domenica 9 settembre 2012

Il servizio episcopale nell'omelia del card. Bertone: «Osare nel nome di Cristo», correndo anche «il rischio dell'incomprensione e dell'ostilità», forte della testimonianza sempre attuale di san Filippo Neri (O.R.)

L'impegno del nuovo pastore di Ivrea, monsignor Edoardo Aldo Cerrato, ordinato vescovo dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone

Nello stile di san Filippo Neri


«Osare nel nome di Cristo», correndo anche «il rischio dell'incomprensione e dell'ostilità», forte della testimonianza sempre attuale di san Filippo Neri. Sono queste le linee del servizio episcopale che monisgnor Edoardo Aldo Cerrato sta per iniziare a Ivrea, così come le ha indicate il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato -- tra l'altro originario proprio della diocesi piemontese -- durante la messa per l'ordinazione del presule, celebrata sabato 8 settembre nella chiesa romana di Santa Maria in Vallicella.

Monsignor Cerrato -- che, dopo aver svolto per diciotto anni l'incarico di procuratore generale della congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri, prenderà possesso della diocesi il 7 ottobre -- ha risposto al mandato affidatogli dal cardinale Bertone a nome del Papa, con l'impegno a «guardare negli occhi» la gente di Ivrea per costruire un vero rapporto di amicizia personale. «Ciò in cui desidero crescere -- ha scritto nel primo messaggio alla sua diocesi -- è la mia amicizia con Gesù Cristo; ciò a cui tengo maggiormente è la vostra amicizia con Cristo; ciò di cui sono certo è che nell'amicizia personale di ognuno di noi con Cristo crescerà anche la nostra reciproca amicizia». In una parola monsignor Cerrato così presenta l'essenza del suo mandato: «Gesù Cristo diventi sempre più il centro della nostra vita».
Per realizzarlo servono paternità e servizio, ha detto il cardinale Bertone durante l'omelia. «A ragione sant'Agostino afferma che l'episcopato è amoris officium, compito e incarico d'amore. Tutte le specifiche articolazioni, i vari aspetti e doveri di questo ministero -- ha spiegato -- trovano qui, nell'amore, la loro sorgente e la loro forma compiuta. Un amore molto concreto, che anzitutto non separa mai Gesù Cristo dal suo corpo che è la Chiesa. Un amore che si traduce nell'ansia di portare a Cristo tutte le persone e di aiutarle nelle loro, spesso faticose, situazioni di vita».
Rivolgendosi direttamente al nuovo vescovo, il cardinale ha ricordato come Ivrea sia «una terra dalle profonde tradizioni religiose, segnata da ricchezze naturali, culturali e religiose». Ha quindi ripercorso la grande storia cristiana della popolazione di Ivrea, cresciuta alla luce dell'Assunta e dei compatroni san Savino e la beata Antonia Maria Verna, fondatrice delle suore di carità dell'Immacolata Concezione, e del «grande evangelizzatore» beato Varmondo, che si distinse nell'abbinare la carità evangelica all'impegno di annunciare la Parola di Dio. A monsignor Cerrato poi «certamente non mancherà anche l'aiuto e la preghiera dei suoi predecessori», i monsignori Arrigo Miglio, oggi arcivescovo di Cagliari -- conconsacrante insieme al nunzio apostolico in Italia, arcivescovo Adriano Bernardini -- e Luigi Bettazzi.
A Ivrea, si è detto sicuro il porporato, il nuovo vescovo porterà la ricchezza della sua lunga esperienza romana e del carisma oratoriano di san Filippo Neri, condito da una particolare devozione mariana. Per incoraggiarlo, il cardinale Bertone gli ha ricordato l'insegnamento di san Leone Magno: dabit virtutem qui contulit dignitatem, colui che ti dà la dignità dell'episcopato ti darà anche la forza e la capacità di esercitarlo, «soprattutto nei momenti di croce».
In questa prospettiva il segretario di Stato ha chiesto a monsignor Cerrato di spendersi «senza riserve come colui che ha appreso da Gesù la lezione del Buon Pastore», di non rassegnarsi «al distacco silenzioso della gente da Cristo, e quando le vie e forme tradizionali di apostolato appariranno, specialmente per gli adolescenti e i giovani di oggi, meno efficaci» è proprio quello il momento di saper «proporre e accogliere nuove forme, sull'esempio di san Filippo Neri». Il segreto è essere un «padre e pastore» che «proclama il Vangelo» annunciando «a tutti che Gesù Cristo, morto e risorto, è il Signore e Salvatore» e «incarnando la carità in tutte le necessità spirituali e materiali del popolo».
Tra i servizi essenziali del vescovo, ha ricordato il porporato riferendosi al rito liturgico dell'ordinazione, c'è l'impegno a «edificare il corpo di Cristo, che è la Chiesa, perseverando nella sua unità, insieme con tutto l'ordine dei vescovi, sotto l'autorità del Papa». Negli anni romani monsignor Cerrato «ha irrobustito -- ha ricordato il porporato -- il suo amore e la sua devozione verso il Papa quale punto di riferimento decisivo, da accogliere con apertura e docilità di cuore, da accompagnare e sostenere con la preghiera e con la condivisione pubblica del suo magistero. Per la Chiesa di Ivrea anche questo sarà un bene prezioso».
Sul nuovo vescovo, il cardinale ha invocato poi «l'abbondanza del dono dello Spirito Santo: solo Lui infatti può metterlo in grado di adempiere questi compiti, che superano di gran lunga le nostre forze e le misure umane», e di vivere così con la comunità di Ivrea un'«esperienza cristiana» nel segno delle parole di sant'Agostino «per voi sono pastore e con voi sono cristiano».
Un'altra ricchezza che monsignor Cerrato porterà in dono ad Ivrea è la spiritualità del beato oratoriano John Henry Newman. E proprio con le parole del grande cardinale inglese, il segretario di Stato ha espresso la gioia per l'ordinazione: «Lode a Colui che è Santissimo nell'alto dei cieli. E lode sia nella profondità. Bellissimo in tutte le parole, ma ben più in tutte le sue vie».
Infine il cardinale Bertone ha rivolto «un pensiero speciale» alle congregazioni dell'Oratorio: sono attualmente ottantaquattro in diversi Paesi di tre continenti. «Il congresso generale -- ha affermato -- si riunisce anche per eleggere» il successore di monsignor Cerrato. Da qui l'auspicio che «nella realtà oratoriana si rinnovi e si intensifichi l'impegno di “parlare al cuore” dei singoli e del mondo, nell'espletamento concreto delle varie attività e opere formative».

(©L'Osservatore Romano 9 settembre 2012)

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