BENEDETTO XVI: ALLE PONTIFICIE ACCADEMIE, CI VUOLE “PASSIONE AUTENTICA”
Un’occasione per riflettere su “la storicità del cristianesimo, il suo intrecciarsi continuamente con la storia per trasformarla in profondità grazie al lievito del Vangelo e della santità vissuta e testimoniata”.
Così Benedetto XVI ha definito la XVI seduta pubblica delle Pontificie Accademie, appuntamento organizzato questo pomeriggio a Roma dalla Pontificia Accademia romana di archeologia e dalla Pontificia Accademia “Cultorum Martyrum”, sul tema “Testimonianze e testimoni. I martyria e i campioni della fede”.
“La ricerca storica, e soprattutto quella archeologica, mirano a indagare sempre più accuratamente e con strumenti di ricerca quanto mai sofisticati – ha sottolineato il Papa – le memorie, le testimonianze del passato; tra queste rivestono, per noi, un particolare interesse quelle delle antiche comunità cristiane”.
“Ma la tecnologia, pur utilissima, da sola – ha aggiunto - non basta. Sono necessarie, innanzitutto, una reale competenza dei ricercatori, maturata attraverso studi approfonditi e tirocini faticosi, e la loro passione autentica per la ricerca, motivata proprio dall’interesse per l’esperienza umana, e quindi anche religiosa, che si cela e poi si rivela attraverso le testimonianze materiali”.
“Se questo può valere per ogni indagine archeologica, a maggior ragione – ha precisato il Pontefice – vale quando si studiano i monumenti cristiani, e particolarmente i martyria, le testimonianze archeologiche e monumentali che attestano il culto della comunità cristiana per un campione della fede, per un martire”. Benedetto XVI ha quindi citato, “tra i tanti siti archeologici in cui emergono i segni della presenza cristiana”, la Terra Santa, territorio “già fortemente segnato dalla presenza del popolo di Israele”, che “diviene anche l’ambito per eccellenza in cui ricercare i segni della presenza storica di Cristo e della prima comunità dei suoi discepoli”. A tal proposito, il Santo Padre ha lodato l’opera archeologica svolta da “padre Bagatti, padre Corbo e il compianto padre Piccirillo”, che “ha portato a notevolissime scoperte e acquisizioni”. Altro “polo strategico dell’indagine archeologica” è Roma: qui, “ma anche in molte altre località dove il cristianesimo si diffuse già nei primi secoli della nostra era, si possono ancor oggi ammirare e studiare numerosi elementi monumentali” che attestano “non solo una generica presenza cristiana, ma soprattutto una forte testimonianza dei cristiani”.
“I numerosissimi interventi monumentali e artistici dedicati ai martiri”, ha proseguito papa Benedetto, “scaturiscono da una convinzione sempre presente nella comunità cristiana, di ieri come di oggi: il Vangelo parla al cuore dell’uomo e si comunica soprattutto attraverso la testimonianza viva dei credenti”.
Così anche oggi la Chiesa, per parlare “efficacemente”, deve farsi, “anche nei contesti apparentemente più difficili o indifferenti all’annuncio evangelico, testimone della credibilità della fede, deve cioè saper offrire testimonianze concrete e profetiche attraverso segni efficaci e trasparenti di coerenza, di fedeltà e di amore appassionato e incondizionato a Cristo, non disgiunto da un’autentica carità, dall’amore per il prossimo”.
“Ieri come oggi – ha concluso – il sangue dei martiri, la loro tangibile ed eloquente testimonianza, tocca il cuore dell’uomo e lo rende fecondo, capace di far germogliare in sé una vita nuova, di accogliere la vita del Risorto per portare risurrezione e speranza al mondo che lo circonda”. Da ultimo, il Papa ha assegnato il Premio delle Pontificie Accademie, “per incoraggiare quanti vogliono offrire il loro contributo alla promozione e alla realizzazione di un nuovo umanesimo cristiano”, ex aequo allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e a Daria Mastrorilli, mentre è stata attribuita a Cecilia Proverbio la Medaglia del Pontificato.
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