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VATICANO: LOMBARDI, PROCESSO MAGGIORDOMO NON SARA' BREVISSIMO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 21 set.
"Che sia breve e' una possibilita' aperta, ma e' immensamente improbabile che il processo si risolva con una sola udienza". Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, prudentissimo nel presentare questa mattina ai giornalisti l'invito a comparire il prossimo 29 settembre alle 9,30, rivolto a Paolo Gabriele e Claudio Sciarpelletti con un decreto del presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Dalla Torre, si e' sbilanciato solo su questo punto. "Il calendario - ha spiegato - e' un argomento aperto, non e' possibile anticipare nulla sulla frequenza delle udienze e le rapidita' del procedimento, e dunque nemmeno prevedere se si sovrapporra' con gli eventi di ottobre", cioe' con il Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione (che inizia il 7 ottobre) e l'apertura dell'Anno della Fede (fissata per l'11).
Tutto - ha aggiunto padre Lombardi - dipendera' dalle eventuali eccezioni e dalle richieste che presenteranno ai giudici il promotore di giustizia (cioe' il pubblico ministero) Nicola Picardi e gli avvocati difensori, Cristiana Arru' per il maggiordomo infedele Gabriele (l'altro avvocato rotale che ha seguito l'istruttoria, il focolarino Carlo Fusco, infatti, ha declinato il mandato e non e' stato sostituito) e Gianluca Benedetti per l'informatico della Segreteria di Stato Sciarpelletti, accusato solo di favoreggiamento (nei diversi interrogatori ha dato versioni differenti sul perche' avesse nella sua scrivania delle buste con documenti riservati, alcune intestate proprio all'altro imputato). Sulla base delle loro richieste sara' compliato anche l'elenco dei testimoni. In merito a questo, padre Lombardi ha chiarito anche che se saranno chiamati a deporre, essendo il processo pubblico (tra l'altro in aula saranno presenti, scelti dai colleghi, 8 giornalisti, senza pero' la possibilita' di registrare suoni o immagini) sara' svelata l'identita' dei testi che nella requisitoria e nella sentenza di rinvio a giudizio erano identificati ciascuno con una lettera dell'alfabeto non corrispondente alle sue iniziali.
Padre Lombardi ha reso noti oggi anche i nomi dei due giudici che affiancheranno il presidente Dalla Torre e cioe' il professor Paolo Papanti Pellettier, che e' giudice ordinario del Tribunale Vaticano, e il professor Venerando Marano, che e' un giudice aggiunto (ed e' noto in Italia per essere il consulente giuridico della Cei). Le parti, ha detto inoltre padre Lombardi, hanno la possibilita' di presentare prove a difesa fino al 26 settembre, quindi tre giorni prima dell'inizio del processo. Se al processo gli imputati non vorranno essere presenti saranno giudicati in contumacia, come ammonisce il decreto di Dalla Torre.
Il portavoce della Santa Sede, infine, ha risposto a una domanda sul lavoro della commissione d'inchiesta formata da tre cardinali: "ha dato il suo rapporto al Papa e non si e' pubblicato nulla, anche perche' si segue la via processuale e non e' opportuno interferire con impostazioni di carattere diverso". Ugualmente, padre Lombardi ha ricordato che il processo che inizia e' per furto aggravato e le attivita' di indagine per gli altri reati per i quali c'e' stata denuncia da parte della Gendarmeria Vaticana (compreso l'attentato alla sicurezza dello Stato) saranno giudicati eventualmente in un secondo processo, se ci saranno prove a sufficienza. Gli uomini del generale Domenico Giani e il promotore Picardi continuano dunque il loro lavoro "con solerzia", cosi' come richiesto esplicitamente dal Papa.
Tutto - ha aggiunto padre Lombardi - dipendera' dalle eventuali eccezioni e dalle richieste che presenteranno ai giudici il promotore di giustizia (cioe' il pubblico ministero) Nicola Picardi e gli avvocati difensori, Cristiana Arru' per il maggiordomo infedele Gabriele (l'altro avvocato rotale che ha seguito l'istruttoria, il focolarino Carlo Fusco, infatti, ha declinato il mandato e non e' stato sostituito) e Gianluca Benedetti per l'informatico della Segreteria di Stato Sciarpelletti, accusato solo di favoreggiamento (nei diversi interrogatori ha dato versioni differenti sul perche' avesse nella sua scrivania delle buste con documenti riservati, alcune intestate proprio all'altro imputato). Sulla base delle loro richieste sara' compliato anche l'elenco dei testimoni. In merito a questo, padre Lombardi ha chiarito anche che se saranno chiamati a deporre, essendo il processo pubblico (tra l'altro in aula saranno presenti, scelti dai colleghi, 8 giornalisti, senza pero' la possibilita' di registrare suoni o immagini) sara' svelata l'identita' dei testi che nella requisitoria e nella sentenza di rinvio a giudizio erano identificati ciascuno con una lettera dell'alfabeto non corrispondente alle sue iniziali.
Padre Lombardi ha reso noti oggi anche i nomi dei due giudici che affiancheranno il presidente Dalla Torre e cioe' il professor Paolo Papanti Pellettier, che e' giudice ordinario del Tribunale Vaticano, e il professor Venerando Marano, che e' un giudice aggiunto (ed e' noto in Italia per essere il consulente giuridico della Cei). Le parti, ha detto inoltre padre Lombardi, hanno la possibilita' di presentare prove a difesa fino al 26 settembre, quindi tre giorni prima dell'inizio del processo. Se al processo gli imputati non vorranno essere presenti saranno giudicati in contumacia, come ammonisce il decreto di Dalla Torre.
Il portavoce della Santa Sede, infine, ha risposto a una domanda sul lavoro della commissione d'inchiesta formata da tre cardinali: "ha dato il suo rapporto al Papa e non si e' pubblicato nulla, anche perche' si segue la via processuale e non e' opportuno interferire con impostazioni di carattere diverso". Ugualmente, padre Lombardi ha ricordato che il processo che inizia e' per furto aggravato e le attivita' di indagine per gli altri reati per i quali c'e' stata denuncia da parte della Gendarmeria Vaticana (compreso l'attentato alla sicurezza dello Stato) saranno giudicati eventualmente in un secondo processo, se ci saranno prove a sufficienza. Gli uomini del generale Domenico Giani e il promotore Picardi continuano dunque il loro lavoro "con solerzia", cosi' come richiesto esplicitamente dal Papa.
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