Su segnalazione di Laura leggiamo:
Da un piccolo seme spezzato, un frutto: l’amore di Dio che trasforma ciò che è piccolo nelle parole del Papa all’Angelus
La grandezza dell’amore di Dio che “trasforma ciò che sembra insignificante” è al centro delle parole del Papa che all’Angelus ricorda la parabola del granello di senape. Poi il pensiero alla prossima Giornata Mondiale del Rifugiato, alla conclusione del Congresso Eucaristico nel pomeriggio in Irlanda e alla beatificazione della giovane Cecilia Eusepi. Il servizio di Fausta Speranza:
“La debolezza è la forza del seme, lo spezzarsi è la sua potenza”: così il Papa sottolinea il significato più alto delle parabole di Gesù sui semi della terra, che la liturgia ripropone oggi. Il seme che cresce anche se il contadino dorme e il granello di senape, più piccolo tra tutti. Sono metafora del Regno di Dio, spiega Benedetto XVI.
“Una realtà umanamente piccola, composta da chi è povero nel cuore, da chi non confida nella propria forza, ma in quella dell’amore di Dio, da chi non è importante agli occhi del mondo; eppure proprio attraverso di loro irrompe la forza di Cristo e trasforma ciò che è apparentemente insignificante”.
“Il Regno di Dio anche se esige la nostra collaborazione – afferma il Papa – è innanzitutto dono del Signore”. Tutto questo emerge in particolare dal “contrasto che esiste tra la piccolezza del seme e la grandezza di ciò che produce”. Da qui l’invito del Papa a fare esperienza di questo miracolo di Dio:
“La nostra piccola forza, apparentemente impotente dinanzi ai problemi del mondo, se immessa in quella di Dio non teme ostacoli, perché certa è la vittoria del Signore. È il miracolo dell’amore di Dio, che fa germogliare e fa crescere ogni seme di bene sparso sulla terra”.
“Il tempo presente è tempo di semina – afferma il Papa – e la crescita del seme è assicurata dal Signore”.
“E’ Lui il Signore del Regno, l’uomo è suo umile collaboratore, che contempla e gioisce dell’azione creatrice divina e ne attende con pazienza i frutti. Il raccolto finale ci fa pensare all’intervento conclusivo di Dio alla fine dei tempi, quando Egli realizzerà pienamente il suo Regno”.
Il granello di senape pur così minuto “è pieno di vita, dal suo spezzarsi nasce un germoglio capace di rompere il terreno, di uscire alla luce del sole e di crescere fino a diventare «più grande di tutte le piante dell’orto»”.
“Ogni cristiano, allora, sa bene di dover fare tutto quello che può, ma che il risultato finale dipende da Dio: questa consapevolezza lo sostiene nella fatica di ogni giorno, specialmente nelle situazioni difficili. A tale proposito scrive Sant’ Ignazio di Loyola: «Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio»”
Dopo la preghiera mariana, il pensiero del Papa alla Giornata Mondiale del Rifugiato promossa dalle Nazioni Unite il 20 giugno, che – ricorda il Papa – “vuole attirare l’attenzione della comunità internazionale sulle condizioni di tante persone, specialmente famiglie, costrette a fuggire dalle proprie terre, perché minacciate dai conflitti armati e da gravi forme di violenza”.
“Per questi fratelli e sorelle così provati assicuro la preghiera e la costante sollecitudine della Santa Sede, mentre auspico che i loro diritti siano sempre rispettati e che possano presto ricongiungersi con i propri cari.”
Poi la preghiera in comunione con quanti partecipano al “Congresso Eucaristico Internazionale, che durante questa settimana ha fatto di Dublino la città dell’Eucaristia”.
“Nel mistero dell’Eucaristia Gesù ha voluto restare con noi, per farci entrare in comunione con Lui e tra di noi. Affidiamo a Maria Santissima i frutti maturati in questi giorni di riflessione e di preghiera.”
Poi il Papa ricorda la beatificazione a Nepi, nella Diocesi di Civita Castellana, di Cecilia Eusepi, morta a soli 18 anni.
“Questa giovane che aspirava a diventare suora missionaria, fu costretta ad abbandonare il convento a causa della malattia, che visse con fede incrollabile, dimostrando grande capacità di sacrificio per la salvezza delle anime Negli ultimi giorni della sua esistenza, in profonda unione con Cristo crocifisso, ripeteva: «È bello darsi a Gesù, che si è dato tutto per noi».”
Tra i saluti in varie lingue, l’invito in francese a “vivere nella fiducia”. In inglese l’incoraggiamento “a pregare Dio perché trasformi la nostra debolezza e i desideri sinceri in grandi opere di amore”. In spagnolo la consapevolezza che “la partecipazione ai sacramenti e la preghiera costante fanno maturare frutti abbondanti di fede”. In polacco il Papa ricorda che la Chiesa ha celebrato nei giorni scorsi la Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù e la memoria del Cuore Immacolato della B. V. Maria e dunque augura di “imparare dal Cuore Divino di Gesù, che è traboccante di bontà e d’amore, la sensibilità alle necessità altrui, specialmente di chi è debole, provato dalla sofferenza”. In italiano il saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare quanti hanno partecipato agli incontri promossi dal Movimento dell’Amore Familiare su ‘La preghiera del Padre Nostro e le radici cristiane della famiglia e della società’, i fedeli delle parrocchie Madonna del Cavatore in Carrara e Natività di Nostro Signore Gesù Cristo in Roma, come pure quelli provenienti da Giulianova, Fermo, Fossalunga, Scandicci e Napoli. A tutti l’augurio di una buona domenica.
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