giovedì 3 maggio 2012

“Le lacune del Vaticano II cinquant’anni dopo”. Intervista a "Vatican Insider" del padre conciliare Giovanni Franzoni (Galeazzi)

Clicca qui per leggere l'intervista.
La grande lacuna del Concilio sta nella confusione ingovernabile che i vari "spiriti" hanno generato. Per questo è importante tornare ai testi (quelli veri, non le interpretazioni di una parte o dell'altra).

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Stupisce che qualcuno dia ancora importanza a ciò che pensa l'ex abate e ex prete (ora sposato) Giovanni Franzoni.
Alessia

Domenico ha detto...

Franzoni presenta un'ermeneutica di completa rottura del Concilio con la Tradizione della Chiesa.
I presupposti da cui parte sono di natura puramente sociologica. Paolo VI ha saputo guidare con grande equilibrio e sapienza pastorale. La sua figura è grandiosa ed è ancora da scoprire e approfondire…

REX ha detto...

Non capisco l'intervista a Franzono che non rappresenta nulla se non quello che è rimasto ... ben poco del progressismo cattolico. A quando un'intervista con Bettazzi?

Anonimo ha detto...

Parole sante, Raffaella. Mi stupisce sempre constatare (amaramente, certo, amaramente) che i promotori delle "innovazioni" a loro dire conciliari (ma in realtà esistenti soltanto nella loro testa) siano solitamente ex frati, ex suore, ex preti, preti concubini, preti con l'amante, preti con lo scheletro nell'armadio, cattolici adulti (adulteri? adulterati?) ecc. ecc. Vorrà pur dire qualcosa, o no? Angie

Anonimo ha detto...

Franzoni è un padre conciliare e la sua testimonianza è molto importante, direi essenziale, per comprendere sul piano storico quel che accadde tra il 1962 e il 1965, nonché, sul piano storico - teologico - pastorale, nella successiva "crisi post-conciliare".

Franzoni è la prova vivente - non l'unica, ma certamente una delle più chiare - del fatto che le origini della "crisi post-conciliare" non sono estranee all' "evento" - Concilio, piuttosto lo hanno attraversato attivamente, e vi hanno a modo loro collocato gli elementi per successivamente "demolirlo".

Faccio notare che la chiarezza delle parole di Franzoni è un servizio prezioso alla Chiesa. Si può (si comincia a) individuare le "teologie" di riferimento, per iniziare uno studio teologico serio del "fumo" ancora vagamente intravisto e, di conseguenza, in qualche modo a contrario, di ciò che realmente il Concilio insegna.
La "crisi post-conciliare" si avvia alla sua conclusione?

Infine, è la dimostrazione irrefutabile che lo Spirito Santo non abbandona la Chiesa, e scrive dritto su righe storte.

Anonimo ha detto...

in riferimento all'ultimo post anonimo,non mi pare proprio che la crisi post-conciliare si avvii alla conclusione,mi sembra esattamente l'incontrario,si continua pervicacemente nella discontinuità,seguitando ad interpretare il vat2 ognuno a modo suo,distaccandosi sempre di più dagli insegnamenti del Magistero,siamo ancora nel caos più totale, tutti parlano e sembra che nemmeno facciano parte della stessa chiesa,l'ermeneutica del concilio è diventato un comodo paravento per ogni genere di disobbedienza, da Wir sind kirche ai parroci austriaci tutti remano contro una comune visione della chiesa cattolica,dal più alto prelato all'ultimo prete; si dovrebbero porre tutti quanti la domanda di Cristo:che chiesa troverà il figlio dell'uomo quando tornerà?GR2

gianniz ha detto...

Stupisce che qualcuno ricordi che Franzoni è stato 'padre conciliare' e non si sottolinei che Papa Benedetto, anche Lui, ha vissuto il Concilio dall'interno, dall'inizio alla fine. Come non fossero almeno, dico almeno, sullo stesso piano!
E, poi, tra i due (uno ex-prete e l'altro Papa), da chi comprereste un'automobile usata (ops... un documento conciliare annotato)?