martedì 15 maggio 2012

Il Papa a Sansepolcro, il benvenuto del sindaco (O.R.)


Il benvenuto del sindaco


Nella città della giustizia e della pace


A dare il benvenuto al Papa a Sansepolcro è stato il sindaco Daniela Frullani. «Mille anni fa -- ha detto nell'indirizzo di saluto -- le prime pietre di questo borgo vennero poste sulla spinta di un grande ideale: edificare una città della giustizia e della pace. Così Egidio e Arcano, pellegrini di ritorno dalla Terra Santa, intesero proseguire il loro viaggio nello spirito dell'evangelizzazione cercando di portare, nella tormentata convivenza umana, un segno del Cristo risorto». Così ecco che «Sansepolcro nacque in virtù di un progetto teologico, inseguendo un ideale o, meglio, un'utopia. Costruire la giustizia significava disporre l'animo a riconoscere il diritto dell'altro, fare la propria parte nei rapporti interpersonali, dare a ciascuno ciò che gli spetta. Ricercare la pace, nel loro pensiero, alludeva all'armonia sociale e al tentativo di raggiungere il bene comune. Principi e valori questi, di chiara ispirazione religiosa e spirituale, ma che richiamano ancora oggi un senso nobile dell'impegno civile; impegno che anche noi, semplici amministratori, intendiamo con umiltà proseguire».
Secondo il sindaco, «l'utopia della fondazione sulle rive del Tevere di una nuova Gerusalemme, tramandataci in eredità dai santi pellegrini, può ancora scuotere le nostre coscienze, generare una rinnovata fiducia nell'agire umano, rinsaldare i legami di fratellanza e accoglienza e infondere coraggio nell'affrontare le avversità della vita quotidiana. Ritornare dunque agli ideali, recuperarne la forza per indirizzare l'azione del presente in vista di un futuro migliore. Questa è la politica come servizio. Una politica che non può soccombere alle leggi dell'economia, ma che deve assumersi le proprie responsabilità individuando una propria progettualità in un ambito ben più elevato e senza prescindere da principi etici universali, perché la dignità dell'uomo è valore prioritario in ogni contesto storico».
«Oggi anche noi, piccoli comuni, siamo costretti a misurarci -- ha proseguito -- con problemi sociali di inaudita complessità e il richiamo ai valori del rispetto della persona e della solidarietà devono essere al centro dei nostri interventi. La perdita del lavoro, su cui si costruisce la dignità personale, il dilagare del malcostume, la ricerca sfrenata dell'interesse privato, la conflittualità diffusa e le insopportabili ingiustizie sociali impongono a chi si occupa della cosa pubblica grande rigore morale, sobrietà nei comportamenti ma soprattutto profonda comprensione e amore per la propria città e per il proprio Paese. Occorre prendere a cuore i problemi e prendersi cura del prossimo. Occorre non rinviare più il tentativo di risoluzione delle grandi questioni che affliggono l'umanità, ripudiando gli sprechi e ricercando un nuovo stile di vita, più equilibrato e sostenibile. Nella terra e nelle colline dove san Francesco amava trarre ispirazione e dove ha meditato per lunghi periodi, proviamo anche noi, prendendo esempio dalla sua combattiva umiltà, a lanciare un messaggio di armonia e di speranza».
Il sindaco Frullani ha poi detto al Papa che la sua visita «entrerà nella nostra storia collettiva» e segnerà «l'inizio di un nuovo millennio all'insegna della ritrovata speranza e della rinascita. La nostra comunità, unita come non mai in questa solenne occasione, non poteva desiderare un regalo più bello che averla tra noi e con noi a celebrare il suo anniversario più importante». La visita del Pontefice «onora una piccola città dalle nobili origini, che porta nel suo nome il simbolo più prezioso del cristianesimo e nel suo stemma il mistero glorioso e cruciale della resurrezione del Figlio di Dio, ritratto magnificamente in tutta la sua straordinaria potenza da un figlio di questa terra. E proprio a tutti i figli di questa terra va ora il nostro doveroso pensiero, ai nostri padri e ai nostri nonni che hanno realizzato il progetto di Arcano ed Egidio, edificando nei secoli il tessuto di una città armoniosa, dove ogni pietra è stata posta e ogni spazio concepito per rispondere alle esigenze delle persone; ai nostri concittadini più illustri: Piero della Francesca che, con la sua arte pittorica, ha rappresentato uno dei vertici della cultura rinascimentale, fra' Luca Pacioli, Dionisio Roberti, Raffaellino Del Colle. Ma -- ha concluso -- un ricordo va anche a tutti quegli uomini e donne che con il loro duro lavoro, spesso nell'anonimato, hanno reso fiorente questa nostra città, caratterizzandone l'identità nel segno della bellezza e dell'accoglienza. Ognuno di loro è ora presente in questa Piazza, insieme a tutte le nostre famiglie, un'intera comunità che si stringe in un abbraccio ideale a Sua Santità, pronta a ricevere dalle sue parole una luce che possa illuminare il suo cammino per i mille e mille anni a venire».


(©L'Osservatore Romano 14-15 maggio 2012)

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