Ripartiamo da Dio
Per proseguire insieme nel rinnovamento della Chiesa avviato dal concilio Vaticano II
Tornare a parlare al mondo di un Dio che «è diventato per molti il grande Sconosciuto». È questa la «missione antica e nuova» indicata dal Papa ai partecipanti all'assemblea generale della Conferenza episcopale italiana nel corso dell'udienza di giovedì mattina, 24 maggio, nell'Aula del Sinodo.
Per compierla - ha ricordato il Pontefice - c'è bisogno soprattutto di un deciso «rinnovamento della qualità della nostra fede e della nostra preghiera».
La prima condizione per «parlare di Dio», infatti, è «parlare con Dio», impegnando tutta la propria vita «per ciò che è realmente affidabile, necessario e ultimo». In altre parole, occorre puntare «a ciò che è essenziale della fede», per «offrire una risposta significativa alle grandi trasformazioni sociali e culturali del nostro tempo».
In questa prospettiva, il Papa ha invitato i presuli a proseguire insieme nel «rinnovamento ecclesiale che ci è stato affidato dal concilio ecumenico Vaticano II». Le cui «autorevoli indicazioni», ha raccomandato, vanno recepite in maniera «dinamica e fedele» nell'ottica di quella «ermeneutica della continuità e della riforma» da lui stesso suggerita nel discorso rivolto alla Curia romana il 22 dicembre 2005.
Del resto, per Benedetto XVI «la crisi che ferisce l'Europa» è oggi essenzialmente «spirituale e morale. Ragion per cui «non bastano nuovi metodi di annuncio evangelico o di azione pastorale». Occorre piuttosto - proprio come fecero cinquant'anni fa i padri conciliari - «ripartire da Dio» lasciandosi trovare e afferrare da Lui «per aiutare ogni persona che incontriamo a essere raggiunta dalla Verità». Obiettivo al quale mira appunto l'Anno della fede che si aprirà l'11 ottobre prossimo: un tempo per ricondurre gli uomini «a un rinnovato incontro con Gesù» mostrando loro che «Dio è il garante, non il concorrente, della nostra felicità».
(©L'Osservatore Romano 25 maggio 2012)
Nessun commento:
Posta un commento