sabato 19 maggio 2012

Nella cornice della Sagrada Familia, si è chiuso a Barcellona il Cortile dei gentili (R.V.)


Nella cornice della Sagrada Familia, si è chiuso a Barcellona il Cortile dei gentili


L’istituto di studi catalani è stato questo pomeriggio teatro del terzo atto del Cortile dei Gentili apertosi ieri a Barcellona sul tema “Arte, bellezza e trascendenza”. Anche quest’incontro della struttura vaticana dedicata al dialogo con i non credenti, che si conclude in serata nella Basilica della Sagrada Familia, è promosso, come di consueto, dal Pontificio Consiglio della cultura. Dal capoluogo catalano il nostro inviato, Fabio Colagrande:  


“Grazie per avermi chiamato gentile. E’ un termine che preferisco a quello di ateo”. Esordisce così il pittore catalano Perico Pastor, tra i protagonisti della tavola rotonda del Cortile catalano dedicata allo ‘Spirituale nell’arte’. Con lui, al tavolo dei relatori, un compositore, una romanziera e un regista teatrale. Ma davanti al card. Ravasi, che presiede questa sessione con il presidente dell’Istituto di Studi catalani, anche il teatrante Lluis Pasqual ringrazia per essere stato definito gentile, e ringrazia la Chiesa per l’invito, visto che in Spagna, racconta, fino agli anni ’20, i sacerdoti impedivano agli attori di comunicarsi ed essere seppelliti in terra sacra. Se si pensa che anche ieri, all’inaugurazione nel Museo di arte catalana, il docente di estetica Rafael Argullol, autodefinitosi un uomo in ricerca, aveva rivolto lo stesso ringraziamento agli organizzatori, si capisce il successo di questo Cortile di Barcellona. Nella città dove operò Antoni Gaudì, architetto geniale e cristiano coerente, artisti e studiosi hanno riaffermato la capacità della bellezza e della religione di superare l’immanente e dare al mondo quella speranza di salvezza evocata da Dostoevskij. 


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