente rivolta ai bambini ma è un'esperienza che coinvolge tutti. Catechisti e “catechizzandi” sono, allo stesso tempo, attori e oggetti della catechesi. Per questo, non è possibile pensare una catechesi senza una cura dei catechisti, delle famiglie e della comunità in generale».


(©L'Osservatore Romano 13 maggio 2012)

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