domenica 14 ottobre 2012
Il Sinodo auspica una primavera cristiana perché nei Paesi arabi ci sia più libertà e pace
Il Sinodo auspica una primavera cristiana perché nei Paesi arabi ci sia più libertà e pace
Pausa domenicale, oggi, al Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione. I lavori riprenderanno domattina, con il proseguimento della discussione generale. Ieri pomeriggio, invece, l’Assemblea episcopale ha affrontato il tema della presenza dei cristiani nei Paesi arabi, auspicando l’avvio di una “primavera cristiana” che aiuti lo sviluppo della libertà e della pace. Il servizio di Isabella Piro:
Una “primavera cristiana” che contribuisca, grazie alla nuova evangelizzazione, allo sviluppo di una vera “primavera araba” di democrazia, libertà, giustizia e pace contro tutte le forme di violenza e di soppressione dei diritti. E’ questo l’auspicio del Sinodo per il Medio Oriente e per quei Paesi – come Iraq, Egitto e Siria – in cui si riscontrano aggressioni ingiustificate contro i cristiani. Sono atti, affermano i vescovi, che deformano il volto dell’islam moderato.
Di qui, l’invito a promuovere il dialogo interreligioso, soprattutto attraverso la testimonianza di vita quotidiana. Anche perché – nota il Sinodo - basta un giorno per diventare musulmano ed è poi difficile rinunciare a questa religione, mentre un corso di catechismo dura in media tre anni, ma i battezzati si dimenticano facilmente della Chiesa cattolica, forse perché la loro fede è emotiva e superficiale.
Quindi, spazio ai giovani: i Padri sinodali ripongono in loro la fiducia della Chiesa, in quanto nuovi agenti di evangelizzazione, soprattutto fra i coetanei. Centrale, per questo, il sostegno alla famiglia, vera Chiesa domestica: chi ha figli, ha speranza, dicono i vescovi, mentre l’Europa, ad esempio, con la sua natalità in calo, sembra aver contratto il virus della paura del futuro.
Sulla stessa linea, anche l’apprezzamento che l’Assemblea episcopale esprime alle comunità ecclesiali di base e ai catechisti, ritenuti fondamentali per la nuova evangelizzazione, soprattutto là dove mancano i sacerdoti. Per loro, il Sinodo chiede condizioni lavorative migliori, un ministero stabile nella Chiesa ed una maggiore valorizzazione del loro operato. La premura del Sinodo va anche ai seminari, affinché riescano ad essere più autonomi dal punto di vista economico, e alle coppie divorziate che spesso si sentono incomprese ed escluse. Bisogna ricordare loro, invece, dicono i vescovi, che esse sono sempre nel cuore della Chiesa.
Infine, l’Assise sinodale richiama il legame tra fede e carità, ribadendo che esse devono procedere insieme: solo così infatti, la prima non sarà qualcosa di astratto e la seconda non rimarrà semplice filantropia.
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