Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 26 ott.
Nelle parrocchie "continua ad essere decisivo il ministero del sacerdote, padre e pastore del suo popolo" ma, al termine dell'Assemblea sinodale, esprimendo "a tutti i presbiteri gratitudine e vicinanza fraterna per il loro non facile compito" i vescovi raccomandano che sia "sostenuta la presenza dei diaconi, come pure l'azione pastorale dei catechisti e di tante altre figure ministeriali e di animazione nel campo dell'annuncio e della catechesi, della vita liturgica, del servizio caritativo, nonche' le varie forme di partecipazione e corresponsabilita' da parte dei fedeli, uomini e donne, per la cui dedizione nei molteplici servizi nelle nostre comunita' non saremo mai abbastanza riconoscenti".
"A tutti costoro - scrivono i 262 presuli riuniti a Roma - chiediamo di porre la loro presenza e il loro servizio nella Chiesa nell'ottica della nuova evangelizzazione, curando la propria formazione umana e cristiana, la conoscenza della fede e la sensibilita' ai fenomeni culturali odierni". "Guardando ai laici - continua il testo approvato oggi in assemblea e subito diffuso - una parola specifica va alle varie forme di antiche e nuove associazioni e insieme ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunita', tutti espressione della ricchezza dei doni che lo Spirito fa alla Chiesa". "Anche a queste forme di vita e di impegno nella Chiesa esprimiamo gratitudine, esortandoli alla fedelta' al proprio carisma e alla convinta comunione ecclesiale, in specie nel concreto contesto delle Chiese particolari", scrivono i presuli ricordando pero' al contempo che "testimoniare il Vangelo non e' privilegio di alcuno". "Riconosciamo con gioia - esortano infatti - la presenza di tanti uomini e donne che con la loro vita si fanno segno del Vangelo in mezzo al mondo. Li riconosciamo anche in tanti nostri fratelli e sorelle cristiani con i quali l'unita' purtroppo non e' ancora perfetta, ma che pure sono segnati dal Battesimo del Signore e ne sono annunciatori". "In questi giorni - raccontano i sinodali - e' stata un'esperienza commovente per noi ascoltare le voci di tanti autorevoli responsabili di Chiese e Comunita' ecclesiali che ci hanno testimoniato la loro sete di Cristo e la loro dedizione all'annuncio del Vangelo, anch'essi convinti che il mondo ha bisogno di una nuova evangelizzazione". Siamo grati al Signore - concludono - per questa unita' nell'esigenza della missione".
(AGI)
SINODO: APERTI A POVERI, AI FERITI DALLA VITA E A CHI NON CREDE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 26 ott.
"La Nuova Evangelizzazione ha il volto del povero. Mettersi accanto a chi e' ferito dalla vita non e' solo un esercizio di socialita', ma anzitutto un fatto spirituale". Lo scrivono i 262 vescovi di tutto il mondo nel tradizionale Messaggio del Sinodo al Popolo di Dio. "Ai poveri va - ricordano - riconosciuto un posto privilegiato nella nostre comunita', un posto che non esclude nessuno, ma vuole essere un riflesso di come Gesu' si e' legato a loro. La presenza del povero nelle nostre comunita' e' misteriosamente potente: cambia le persone piu' di un discorso, insegna fedelta', fa capire la fragilita' della vita, domanda preghiera; insomma, porta a Cristo".
"Il gesto della carita' - affermano pero' i presuli nel testo approvato in aula e subito diffuso alla stampa - esige di essere accompagnato dall'impegno per la giustizia, con un appello che riguarda tutti, poveri e ricchi". Per questo, spiegano i padri sinodali, la dottrina sociale della Chiesa deve essere inserita "nei percorsi della nuova evangelizzazione e la cura della formazione dei cristiani che si impegnano a servire la convivenza umana nella vita sociale e nella politica". Mobilitandosi per la Nuova Evangelizzazione, le comunita' ecclesiali debbono inoltre rappresentare "santuari interiori e templi di pietra, che siano incroci obbligati per il flusso di esperienze in cui rischiamo di confonderci. Spazi in cui tutti si possano sentire accolti, anche chi non sa bene ancora che cosa e chi cercare", scrivono ancora i vescovi sottolineando la testimonianza che offrono nella Chiesa anche i religiosi contemplativi.
"Il dialogo della Chiesa - si legge ancora nel Messaggio - ha un suo naturale interlocutore, infine, nelle religioni. Si evangelizza perche' convinti della verita' di Cristo, non contro qualcuno. Il Vangelo di Gesu' e' pace e gioia, e i suoi discepoli sono lieti di riconoscere quanto di vero e di buono lo spirito religioso degli uomini ha saputo scorgere nel mondo creato da Dio e ha espresso dando forma alle varie religioni". Per i vescovi, dunque, "il dialogo tra le religioni vuole essere un contributo alla pace, rifiuta ogni fondamentalismo e denuncia ogni violenza che si abbatte sui credenti, grave violazione dei diritti umani". "Le Chiese di tutto il mondo - conclude il Sinodo - sono vicine nella preghiera e nella fraternita' ai fratelli sofferenti e chiedono a chi ha in mano le sorti dei popoli di salvaguardare il diritto di tutti alla libera scelta e alla libera professione e testimonianza della fede".
(AGI)
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