mercoledì 30 novembre 2011

Da cardinale Benedetto XVI negò che si possano sciogliere matrimoni validi (Izzo)

PAPA: DA CARDINALE NEGO' CHE SI POSSANO SCIOGLIERE MATRIMONI VALIDI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 29 nov.

"Se la Chiesa accettasse la teoria che un matrimonio e' morto, quando i due coniugi non si amano piu', allora approverebbe con questo il divorzio e sosterrebbe l'indissolubilita' del matrimonio in modo ormai solo verbale, ma non piu' in modo fattuale".
Sono parole del cardinale Joseph Ratzinger, ripubblicate oggi dall'Osservatore Romano a sostegno dell'attuale dottrina cattolica sul matrimonio che esclude i divorziati risposati dalla possibilita' di ricevere l'Eucaristia, una posizione molto severa che secondo alcuni osservatori l'allora prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede avrebbe voluto invece innovare.
In due pagine di documenti, il quotidiano vaticano chiarisce oggi la questione, riproponendo anche la spiegazione che lo stesso Benedetto XVI ha poi fornito sulla vicenda, quando dopo l'elezione, rispondendo ai sacerdoti della diocesi di Aosta nel luglio 2005, aveva ammesso che la soluzione che egli stesso aveva ipotizzato - e cioe' che in casi specifici si potesse arrivare ad annullamenti pastorali e non giudiziari, basati sul fatto che i contraenti il matrimonio pur essendo battezzati non avevano davvero una fede matura - avrebbe avuto bisogno di ulteriori approfondimenti e non poteva dunque essere percorsa.
Nei testi pubblicati oggi, datati 1998, Jopseph Ratzinger afferma inoltre che "l'opinione, secondo cui il Papa potrebbe eventualmente sciogliere un matrimonio sacramentale consumato, irrimediabilmente fallito, deve pertanto essere qualificata come erronea". "Un tale matrimonio - ricorda - non puo' essere sciolto da nessuno. Gli sposi nella celebrazione nuziale si promettono la fedelta' fino alla morte".
Nel suo ragionamento, il cardinale Ratzinger ammette che molti si ribellano alla "durezza della legge" che finisce col prevalere "sulla comprensione per situazioni umane drammatiche". E afferma che le norme "devono essere tradotte dai predicatori e dai catechisti in un linguaggio, che corrisponda alle diverse persone e al loro rispettivo ambiente culturale".
Ma assicura che "il contenuto essenziale del Magistero ecclesiale in proposito deve essere mantenuto. Non puo' essere annacquato per supposti motivi pastorali, perche' esso trasmette la verita' rivelata". Anche se "certamente e' difficile rendere comprensibili all'uomo secolarizzato le esigenze del Vangelo, questa difficolta' pastorale - si legge nel testo pubblicato oggi a firma dell'ex prefetto divenuto Papa - non puo' condurre a compromessi con la verita'".
"Sul problema dei fedeli divorziati risposati, si deve inoltre sottolineare - sono ancora parole del cardinale Ratzinger - che i recenti documenti della Chiesa uniscono in modo molto equilibrato le esigenze della verita' con quelle della carita'".
"Se in passato nella presentazione della verita' talvolta la carita' forse non risplendeva abbastanza, oggi e' invece grande il pericolo di tacere o di compromettere la verita' in nome della carita'. Certamente la parola della verita' puo' far male ed essere scomoda.
Ma e' la via verso la guarigione, verso la pace, verso la liberta' interiore.
Una pastorale, che voglia veramente aiutare le persone, deve sempre fondarsi sulla verita'. Solo cio' che e' vero - e' la conclusione del ragionamento ratzingeriano - puo' in definitiva essere anche pastorale".

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