sabato 13 ottobre 2012

Sinodo: abusi sessuali impediscono evangelizzazione. Ausiliare caldeo: in Iraq si evangelizza con la testimonianza. Accademia Scienze: la Genesi conferma l'evoluzionismo (Izzo)


SINODO: ABUSI SESSUALI IMPEDISCONO EVANGELIZZAZIONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 ott. 


"Come possiamo evangelizzare coloro che sono stati profondamente feriti da uomini di chiesa coinvolti in abusi sessuali?". E' questo il drammatico quesito posto ai padri sinodali da monsignor Brian Joseph Dunn, vescovo di Antigonish in Canada. 
"Gesu' - ha ricordato il presule - si occupo' dei disillusi ascoltando attentamente le storie dei discepoli per poi restituire loro una nuova consapevolezza della sua presenza". Secondo monsignor Dunn, l'esempio di Gesu' mostra che e' necessaria "un'autentica opportunita' di ascolto e comune discernimento per comprendere la profondita' del dolore, della rabbia e della delusione derivanti da questo scandalo". "Tale ministero di ascolto - ha proposto il vescovo canadese - potrebbe entrare a far parte del ministero di ogni diocesi sotto forma di ufficio di meditazione, dove le persone possano sfogare il proprio dolore e cercare un'idonea riconciliazione".
Il vescovo ha elencato le misure necessarie per affrontare il dramma della pedofilia: prima di tutto, ha detto, occorre "analizzare i motivi che hanno portato a questa crisi e  mettere a punto misure atte a creare ambienti sicuri per i bambini e per i piu' vulnerabili nella comunita' dei fedeli".
 Occorre inoltre, ha spiegato "fare si' che tutti i rapporti e le strutture in seno alle nostre parrocchie e Chiese locali siano permeati da uno spirito di comunione mediante un dialogo che avvicini le persone, riconosca la presenza dello Spirito di Dio all’opera nei membri della comunita' e assista quanti ritengono che la loro voce non venga mai ascoltata dalla Chiesa". 

Infine monsigor Dunn ha chiesto ai confratelli vescovi di incoraggiare la corresponsabilita' con opportuni cambiamenti in alcune strutture della Chiesa, nonche' nella mentalita', nell'atteggiamento e nell'emotivita' con cui si opera a stretto contatto con i laici. Questi cambiamenti potrebbero tradursi nella formazione di gruppi pastorali composti da presbiteri e laici, come riflessione e riconoscimento ufficiali dei ministri ecclesiali laici, nonche' mediante un deliberato e sistematico coinvolgimento delle donne, conferendo loro posizioni di guida ad ogni livello di vita ecclesiale, e cioe' permettendo loro di essere designate come lettrici e accoliti e istituendo il ministero del catechista".
Secondo il presule, solo "quando cio' accadra', lo Spirito verra' ascoltato di nuovo, la nostra fede verra' trasmessa con piu' efficacia, saremo rinnovati nella nostra fede e la nostra testimonianza diverra' - ha concluso - piu' autentica nel nostro mondo contemporaneo". 


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SINODO: AUSILIARE CALDEO, IN IRAQ SI EVANGELIZZA CON LA TESTIMONIANZA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 12 ott. 

"La piccola comunita' cattolica dell'Iraq offre la sua silenziosa testimonianza di carita', come unica forma possibile di evangelizzazione". Lo ha detto al Sinodo il vescovo ausiliare caldeo di Bagdad Shlemon Warduni, che ha ricordato l'invito di Giovanni XXIII a "scuotere la polvere accumulata". 
"Questo Sinodo - ha poi spiegato alla Radio Vaticana - muove tutte le forze della Chiesa:  dobbiamo riunirci e chiedere la grazia dello Spirito Santo" nella consapevolezza che "la testimonianza influisce sulle persone quando vedono le nostre opere".
"Nei Paesi musulmani - ha spiegato il presule iracheno - non si puo' quasi parlare di evangelizzazione, perche' la gente pensa che la propria religione sia la prima tra tutte le religioni e non e' consentito convertirsi al cristianesimo". 
"Dobbiamo predicare il Vangelo dai tetti pero' - conclude monsignor Warduni -  dobbiamo fare questo con grande sapienza, con grande saggezza, per non spingere gli altri a dire: 'vogliono farci cristiani'".

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SINODO: ACCADEMIA SCIENZE, LA GENESI CONFERMA EVOLUZIONISMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 13 nov. 

"Nella Genesi  possiamo individuare una buona coerenza tra la fede religiosa delle origini e la conoscenza scientifica degli sviluppi evoluzionistici". Lo sottolinea - nel suo intervento al Sinodo - il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, professor Werner Arber, docente di microbiologia al Biozentrum dell'Universita' di Basilea, per il quale "lasciando da parte la questione della Rivelazione, si tratta chiaramente di un racconto logico della possibile origine evoluzionistica delle cose secondo avvenimenti immaginati che avevano portato alla natura osservata dalle antiche  popolazioni".
Secondo il presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, infatti, il racconto biblico "propone una sequenza logica di avvenimenti in cui la creazione del nostro pianeta Terra potrebbe essere stata seguita dalla costituzione delle condizioni per la vita. Vennero quindi introdotte le piante che hanno fornito, in un secondo momento, il cibo per gli animali prima che venissero infine introdotti gli esseri umani".
"Dalla genealogia descritta nell'Antico Testamento, posso anche concludere - afferma il professor Arber - che i suoi autori erano consapevoli delle varianti fenotipiche, cioe' genetiche: le persone descritte avevano le proprie caratteristiche personali, non rappresentavano quindi cloni geneticamente identici ad Adamo ed Eva".  

Dunque non c'e' affatto contrapposizione tta la ricerca scientifica e il promo libro della Bibbia, che anzi "rappresenta la testimonianza di una antica visione scientifica del mondo gia' esistente diverse migliaia di anni fa e riflette un'ampia concordanza tra la fede religiosa e la conoscenza scientifica disponibile all'epoca".
"Oggi e' nostro dovere - rileva lo scienziato - custodire (e, ove necessario, ristabilire) tale coerenza sulla base della migliorata conoscenza scientifica ora disponibile".

"Secondo la mia opinione - spiega Arber - la conoscenza scientifica e la fede sono, e devono rimanere, elementi complementari del nostro sapere orientativo". E dunque "riconoscendo l'importanza dell'evoluzione della vita e dei suoi habitat ambientali", occorre accettare che "la conoscenza  scientifica possa influenzare, insieme ad altri elementi del nostro sapere orientativo, le attivita' umane, compresa l'applicazione della conoscenza scientifica a vantaggio del benessere dell'umanita' e di un ambiente inalterato idoneo a uno sviluppo sostenibile a lungo termine  del nostro pianeta terra e dei suoi abitanti".  
Da parte sua, conclude, "la Pontificia Accademia delle Scienze cerca di assolvere al proprio compito di seguire con occhio critico lo sviluppo delle ricerche scientifiche e i progetti di applicazione della conoscenza acquisita offrendo importanti suggerimenti a favore di uno sviluppo  sicuro, responsabile e sostenibile". 

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