domenica 23 settembre 2012

Continuare nel dialogo. I vescovi latini delle Regioni arabe dopo la visita di Benedetto XVI (Sir)

Su segnalazione di Laura leggiamo:

Continuare nel dialogo


I vescovi latini delle Regioni arabe dopo la visita di Benedetto XVI


Dal 17 al 20 settembre, ad Amman (Giordania), si sono riuniti i vescovi latini delle Regioni arabe (Celra), Giordania, della Palestina, di Israele, Egitto, Iraq, Siria, Libano, Emirati Arabi Uniti, Arabia del Nord, Kuwait, Bahrein e Somalia. Il programma dei lavori ha visto i vescovi affrontare temi come la visita in Libano di Benedetto XVI, l’Esortazione postsinodale “Ecclesia in Medio Oriente”, Primavera araba, il film blasfemo su Maometto fino alla crisi siriana. Al termine dell’assemblea è stato diffuso un comunicato, firmato dal presidente della Celra, il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, che riportiamo in sintesi. 


Visita di Benedetto XVI in Libano. “I vescovi della Celra hanno ammirato il coraggio di Benedetto XVI che ha voluto recarsi in Libano – benché il Medio Oriente attraversi un periodo molto critico della sua storia – per consegnare ai Vescovi l’Esortazione apostolica speciale che rappresenterà la tabella di marcia per i cattolici d’Oriente nei prossimi anni, essa infatti rappresenta un faro di luce sulla loro propria identità, le loro relazioni con gli altri cristiani e le altre religioni”. 


Esortazione apostolica post-sinodale. “Il Documento invita fortemente i cattolici a rinforzare lo spirito di comunione e lo spirito ecumenico tra le diverse Chiese, così come a promuovere, ancora di più, il dialogo interreligioso in vista della pace e della riconciliazione. L’Esortazione invita poi i cristiani ad approfondire la loro fede, a non emigrare né abbandonare i paesi nei quali vivono, malgrado le difficoltà della vita quotidiana. I cristiani sono invitati a costruire le loro società rispettive sulla base di una cittadinanza uguale, stabilita sui medesimi diritti e doveri”. 


Offesa dei sentimenti religiosi. “I Vescovi hanno condannato il film ‘Innocenza dei musulmani’ che ha profondamente urtato la sensibilità dei musulmani e hanno domandato alle Nazioni Unite e ai paesi del mondo intero di approvare leggi che impediscano di nuocere ai simboli religiosi col pretesto della libertà d’espressione e di punire i responsabili perché la libertà degli uni si ferma là dove comincia la libertà degli altri”. 


Situazione generale nei Paesi vicini. “La Celra ha fatto un quadro della situazione generale e soffermandosi sulle conseguenze della Primavera araba negli Stati che sono in questa fase. I vescovi si sono soprattutto concentrati sul conflitto siriano che ha provocato una crisi umanitaria, in particolare per i rifugiati che vivono condizioni umane drammatiche. I Vescovi hanno chiesto alle associazioni caritative cattoliche di continuare ad aiutare, mano nella mano, gli altri organismi umanitari. Hanno elogiato quanto fa la Giordania, il suo Re, il popolo e il governo per accogliere i rifugiati. Anche il Libano e l’Iraq hanno giocato un ruolo del tutto lodevole. Inoltre, i Vescovi hanno invitato ad una preghiera speciale per la pace e la riconciliazione in questo paese. Con queste intenzioni, tutti i presuli hanno partecipato a una preghiera nella chiesa parrocchiale di Madaba alla presenza di una grande folla di fedeli”. 


Una fede solida. Nel suo discorso di apertura il patriarca Twal aveva ricordato come l’anno pastorale 2012-2013 sia molto ricco di eventi, con l’Anno della Fede, il sinodo dei vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, il 50° dell’apertura del Concilio Vaticano II. “La vera sfida lanciata dai due sinodi (Chiese in Medio Oriente e Nuova evangelizzazione, ndr) alle Chiese orientali, alle Chiese apostoliche del Medio Oriente, è quella della fedeltà a Cristo e alla Chiesa che egli ha fondato, quella della loro comunione e della loro testimonianza. La nostra missione è chiamata a misurarsi coi cambiamenti dovuti al progresso che si traducono in una cresciuta diffidenza nei confronti di ciò che ci è stato trasmesso, o addirittura in una indifferenza totale a ciò che la Chiesa propone. Per affrontare le sfide attuali “non è sufficiente fare qualche ‘ritocco’ alla nostra attività pastorale; abbiamo bisogno di una fede solida, caratteristica dei martiri”. 


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