sabato 6 ottobre 2012

Sinodo sulla nuova evangelizzazione. Riaccendere la fede, una sfida per la Chiesa (Il Tempo)


VATICANO
DOMANI IL PAPA APRIRÀ L'ASSEMBLEA ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI SULLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

Riaccendere la fede, una sfida per la Chiesa

Parteciperanno anche il primate degli anglicani e il patriarca ecumenico di Costantinopoli

Cosa fare di fronte ad una società che tende sempre di più ad escludere il divino dal suo orizzonte? Come cercare di rinvigorire la fede di tanti battezzati che sono a dir poco indifferenti? Come dialogare con quanti si professano agnostici o atei? Come combattere quello che mons. Fisichella ha definito con efficacia «analfabetismo religioso»? In poche parole, come riscoprire e rendere attuale il mandato di Cristo «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura»? Sono argomenti che verranno affrontati dalla XIII assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi, che sarà aperta domani da una solenne celebrazione presieduta da Benedetto XVI in piazza S. Pietro, sul tema «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana» e che impegnerà fino al 28 ottobre 262 padri sinodali, un numero mai raggiunto prima, a dimostrazione dell'attenzione che ha sollevato questo appuntamento. Un evento che solo a prima vista riguarda la società occidentale. Come ha spiegato il segretario del Sinodo, mons. Nikola Eterovic, è stata una sorpresa «scoprire che vescovi delle Chiese per così dire più giovani hanno accolto molto bene questo tema. Anche in Africa si va insinuando l'influsso di visioni secolarizzate. La trasmissione della fede non è così scontata, anche perché in molti battezzati non è sufficientemente radicata. C'è una certa stanchezza nell'annuncio del Vangelo». Il Sinodo, «frutto» del Vaticano II, si inserisce nella celebrazione dei 50 anni del Concilio e dunque è logico che sia proiettato da una parte sul ruolo dei laici, dall'altro sull'ecumenismo. «Il contributo dei laici su questi temi - ha spiegato mons. Eterovic - è importante perché porteranno la loro esperienza viva». E sulla testimonianza il vescovo ha molto insistito: «Tutti i battezzati hanno il compito di annunciare il Vangelo. Nella maggioranza dei casi non si tratta di cose straordinarie. Una famiglia che vive in maniera cristiana malgrado le difficoltà annuncia già con la sua esistenza la presenza di Gesù». Mons. Eterovic ha sottolineato come nella secolarizzazione della società si nasconda un paradosso: «Da una parte si vuole vivere come se Dio non ci fosse, dall'altra c'è sete di trascendente. La Chiesa vede in questo un'opportunità di annunciare il messaggio di Cristo in un mondo nuovo, o meglio, in nuove culture». A patto di compiere una conversione «che riguarda tutti i cristiani, per rendere testimonianza con la propria vita e richiamare quanti si sono allontanati. La Chiesa ha bisogno di purificarsi: chi non vive quello che annuncia può provocare un effetto contrario. Spesso, invece, l'esempio concreto è più convincente di tante riflessioni teologiche, pure necessarie». Ma la Chiesa cattolica, come ha ricordato lo stesso mons. Eterovic, da sola non può arrivare ovunque. Un richiamo all'ecumenismo che si fa pratico con la presenza, al Sinodo, dei «delegati fraterni», rappresentanti di 15 Chiese e comunità non ancora in piena comunione con Roma. Particolare rilievo assume la partecipazione del primate anglicano Williams, che parlerà all'assemblea il 10 ottobre, e del patriarca di Costantinopoli che parteciperà alla solenne celebrazione eucaristica dell'11 ottobre. In quella occasione Benedetto XVI inaugurerà l'Anno della Fede e proclamerà dottori della Chiesa S. Giovanni d'Avila e S. Ildegarda di Bingen. Ci saranno anche una dozzina dei 69 presuli ancora vivi che parteciparono al Concilio Vaticano II. La Messa sarà una delle quattro che saranno presiedute dal Pontefice durante il Sinodo, insieme alle celebrazioni di apertura e di chiusura e alla canonizzazione di sette beati, il 21 ottobre. Da sottolineare la presenza all'assemblea di tre invitati speciali, tra cui il premio Nobel Werner Arber, protestante, presidente della Pontificia accademia delle scienze, che il 12 ottobre terrà alcune riflessioni sul rapporto tra scienza e fede.

© Copyright Il Tempo, 6 ottobre 2012 consultabile online anche qui.

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