sabato 20 ottobre 2012

Sinodo, evangelizzare, non fare proseliti, "per condividere una cosa bella" (Colagrande e Ondarza)


Sinodo, evangelizzare, non fare proseliti, "per condividere una cosa bella"

"Evangelizzare è svolgere un servizio non solo per la Chiesa, ma per tutta la società. E' importante che i cristiani imparino a riscoprire il loro ruolo nella società, una società che ha bisogno di noi. Ma per noi credenti evangelizzare non significa tanto riempire i banchi alla Messa della domenica". 
Tommaso Spinelli, catechista di giovani catecumeni presso l’Ufficio catechistico della Diocesi di Roma, uditore al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, racconta così la sua esperienza. 
"Quello che spinge ogni evangelizzatore - spiega - sono le esperienze fatte in prima persona. Il fatto di aver conosciuto sacerdoti che si sono spesi fino all'ultimo per gli altri. Io ho conosciuto delle cose talmente belle che non riuscirei a tenerle per me. Il solo pensiero che dei giovani possano crescere senza questo messaggio integrale che riguarda l'esistenza mi toglie l'aria". Una testimonianza in profonda sintonia con un'altra voce che arriva dal Sinodo, quella di p. Samir Khalil Samir sj, islamologo, che partecipa come 'esperto' all'assemblea. "Annunciare la Parola - spiega - è un ordine che Gesù ci dà nel Vangelo. 
Non è una questione di proselitismo o di propaganda. Non è una campagna per promuovere la fede. Si tratta di dire a chi cerca una vita migliore, pacifica, a chi cerca la serenità interiore, che noi abbiamo trovato la felicità attraverso il Vangelo. Ho scoperto una cosa bella e perché ti voglio bene te la comunico. Poi tu ne fai ciò che vuoi. Anche a livello del dialogo interreligioso è questo il senso più profondo: condividere le cose più belle che abbiamo. Evangelizzare significa annunciare che la 'Buona Novella' è un fattore di liberazione interna, di dominazione di sé, per spiritualizzare la mia vita e capire il più povero. Ogni essere umano cerca questo". (A cura di Fabio Colagrande e Paolo Ondarza, inviato della Rv al Sinodo dei Vescovi) 

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