Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 9 ott.
"Anche se indispensabile, l'organizzazione istituzionale della Chiesa non e' sufficiente: gran parte dell'umanita' di oggi non ritrova il Vangelo nell'evangelizzazione permanente della Chiesa"".
Lo denuncia al Sinodo il presidente del Consiglio Episcopale Latinoamericano, l'arcivescovo messicano Carlos Aguiar Retes.
"La Nuova Evangelizzazione - spiega presentando in aula il rapporto sul Continente americano - esige la comunione ecclesiale Per raggiungere la Nuova Evangelizzazione e trasmettere la fede alle nuove generazioni, la Chiesa deve farsi in tutta onesta' un esame di coscienza sul modo di vivere la fede". "In Africa - rileva da parte sua il cardinale Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam in Tanzania e presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar - vi sono elementi culturali che impediscono una vera evangelizzazione. Tra questi elementi si possono citare i perenni conflitti su base tribale, le malattie, la corruzione, il traffico di esseri umani, l'atrocita' degli abusi sui bambini e la violenza nei confronti dei minori e delle donne".
Secondo il presidente del SECAM, "un altro ostacolo che la Nuova Evangelizzazione in Africa non deve trascurare e' l'attualita' del fondamentalismo islamico nel continente. A tale riguardo, gli evangelizzatori devono affrontare la difficolta' di dialogare con la grande maggioranza di bravi musulmani, che pero' non si esprimono, e con i piccoli gruppi di fondamentalisti, che non sono disposti ad accettare nemmeno la verita' oggettiva che viene contrapposta alla loro posizione preconcetta". Parlando ai 262 vescovi di tutto il mondo che partecipano al Sindo, il porporato mette in guardia dal rischio di impoverire l'Africa "importando" il suo clero in altri Continenti che sofforno della crisi delle vocazioni: "la Chiesa in Africa viene privata degli evangelizzatori piu' qualificati, mentre la Chiesa occidentale, ricca dal punto di vista materiale, riceve evangelizzatori il cui obiettivo principale e' il guadagno materiale"."Tutti i paesi dell'Oceania - rileva invece monsignor John Atcherley Dew, arcivescovo di Wellington, presidente della della Federazione delle Conferenze dei Vescovi Cattolici di Oceania - sono ormai decolonizzati da ben 50 anni oppure hanno raggiunto una qualche forma di autogoverno, mentre altri stanno ancora lottando per trovare una modalita' di governo che rifletta sia le loro peculiarita' culturali, sia le istanze di una moderna democrazia, per esempio Fiji e Tonga". Secondo il presule, l'attuale e costante instabilita' politica di tanto in tanto esplode in atti di violenza, talvolta con perdita di vite umane. Molti di questi paesi/diocesi - pero' - sono seriamente colpiti dal cambiamento climatico, per esempio le isole Kiribati, Tuvalu, Tokelau, Rotuma, le Isole Cook Settentrionali e la Polinesia Orientale, situate a poca altezza sul livello del mare". "Il mare e la terra, l'acqua e il suolo... con il loro splendore e la loro bellezza - ha affermato - sono gravemente minacciati e ancor piu' lo sono le persone che dipendono dai doni del mare e della terra. La preoccupazione della Chiesa nei confronti dei poveri e dei piu' fragili deve rivolgersi anche alle particolari esigenze di potenziali profughi ambientali". Sull'Asia ha parlato il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Bombaye e segretario Generale della "Federation of Asian Bishops' Conferences". "L'India e la Cina, dove vive il 37% della popolazione mondiale - ricorda - stanno emergendo quali protagonisti della scena internazionale in molti settori". "Le sfide che dobbiamo affrontare - dice il cardinale indiano - sono immense. Ma le possibilita' sono grandi. La giovane Asia e' benedetta da un'esplosione di comunicazioni senza precedenti. Cio' non va visto come una minaccia, bensi' come un gran dono di Dio, da usare per diffondere la Buona novella" Soffermandosi sul contesto asiatico, il cardinale Gracias, sottolinea che in questa cultura "la religione e' piu' il discepolato di una persona che l'adesione a una dottrina o l'obbedienza a una serie di regole". "L'adesione a una dottrina nasce - fotografa Gracias - come il frutto dell'essere discepolo di un maestro. Inoltre la mentalita' asiatica trova maggior significato nella preghiera contemplativa che nella meditazione discorsiva". "Queste - conclude - sono ricchezze su cui possiamo lavorare e condividere col mondo. Le nostre liturgie rappresentano un punto centrale della nostra fede cristiana, ma se la contemplazione viene posta al centro almeno del servizio para liturgico, cio' potrebbe portare una profonda gioia alla nostra gente, che sente la presenza di Dio e da lui si sente rafforzata".
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SINODO: APPELLO DI SODANO, SERVONO UMILTA', CORAGGIO E OTTIMISMO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 9 ott.
"Vorrei concludere con un appello che mi sento di fare, non come decano del Collegio Cardinalizio, quanto come decano, per anzianita', dei vescovi presenti: portiamo avanti il nostro lavoro d'evangelizzazione con grande umilta', sapendo che non siamo i primi a lavorare nella vigna del Signore ne' saremo gli ultimi". Con queste parole il cardinale Angelo Sodano conclude il suo intervento al Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione. "Con coraggio ed ottimismo - aggiunge - pur riconoscendo le grandi difficolta' esistenti nella presente situazione" della CVhiessa e del mondo. Per il cardinale Sodano, "la nuova evangelizzazione, a cui ora siamo chiamati, non vuole essere soltanto uno slogan o una nuova tecnica, come accade oggi per la cosiddetta nuova alfabetizzazione, che vuole insegnare ad usare i metodi di comunicazione on line". "Si tratta invece - spiega - di un'evangelizzazione nuova nel senso indicatoci dagli ultimi Romani Pontefici, per affrontare le sfide che la Chiesa oggi trova dinnanzi a se', vincendo ogni forma di scetticismo e confidando nell'aiuto del Signore". "Ci troviamo di fronte - conclude - a un'impresa grandiosa, che vede coinvolti cielo e terra, un'opera misteriosa per l'intervento preveniente e concomitante della grazia di Dio". Che, nonostante "la presenza devastante del Maligno nella storia umana", alla fine, auspica il decano del Collegio Cardinalizio,"sia la potenza vittoriosa di Cristo a splendere su tutte le miserie umane".
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SINODO: CARDINALE RYLKO, MOVIMENTI NON SONO ANCORA VALORIZZATI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 9 ott.
Nella Chiesa Cattolica "purtroppo movimenti e nuove comunita' rimangono ancora una risorsa non ancora pienamente valorizzata nella Chiesa, un dono dello Spirito e un tesoro di grazie ancora nascosti agli occhi di molti Pastori, forse intimoriti dalla novita' che apportano alla vita delle diocesi e delle parrocchie". Lo denuncia il cardinale Sranislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio pee i laici, nel suo intervento al Sinodo. "Il Santo Padre - spiega - e' ben consapevole di questa difficolta', percio' esorta i Pastori a non spegnere i carismi, essere grati anche se sono scomodi". Secondo il cardinale Rylko, "si esige dunque una vera 'conversione pastorale' dei vescovi e dei preti, chiamati a riconoscere che i movimenti sono innanzitutto un dono prezioso piuttosto che un problema".
"Lo slancio missionario delle nuove realta' - afferma il porporato polacco - non deriva da un entusiasmo emotivo e superficiale, ma scaturisce da esperienze molto serie ed esigenti di formazione dei fedeli laici ad una fede adulta, capace di rispondere adeguatamente alle sfide della secolarizzazione".
"La novita' della loro azione - per Rylko - non va ricercata nei loro metodi, ma nella capacita' di riaffermare la centralita' di Dio nella vita dei cristiani, una questione fondamentale negli insegnamenti del Santo Padre Benedetto XVI".
E se "i metodi di evangelizzazione che movimenti e nuove comunita' adottano sono all'apparenza diversissimi, veramente multiformi", tutti risultano - assicura il capodicastero - riconducibili alle 'tre leggi della nuova evangelizzazione' che l'allora cardinale Ratzinger formulo' per catechisti e insegnanti di religione in occasione del Giubileo del 2000: innanzitutto la 'legge dell'espropriazione', ovvero non parlare a nome proprio, ma a nome della Chiesa, il coraggio di evangelizzare con pazienza e perseveranza, senza pretendere di ottenere risultati immediati, e infine accettare la logica della croce". "In queste leggi - conclude - e' racchiuso il segreto piu' profondo dell'efficacia dell'impegno evangelizzatore della Chiesa in tutti i tempi".
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