domenica 14 ottobre 2012
La Chiesa ed il ruolo delle donne nel commento di Paolo Rodari
Nella Chiesa c'è voglia di quote rosa
di Paolo Rodari
Alle donne prete probabilmente la chiesa cattolica non arriverà mai. Ma intanto delle donne e del loro ruolo nella Chiesa se ne parla eccome al Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione riunito in questi giorni in Vaticano. Già, perché basta farsi un giro fuori dall'Italia, arrivare magari fin nei paesi del centro Europa e del Nord America, per vedere quanto nelle altre Chiese, quelle protestanti, alle donne vengano offerti ruoli di rango elevato: donne prete, addirittura donne vescovo.E Roma? Per ora discute. Più di 250 vescovi nell'Aula del Sinodo è anche di loro, delle donne che parlano, davanti a Benedetto XVI che ascolta ogni intervento in silenzio. Brian Joseph Dunn, vescovo canadese di Antigonish, ha tirato fuori un concetto che già l'Osservatore Romano, con una delle sue firme femminili di punta, Lucetta Scaraffia, aveva tempo fa sollevato. Il concetto è semplice: se vi fossero state più donne nei posti che contano della Chiesa molti dei problemi inerenti gli abusi sessuali commessi dai preti non si sarebbero verificati. Beninteso, nessuno arriva a insistere sulla necessità di concedere l'ordinazione alle donne, ma sul fatto che a loro occorrerebbe concedere incarichi che solitamente (ad esempio nella curia romana) spettano a monsignori e anche a vescovi non ci sono molti dubbi.Jospeh Dunn, dicevamo. Al Sinodo ha ricordato il dramma degli abusi sessuali sui minori commessi da parte dei preti e si è chiesto: «Come possiamo evangelizzare coloro che sono stati profondamente feriti da uomini di chiesa coinvolti in abusi sessuali?». E ancora: «Gesù si occupò dei disillusi ascoltando attentamente le storie dei discepoli per poi restituire loro una nuova consapevolezza della sua presenza. L'esempio di Gesù mostra che la nuova evangelizzazione, che deve aver luogo in piena crisi di abusi sessuali, avviene in almeno quattro modi differenti». Fra questi, «la formazione di gruppi pastorali composti da presbiteri e laici, come riflessione e riconoscimento ufficiali dei ministri ecclesiali laici, nonché mediante un deliberato e sistematico coinvolgimento delle donne, conferendo loro posizioni di guida a ogni livello di vita ecclesiale, e cioè permettendo loro di essere designate come lettrici e accoliti e istituendo il ministero del catechista. Quando ciò accadrà, lo Spirito verrà ascoltato di nuovo, la nostra fede verrà trasmessa con più efficacia». Donne prete no, dunque, ma poco ci manca.In merito ha detto la sua anche il primate del Belgio, il conservatore André Leonard, arcivescovo di Malines-Bruxelles. È stato lui a sollevare davanti all'assemblea uno dei temi più scottanti inerenti il rapporto fra evangelizzazione e contemporaneità: la questione femminile. Le donne, ha osservato sono i due terzi del popolo di Dio. «Tuttavia, molte si sentono discriminate. È il momento di dire che, se la Chiesa non ordina sacerdoti donne, non è perché sono meno capaci o meno degne! Anzi!». «È solo perché il sacerdote non è soltanto un ministro del culto ma anche un rappresentante di Cristo Sposo, venuto per sposare l'umanità. Rendiamo grazie per la qualità e la specificità del contributo consistente delle donne all'evangelizzazione. Gesti forti dovrebbero indicarlo chiaramente. Senza donne felici, riconosciute nella loro essenza e fiere di appartenere alla Chiesa, non ci sarà la nuova evangelizzazione». Il tema interroga i vertici del Vaticano da tempo. Un anno fa, a sollecitare un segnale fu il nuovo numero due della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, l'arcivescovo Savio Hon Tai Fai. Fu lui a dire che la Chiesa cattolica deve urgentemente supportare e promuovere la presenza femminile laddove si prendono le decisioni. Disse: «Tra il 70 e l'80 per cento dei nostri collaboratori nelle parrocchie e nelle missioni sono donne, quindi la Chiesa africana dovrebbe impegnarsi a incrementare il loro spazio negli ambiti nei quali vengono assunte le decisioni». In particolare, è prezioso il contributo «dell'altra metà del cielo» contro la «cultura di morte», soprattutto l'aborto e altri «veleni ideologici» provenienti dall'esterno delle società africane che stanno provocando l'erosione di valori tradizionali (come il senso della famiglia).Già nel 2006 Benedetto XVI disse parole nuove in merito. «Su questo argomento naturalmente si riflette molto - affermò il Pontefice -. Noi riteniamo che la nostra fede, la costituzione del Collegio degli Apostoli ci impegnino e non ci permettano di conferire l'ordinazione sacerdotale alle donne. Ma non bisogna neppure pensare che nella Chiesa l'unica possibilità di avere un qualche ruolo di rilievo sia di essere sacerdote. Nella storia della Chiesa vi sono moltissimi compiti e funzioni. A cominciare dalle sorelle dei Padri della Chiesa, per giungere al Medioevo, quando grandi donne hanno svolto un ruolo molto determinante, e fino all'epoca moderna». E aggiunse: «Così anche nel tempo moderno le donne devono - e noi con loro - cercare sempre di nuovo il loro giusto posto. Oggi, esse sono ben presenti nei dicasteri della Santa Sede».
© Copyright Il Giornale, 14 ottobre 2012 consultabile online anche qui.
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5 commenti:
ho gia avuto modo nei giorni scorsi di parlare dell'argomento elencando alcuni dei molti ruoli ecclesiali che le donne occupano: dalle insegnanti di Religione nelle scuole( che,sottolineo, sono la stragrande maggioranza!),alle catechiste,alle responsabili di cori parrocchiali,commissioni varie,consigli pastorali,uffici di curia,e poi ancora lettrici,chierichette,direttrici di giornali diocesani,teologhe,portavoce dei vescovi( nella mia diocesi la potavoce del vescovo è una donna)..e la lista potrebbe andare avanti ancora x molto!..quindi nn è vero che le donne son discriminate!..così pure non mi convince per niente il concetto secondo cui se le donne avessero avuto "maggiori ruoli" nella Chiesa le drammatiche vicende degli abusi sessuali non si sarebbero verificate o si sarebbero verificate in maniera minore..su quale base si fa un assunto del genere? in base a quali prove?..Su una cosa concordo in parte: è vero che in molti casi la sensibilità delle donne è diversa da quella di un uomo, è vero anche che spesso le donne hanno una visione della vita e della società in generale molto più cristiana di tanti uomini..ma talvolta è vero pure il contrario! conosco infatti personalmente donne che hanno una visione della vita,della famiglia e della società diametralmente opposta a quella che la Chiesa( e quindi Dio stesso) ci propone!..così come, per contro, conosco uomini con un pensiero e una visione molto più crisiana di tante donne!..non si deve fare quindi di tutta l'erba un fascio!..Il discorso è che quando si affronta l'argomento del "ruolo della donna nella Chiesa" si va sempre a finire lì: sula rivendicazione più o meno esplicita del "sacerdozio femminile". Rodari nel suo articolo cita tra l'altro( quasi elogiandole..x lo meno questa è la mia impressione) le comunità protestanti nelle quali sono presenti "donne prete e pure "donne vescovo", dimenticando però 2 cose: la prima è che i protestanti non riconoscono il sacramento dell'Ordine e quindi è errato e improprio usare il termine "prete" o "vescovo"..dovrebbe usare semplicemente "pastore" o,come nel caso in questione "pastora", che nel protestantesimo non prevede alcun tipo di concacrazione ne sacerdotale ne episcopale!. La seconda è che le comunità protestanti versano in una crisi profonda causata anche( se non soprattutto) dalle "aperture" fatte propio in materia di "sacerdozio femminile" e omosessualità. L'esodo di migliaia di fedeli e "pastori" verso la Chiesa cattolica soprattutto da parte delle comunità anglicane ( che fanno parte del mondo protestante) e x le quali il nostro grande Benedetto XVI ha istituito degli appositi ordinariati è sotto gli occhi di tutti!..e soprattutto dovrebbe essere DI MONITO a tutti!!..ma qualcuno evidentemente finge di non vedere!.....dirò di più : Cristo,che contrariamente alla mentalità del suo tempo teneva in grande considerazione le donne, ha però scelto gli apostoli esclusivamente tra 12 uomini. Se avesse voluto il "sacerdozio femminile" avrebbe scelto pure qualche "apostola" non vi pare?..invece non l'ha fatto,pur tenendo,ripeto,in grande considerazione le donne: Ed è proprio ciò che oggi la Chiesa cattolica( l'unica e sola Chiesa di Cristo) sta facendo oggi:dice NO al "sacerdozio delle donne" ma dice SI al giusto riconoscimento della donna all'interno della comunità ecclesiale. E questo riconoscimento ESISTE GIA', altimenti i ruoli che ho elencato sopra non potrebbero esistere! un ultima cosa: dal momento che Cristo stesso non ha previsto la figura femminile x il sacerdozio, non può x conseguenza esistere nemmeno la vocazione al sacerdozio x una donna!..quindi quelle (pochissime) donne che reclamano il sacerdozio lo fanno solo x una sorta di egoistica rivendicazione femminista di stampo 68ino!.niente più...
Non so da dove lei scriva,ma qui da noi in Emilia,le donne non so con quale titolo,al momento della distribuzione delle Sacre Specie,si alzano dal loro posto,vanno a prendere la pisside dal tabernacolo quasi sempre relegato in cappelle laterali e mai visibile a chi entra in chiesa,il sacerdote officiante si siede e loro amministrano l'Eucaristia,ora la mia domanda è,va bene che le donne abbiano 'ruoli'di responsabilità nella chiesa,ma talora mi pare si abusi di questa richiesta,a che sappia io il diaconato è prerogativa maschile o mi sbaglio?E se il prete non ha alcun evidente impedimento,non tocca a lui e non a chiunque(a meno di diaconi ben riconoscibili a disposizione)?Gradirei una risposta,se possibile, da lei che è molto più informato di me.FMG.
tra i ruoli che non ho ricordato nel lungo elenco di spazi che le donne hanno nella Chiesa c'è quello del "ministro straordinario dell'Eucaristia" al quale Lei si riferisce. Ecco un altro ruolo aperto alle donne, a dimostrazione,se ancora ce ne fosse bisogno,di quanto assurde e ideologiche siano le affermazioni di chi sostiene che le donne nella Chiesa siano discriminate. Il ministro straordinario è una persona,uomo o donna, ovviamente di sani principi, condotta di vita integra e di provata fede,che dopo apposito corso organizzato dalla diocesi, è abilitato a distribuire la S. Comunione. Il caso che lei riferisce, molto diffuso aimè in troppe parrocchie,rientra in quella serie di "abusi liturgici" che il nostro grande Papa tenta giustamente di correggere,non senza però trovare fortissime opposizioni soprattutto tra certo clero. Il ministro straordinario infatti distribuisce la Comunione IN AIUTO al sacerdote in casi "straordinari" ( appunto x questo è chiamato straordinario!),che so:ad es. x "velocizzare i tempi" in presenza di molti fedeli, ma, come lei giustamente sottolinea, NON DEVE sostituire il prete a meno che questi non abbia qualche particolare impedimento di carattere transitorio. Questo che lei segnala è chiaramente un abuso avvallato dal sacerdote e al quale,va detto,partecipa pure il ministro straordinario che se fosse onesto dovrebbe rifiutarsi di prestare il fianco a una situazione del genere. Ma si sa,le regole a qualcuno van strette e allora avanti allegramente con le "sperimentazioni d'avanguardia" in barba ai sacrosanti richiami di un Papa che troppi confratelli nel sacerdozio non hanno ascoltato e si ostinano a non ascoltare,con tutto ciò che ne consegue....é una questione di ruoli: il prete è " l'alter Cristus" che ha ricevuto la consacrazione sacerdotale..il ministro straordinario dell'Eucaristia no!..
Quello è un abuso bello e buono. E grave. Il prete non deve sedersi; non devono essere le donne, e neanche gli uomini a prelevare la pisside dal tabernacolo e distribuire la Comunione.
Denunciatelo al Vescovo, e se occorre alla Congregazione per il Culto e al Papa.
C'é un dovumento pontificio, voluto e firmato dal Beato Giovanni Paolo II, che abilita i fedeli a querelare i preti che commettono abusi liturgici. Usiamolo!
Come si può denunciare il vice rettore del seminario vescovile?Sa quali conseguenze e a quanti guai si va incontro?Siamo riusciti a far allontanare,ufficialmente per un periodo non ben definito in ritiro spirituale obbligato, un prete che all'altare negava la Verginità della Madonna e definiva sciocchezze l'esistenza di inferno,purgatorio e paradiso,lì almeno siamo stati ascoltati, per altri casi ci hanno fornito numeri di qualche ufficio romano,ma nessuno ha mai dato risposte adeguate.....FMG.
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