venerdì 19 ottobre 2012

Versaldi a sorpresa: No allo scandalismo su malgoverno. Finora il cardinale considerato vicino alla linea di trasparenza e 'tolleranza zero' di Benedetto XVI


Vaticano/ Versaldi a sorpresa: No allo scandalismo su malgoverno

L'intervento del prefetto degli Affari economici al Sinodo

Città del Vaticano, 19 ott. (TMNews) 

L'intervento che non ti aspetti. Il cardinale Giuseppe Versaldi è intervenuto al sinodo sulla 'nuova evangelizzazione' in corso in Vaticano con uno scritto - non pronunciato - sui generis.
Versaldi è il prefetto degli Affari economici della Santa Sede, una sorta di ragioniere generale dello Stato pontificio. Arcivescovo di Alessandria il cardinale Tarcisio Bertone lo ha voluto a tutti i costi a Roma Prima di assumere il ruolo di supervisore dei bilanci della Santa Sede, ha assolto un compito delicatissimo, uno dei cinque 'visitatori apostolici' che Benedetto XVI incaricò di indagare sui Legionari di Cristo dopo la scomparsa del fondatore Marcial Maciel - pedofilo seriale e tossicomane - e prima di commissariare la congrazione religiosa. Proprio questa settimana, peraltro, i Legionari hanno perso (per un "sabbatico" dovuto a motivi di salute) il direttore generale Alberto Corcuera. Versaldi, insomma, è un uomo noto per la sua vicinanza alla linea di trasparenza e 'tolleranza zero' di Benedetto XVI.
Al Sinodo, però, ha consegnato un intervento che pone l'accento sui rischi di un rigorismo eccessivo. Nei confronti di coloro che compiono "errori" nell'amministrare i "beni ecclesiastici", ha scritto, "deve valere nella Chiesa la presunzione di buona intenzione e di onestà fino alla dimostrazione del contrario anziché la facile accusa di interesse o di potere personale propria dei denigratori della Chiesa". Inoltre, "nei casi possibili di cattiva amministrazione dei beni ecclesiali, come terapia deve valere nella Chiesa la medicina evangelica della correzione fraterna. Prima della denuncia all' autorità deve valere il confronto personale per dare la possibilità di ravvedimento e riparazione. Trasparenza non significa automaticamente pubblicizzazione del male che porta allo scandalo. Solo se non c'è conversione, si deve ricorrere all'autorità competente - ha concluso Versaldi - alla quale spetta il compito di verificare le accuse senza che queste siano già considerate prova di malgoverno".
L'intervento di Versaldi segue di un giorno quello pronunciato da un altro cardinale di peso, Crescenzio Sepe. Ex prefetto di Propagande fide, in precedenza assessore della segreteria di Stato e segretario generale del grande Giubileo voluto da Wojtyla nel 2000, con l'arrivo di Benedetto XVI e del suo segretario di Stato Bertone Sepe è stato inviato a Napoli come arcivescovo. E ieri, in un'intervista al settimanale diocesano 'Nuova Stagione', è tornato a farsi sentire con parole riecheggiate ben oltre il capolouogo campano. "Siamo noi 'uomini della Chiesa' i primi a sfigurare il volto santo della nostra Madre Chiesa", è stata la denuncia di Sepe. "E' rimasta famosa la frase dell'allora Cardinale Ratzinger, pronunciata alla Via Crucis al Colosseo, sulla 'sporcizia' nella Chiesa. Ma si ha l'impressione che alla 'sporcizia' si sia aggiunta anche tanta zavorra. Penso al fenomeno subdolo e impalpabile, intorno al quale s'attorcigliano e s'annidano veri e propri mali che si chiamano, per esempio, carrierismo o centralismo, parenti, peraltro, molto stretti tra loro. Sono scandali che non aiutano quanti sono alla ricerca di Cristo".
Parole che cadono a pochi giorni da un discorso a tratti drammatico pronunciato dal Papa nel cinquantesimo anniversario del Concilio vaticano II: "In questi 50 anni abbiamo imparato, esperito che il peccato originale esiste e si traduce sempre di nuovo in peccati personali che possono anche divenire strutture del peccato. Abbiamo visto che nel campo del Signore c'è sempre la zizzania, nella rete di Pietro ci sono anche pesci cattivi, che la fragilità umana è presente anche nella Chiesa, che la nave della Chiesa sta navigando anche con vento contrario e con tempeste che minacciano la nave e qualche volta abbiamo pensato il Signore dorme e ci ha dimenticato". Frasi che fanno velato riferimento agli scandali che - pur affondando le radici nei decenni passati - hanno investito negli ultimi tempi il Vaticano. A partire dallo scandalo pedofilia (solo due giorni prima, il nove ottobre, il Papa ha accettato le dimissioni del vescovo cileno Marco Antonio Ordenes Fernandez, accusato di abusi sessuali su minori). Una battaglia che ha visto, al fianco di Ratzinger, mons. Charles J. Scicluna, promotore di giustizia della congregazione per la dottrina della fede, nominato la scorsa settimana vescovo nella sua nativa Malta. Quanto allo scandalo 'Vatileaks', dopo la condanna del maggiordomo del Papa Paolo Gabriele, in attesa della grazia papale, a fine del sinodo dovrebbe celebrarsi il secondo processo, quello a carico del tecnico informatico della sgereteria di Stato Claudio Sciarpelletti. Quanto alle ricadute 'di governo', il Papa, prima di andare a Castel Gandolfo questa estate, aveva rinnovato la sua "personale fiducia" al cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone in una lettera nella quale esprimeva "rammarico" per le "ingiuste critiche" levatesi nei confronti di Bertone, oggetto in quei giorni di ipotesi giornalistiche di dimissioni.

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