giovedì 10 maggio 2012

Benedetto XVI ai seminaristi spagnoli di Roma: siate uomini di Cristo trasparenti e sobri (Radio Vaticana)



Benedetto XVI ai seminaristi spagnoli di Roma: siate uomini di Cristo trasparenti e sobri


“Trasparenti” testimoni di Cristo. È la consegna che Benedetto XVI ha affidato ai responsabili e agli studenti che fanno parte del Pontificio Collegio Spagnolo di San Giuseppe, ricevuti questa mattina in udienza nel 50. anniversario della fondazione dell’attuale sede del Collegio e in occasione della festa liturgica di San Giovanni d'Avila, patrono del clero secolare spagnolo, prossimo a essere proclamato Dottore della Chiesa. Il servizio di Alessandro De Carolis:


L’esortazione di sempre, da seguire ispirandosi a un modello particolare. Essere cioè preti santi – che portano Cristo agli altri perché lo hanno dentro di sé – e farlo con il fuoco d’amore con cui visse il sacerdote per eccellenza della Spagna, San Giovanni d'Avila, per il quale il Papa – come già annunciato durante la scorsa Gmg di Madrid – ha ribadito l’intenzione di volergli attribuire il titolo di Dottore della Chiesa. Nel premettere che “la formazione specifica dei sacerdoti è sempre una delle maggiori priorità della Chiesa”, Benedetto XVI ha anzitutto indicato ai seminaristi del Pontificio Collegio spagnolo cosa significhi vivere tra le mura di questo storico convitto:


“Al ser inviados a Roma para profundizar…


Inviati a Roma per proseguire gli studi sacerdotali, si dovrebbe pensare soprattutto non tanto al proprio bene particolare, quanto al servizio nei riguardi del popolo santo di Dio, che ha bisogno di pastori dedicati al meraviglioso servizio della santificazione dei fedeli con elevata preparazione e competenza”. 


Ma ricordate, ha soggiunto, “che un sacerdote rinnova la sua vita e attinge forza per il suo ministero dalla contemplazione della Parola di Dio e dal dialogo intenso con il Signore”: 


“Es consciente de que no podrá llevar a Cristo…


È consapevole del fatto che non si può portare Cristo ai fratelli né trovarlo nei poveri e ammalati, se non lo si scopre prima della preghiera fervente e costante. È necessario promuovere un rapporto personale con Colui che poi si annuncia, si celebra e si comunica. Qui sta il fondamento della spiritualità sacerdotale, arrivare a essere un segno trasparente e una testimonianza viva del Buon Pastore”. 


Riaffermati i principi e i valori del sacerdozio, Benedetto XVI ha poi mostrato un modello ben conosciuto dal clero di Spagna. San Giovanni d’Avila fu un personaggio di notevolissimo spessore. “La sua profonda conoscenza della Sacra Scrittura, dei Padri, dei Concili, delle fonti liturgiche e della retta teologia, assieme al suo amore fedele e filiale alla Chiesa, lo hanno reso – ha detto – un vero innovatore in tempi difficili della storia della Chiesa”. 


“Animados por las virtudes y el ejemplo…


Incoraggiati dalle virtù e dall’esempio di San Giovanni d'Avila, vi invito dunque a esercitare il vostro ministero sacerdotale con lo stesso zelo che lo caratterizzò, con la sua medesima vita austera e con lo stesso affetto filiale che nutriva verso la Beata Vergine Maria, Madre dei sacerdoti”. 


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