venerdì 7 settembre 2012

Chierichetti da Malta per le messe in San Pietro. D'estate sostituiscono i coetanei del preseminario san Pio X (O.R.)


D'estate sostituiscono i coetanei del preseminario san Pio X

Chierichetti da Malta per le messe in San Pietro

A Malta si è mobilitata un'intera nazione per le selezioni dei chierichetti che durante i mesi estivi hanno prestato servizio liturgico nella basilica di San Pietro. È stato una sorta di concorso e, al tempo stesso, di preparazione, pratica e dottrinale, al quale si sono sottoposti cento ragazzi, di età compresa tra i 10 e gli 11 anni, per poter trascorrere venti giorni in Vaticano come ministranti. Solo quaranta però hanno potuto realizzare il sogno, dopo aver superato due esami scritti. Come vademecum avevano la Guida al servizio liturgico nella basilica Vaticana, curata da un sacerdote dell'Opera don Folci che risiedeva nel Preseminario San Pio X, lo stesso all'interno delle mura leonine dove ogni estate vengono alloggiati i chierichetti maltesi.
La scelta dei candidati ha rispecchiato la geografia dell'arcipelago, in quanto gli organizzatori hanno cercato di avere un ragazzo per ogni parrocchia. Successivamente, durante un incontro a cadenza mensile, è stata impartita la formazione necessaria per servire la messa, con un occhio puntato anche al discernimento vocazionale. È questo, infatti, uno degli scopi dell'iniziativa che nel 2015 festeggerà i 50 anni di vita, come spiega monsignor Francis Bonnici, direttore della Pontificia Opera delle vocazioni sacerdotali. L'idea nacque nel 1964, quando il canonico della collegiata di San Paolo naufrago a La Valletta, Giuseppe Delia, organizzò un gruppo di chierichetti che si prendessero cura del servizio liturgico della basilica di San Pietro nel periodo in cui i ragazzi del Preseminario San Pio X erano in vacanza. «Questa esperienza ha una spiccata connotazione vocazionale -- aggiunge monsignor Bonnici -- poiché lascia un segno nella mente dei ragazzi. Li aiuta ad avere un respiro più ampio, a guardare alla Chiesa universale, a uscire dalle parrocchie e diocesi e a riconoscere la chiamata alla missione».
L'impatto vocazionale trova riscontro nei frutti dell'iniziativa: infatti, dei sette nuovi alunni entrati nel seminario di Malta, tre hanno fatto i chierichetti nel periodo estivo in San Pietro, così come molti altri sacerdoti e religiosi dell'isola. Alcuni lavorano oggi in Vaticano, come don Patrick Incorvaja, che nel 1985 era nel gruppo dei chierichetti e che ora è officiale del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. Il sacerdote ricorda con entusiasmo quel periodo.
L'occupazione principale del secondo gruppo di venti ragazzi che stanno svolgendo il loro servizio dal 23 agosto scorso fino al prossimo 10 settembre, è quello di accendere le candele, preparare l'altare, posizionare il messale, riempire le ampolline di acqua e vino e servire il sacerdote alla messa. La sveglia al mattino è molto presto, perché già alle 6.30 devono essere in basilica per prestare servizio liturgico alle messe celebrate dalle 7 alle 8.30. Poi tempo libero da dedicare alle gite culturali e a visitare la città di Roma. L'entusiasmo di poter accendere e far oscillare il turibolo con l'incenso, di portare le candele e i ceri, di partecipare alle processioni contagia questi ragazzi, che per una delle due settimane possono avere anche la compagnia dei loro genitori. E non è raro trovare ex chierichetti che hanno il figlio che sta facendo la stessa esperienza in San Pietro. È il caso di Joseph Vella, della parrocchia di Santa Maria Assunta a Mosta. Prestò servizio per sei settimane nell'estate del 1979 e ora accompagna il figlio Luca, che fa parte del gruppo in procinto di ripartire verso Malta lunedì prossimo.
Di scelta vocazionale ha anche parlato il vescovo Lanzani, delegato per la Fabbrica di San Pietro, nella messa per l'inizio del servizio del secondo gruppo di chierichetti, celebrata nella cappella del Coro della basilica di San Pietro, martedì mattina 28 agosto. Mancano operai nella vigna del Signore -- ha detto il presule -- e noi dobbiamo rispondere all'invito di Gesù di pregare il padrone perché li mandi. Cristo -- ha aggiunto -- ha bisogno di collaboratori, di apostoli per prolungare la sua presenza eucaristica e nei sacramenti. 

(©L'Osservatore Romano 7 settembre 2012)

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