martedì 23 ottobre 2012

Sette santi per la nuova evangelizzazione. La canonizzazione in piazza San Pietro (O.R.)

La canonizzazione in piazza San Pietro

Sette santi per la nuova evangelizzazione


Sette santi per la nuova evangelizzazione. Durante i lavori del Sinodo dei vescovi, più volte è stata rilevata la necessità di guardare ai santi, come efficaci annunciatori del Vangelo, grazie alla loro testimonianza di vita. Una risposta a queste sollecitazioni è stata la canonizzazione di sette beati che Benedetto XVI ha compiuto, domenica mattina, 21 ottobre, Giornata missionaria mondiale, in piazza San Pietro, davanti a circa 80.000 fedeli. 

Sono giunti da ogni parte del mondo, in particolare dall'isola di Molokai con i caratteristici costumi hawaiani, dal Canada, con i tradizionali e pittoreschi copricapo delle tribù dei nativi del Nord America, e dalle Filippine, a migliaia, per festeggiare il secondo santo della loro nazione.
Il Papa ha iscritto nell'albo dei santi i nomi di tre uomini e di quattro donne di diverse epoche, culture, lingue e origini, ma accomunati dall'aver vissuto con coerenza gli impegni battesimali e la vocazione universale alla santità. Si tratta di due martiri, il gesuita francese Jacques Berthieu e il catechista filippino laico Pedro Calungsod; di un sacerdote, il bresciano Giovanni Battista Piamarta, fondatore dell'Istituto degli Artigianelli e di due congregazioni religiose; di due suore, la spagnola María Carmen Sallés y Barangueras, fondatrice delle concezioniste missionarie dell'insegnamento, e la statunitense di origine tedesca Marianne Cope, del terz'ordine di san Francesco di Syracuse; e di due laiche, la nativa americana, Kateri Tekakwhita, e la bavarese Anna Schäffer.
Il rito di canonizzazione si è svolto con la nuova formula, anticipato all'inizio della celebrazione eucaristica. Nella circostanza Benedetto XVI ha indossato per la prima volta, sopra la casula, il fanone: paramento liturgico riservato al Pontefice, che venne usato in più di un'occasione da Paolo VI e, successivamente, anche da Giovanni Paolo II.
La cerimonia si è aperta con il canto delle Litanie dei santi; quindi il cardinale Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, accompagnato dai postulatori, ha chiesto al Pontefice, attraverso una triplice petitio, di procedere alla canonizzazione. In risposta alla seconda petitio, il Pontefice ha invocato lo Spirito Santo, intonando l'inno Veni, creator Spiritus. Dopo la terza petizione, il Papa ha recitato la solenne formula di canonizzazione.
Successivamente, al canto del Te Deum, le reliquie dei nuovi santi sono state portate in processione e hanno sostato brevemente davanti al Papa per la venerazione, prima di essere collocate sull'altare. Tra quanti portavano le reliquie, oltre ai postulatori, c'era la piccola María Isabel Gomez de Melo, guarita da un'estesa lesione cerebrale vascolare per intercessione di María Carmen Sallés y Barangueras. Il miracolo è avvenuto nel 2000 a San Paolo del Brasile. Erano presenti anche alcuni familiari di Anna Schäffer.
Con il ringraziamento e la richiesta del cardinale Amato «di voler disporre che venga redatta la Lettera apostolica circa la canonizzazione avvenuta», seguiti dal saluto del Papa, si è concluso il rito di canonizzazione ed è subito iniziata la celebrazione eucaristica.
Dopo la proclamazione del Vangelo di Marco, intonato in latino e in greco dai diaconi, il Pontefice ha tenuto l'omelia. Le intenzioni di preghiera dei fedeli sono state elevate nelle lingue dei nuovi santi: in inglese, per la Chiesa; in mohawk -- una delle lingue irochesi dei nativi d'America -- per i perseguitati a causa della fede; in portoghese, per i sacerdoti; in cebuano (lingua che prende il nome dall'isola filippina di Cebu) per i giovani; in tedesco, per i poveri, i sofferenti e gli smarriti di cuore.
Una cinquantina i concelebranti, tra i quali il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, gli arcivescovi di Fianarantsoa, Cebu, Burgos, Philadelphia ed Edmonton, il vescovo di Syracuse, il superiore generale della Compagnia di Gesù, il priore generale degli agostiniani, il superiore generale della congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth, il direttore esecutivo del Bureau of catholic indian mission, il vicario del duomo di Ratisbona.
Insieme con il Pontefice, sono saliti all'altare per la preghiera eucaristica i cardinali Rouco Varela, arcivescovo di Madrid, Martínez Sistach, arcivescovo di Barcellona, Scherer, arcivescovo di São Paulo, Dolan, arcivescovo di New York, Vidal, arcivescovo emerito di Cebu, e Amigo Vallejo, arcivescovo emerito di Siviglia.
Una cinquantina i porporati presenti, tra i quali il decano del Collegio cardinalizio Sodano. Hanno partecipato alla celebrazione anche moltissimi padri sinodali, guidati dall'arcivescovo Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, oltre a presuli e prelati della Curia romana. Tra questi, gli arcivescovi Becciu, sostituto della Segreteria di Stato, e Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, i monsignori Wells, assessore della Segreteria di Stato, Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, e Nwachukwu, capo del Protocollo.
Tra le delegazioni ufficiali erano Jejomar C. Binay, vice presidente della Repubblica delle Filippine, Andrew Scheer, presidente della Camera dei Comuni del Canada, Élizabeth Larouche, ministro delegato per gli Affari Autoctoni del Governo del Québec, Jorge Fernández Díaz, ministro degli Interni di Spagna, Manuel Valls, ministro degli Interni della Francia, Renato Balduzzi, ministro della Salute della Repubblica italiana, Barbara Stamm, presidente della Dieta regionale della Baviera, Miguel Humberto Díaz, ambasciatore degli Stati Uniti d'America presso la Santa Sede, Annick Rajaona, capo ufficio relazioni internazionali del Madagascar.
Il Papa era giunto in piazza San Pietro accompagnato dai due cardinali diaconi Abril y Castelló e O'Brien, dall'arcivescovo Harvey, prefetto della Casa Pontificia, dai monsignori Gänswein, segretario particolare, e Xuereb, della segreteria particolare, e dal medico personale Polisca. Tra i presenti, padre Sapienza, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, e il direttore del nostro giornale. Il rito, diretto dal maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, monsignor Marini, è stato animato dai canti eseguiti dalla Cappella Sistina, diretta dal maestro Palombella, e dal coro guida Mater Ecclesiae.

(©L'Osservatore Romano 22-23 ottobre 2012)

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