lunedì 28 maggio 2012

APPELLO DI PADRE LOMBARDI AL SENSO DI RESPONSABILITA' DEI VATICANISTI (IZZO)


VATICANO: APPELLO P. LOMBARDI A SENSO RESPONSABILITA' GIORNALISTI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 28 mag. 


I giornalisti, stiano attenti alle polpette avvelenate che qualcuno sta smerciando in questi giorni, cioe' ai falsi scoop sull'inchiesta che coinvolge il maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele. Il consiglio arriva dal portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, che ha smentito che ci siano altri indagati nell'inchiesta e che si sospettino un cardinale italiano e/o una donna.
"Faccio appello - ha detto ai vaticanisti a conclusione del suo briefing - al vostro senso di responsabilita' invitandovi a valutare le notizie con sangue freddo"
Secondo Lombardi, "e' un desiderio comprensibile quello di alimentare i servizi sulla vicenda con notizie clamorose, ma occorre essere attenti a verificare se ci sono elementi oggettivi". 
"State in guardia - ha ammonito - da speculazioni che non hanno fondamento". Sarebbe meglio, cioe', "limitarsi a raccontare i fatti, man mano che si riscontrano". "Devo dire - ha aggiunto il portavoce vaticano - che mi sembra molto esagerato e non fondato il modo in cui si leggono fatti specifici in questo quadro attribuendo a fonti anonime invenzioni che non risultano: e' un modo di fare giornalismo che da collega ritengo esagerato e negativo". Per questo, ha ripetuto padre Lombardi dopo aver stigmatizzato una "presunta" intervista che ha destato scalpore questa mattina nelle rassegne stampa sul caso, "faccio appello alla sobrieta' e all'oggettivita'". 
"Fa dispiacere - ha spiegato in proposito il gesuita - vedere riproposta una immagine cosi' negativa e per molti aspetti non fondata della Santa Sede e della Chiesa".
Lombardi ha invitato i vaticanisti ad avere "rispetto per le persone coinvolte" e anche un po' di pazienza: "il procedimento ora e' affidato alla magistratura inquirente e i tempi dipendono dallo svolgimento dell'inchiesta. Intanto anche la commissione cardinalizia lavora, fa le sue domande anche nei dicasteri, senza per questo voler accusare nessuno solo perche' gli viene chiesto di spiegare le procedure" seguite nel trattamento dei documenti. 
"Sulla durata dell'inchiesta giudiziaria e sull'attivita' della Commissione cardinalizia sotto la cui egida si sta lavorando - ha affermato il portavoce - non ho tempi da prevedere: tutto avviene senza lasciarsi condizionare dalla pressione mediatica". 
La Gendarmeria, comandata dal generale Domenico Giani, "agisce - ha ricordato Lombardi - alle dipendenze delle strutture giudiziarie dello Stato della Citta' del Vaticano" (e cioe' del promotore di Giustizia Nicola Picardi, del giudice unico Pietro Bonnet e del Tribunale presieduto da Giuseppe Dalla Torre). "La Commissione cardinalizia ha un mandato piu' ampio: puo' interrogare anche nei dicasteri, e cio' anche se non ci sono elementi concreti tali da giustificare provvedimenti giudiziari. Essa ha il compito di riferire al Santo Padre sulle risultanze del suo lavoro, ma se ci sono elementi penalmente rilevanti la Commissione puo' passarli alla magistratura". Quanto al suo ruolo di portavoce, padre Lombardi ha poi aggiunto: "non mi chiedete affermazioni che anticipano la soluzione del problema. Io do' elementi attendibili: certo e' che e' stato arrestata una persona con documenti riservati e da questo parte la situazione attuale di Gabriele e la fase istruttoria. Nessuno puo' dire che non saranno coinvolti altri, ma nemmeno puo' dire il contrario". 


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1 commento:

papalino stufo ha detto...

Appellarsi al senso di responsabilità dei giornalisti è come appellarsi al senso di castità delle prostitute, o al senso della proprietà dei ladri.

Li mandi a quel paese, piuttosto, e pensi a far funzionare quella sala stampa che è un disastro e ha fatto più danni di immagine di tutti i corvi e altri schifosi volatili messi insieme. Certe "spiegazioni" di ciò che - secondo lei - il papa aveva detto in certe occasioni non le dimenticheremo presto, caro P. Lombardi.