mercoledì 3 ottobre 2012

Processo a Gabriele, finito l'esame dei testi, sabato la sentenza (Ansa)


Finito l'esame dei testi, sabato la sentenza

Paolo Gabriele e' accusato di furto di documenti riservati del Papa

Con le deposizioni di quattro membri della Gendarmeria, si è concluso l'esame dei testi nel processo a Paolo Gabriele, accusato di furto di documenti riservati del Papa. Al termine, l'udienza è stata rinviata a sabato per la requisitoria dell'accusa e l'arringa della difesa, cui seguiranno camera di consiglio e sentenza. Oggi nell'aula del Tribunale vaticano, nella terza udienza del processo, sono stati ascoltati i gendarmi Stefano De Santis, Silvano Carli, Luca Bassetti e Luca Cintia, soprattutto sulle circostanze della perquisizione condotta in casa di Gabriele il 23 maggio scorso, subito prima dell'arresto, e del ritrovamento di - è stato detto - "più di un migliaio di documenti" riguardanti il Papa e la Santa Sede, sia in originale che in fotocopia, mescolati a molto altro materiale sequestrato e solo in parte corrispondenti a quelli pubblicati da Gianluigi Nuzzi nel libro "Sua Santità". L'udienza è durata in tutto circa un'ora e un quarto. Al termine il presidente Giuseppe Dalla Torre ha rinviato l'udienza a sabato prossimo, 6 novembre alle 9.00. In quell'occasione sono previste la requisitoria del promotore di giustizia Nicola Picardi, l'arringa dell'avvocato difensore Cristiana Arru, le eventuali repliche delle due parti, quindi l'eventuale ultima parola concessa all'imputato, e infine la camera di consiglio e la sentenza.
"Paolo Gabriele è stato trattato nel miglior modo possibile, con i guanti bianchi", e "ci ha ringraziato più volte del trattamento riservato a lui, alla famiglia e ai figli". Il responsabile della custodia, Luca Cintia, testimone al processo, ha così reagito alle accuse sollevate ieri sui presunti abusi in cella. Chiamato a deporre in particolare sulle circostanze della perquisizione in casa di Gabriele, il vice commissario Luca Cintia ha concluso la sua testimonianza, in quanto responsabile della detenzione dell'ex maggiordomo di Benedetto XVI, reagendo alle accuse sollevate ieri da Gabriele sui presunti abusi commessi dalla Gendarmeria, essendo stato rinchiuso per le prime due settimane in una cella in cui non poteva neanche allargare le braccia e con la luce accesa 24 ore su 24. "Paolo Gabriele è stato trattato nel miglior modo possibile, è stato trattato con i guanti bianchi", ha detto Cintia. Il presidente del collegio giudicante, Giuseppe Dalla Torre gli ha ricordato che sui presunti maltrattamenti è stato ieri aperto un fascicolo d'inchiesta da parte del promotore di giustizia Nicola Picardi, dandogli comunque la possibilità di continuare. "Fin dal primo momento - ha detto Cintia - il comandante della Gendarmeria, Domenico Giani, ci ha dato l'ordine di tutelare le persone, sia Paolo Gabriele che la famiglia e i figli, e questo in ogni momento è stato fatto". "Paolo Gabriele - ha aggiunto - ci ha ringraziato più volte del trattamento avuto, sia verso di lui che verso la famiglia". Il presidente ha ricordato come durante la detenzione in cella fossero previste visite del dottore, dei familiari e il resto, ribadendo comunque che su questi aspetti è aperto un altro fascicolo e che le eventuali responsabilità, anche in quanto dichiarato, riguardano quel fascicolo. Al momento, poi, della lettura del verbale della sua deposizione, Cintia ha chiesto espressamente di mettere a verbale che Paolo Gabriele "ha ringraziato me, i miei colleghi e il dottor Giani del trattamento ricevuto". "E' molto importante per me", ha sottolineato il responsabile della custodia.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Raffy,ti mando una parte di articolo del QN,a firma diP.De Robertis che fa da chiosa emblematica a tutto"In mezzo a tutto questo,c'è un vecchio professore di 85 anni che si scopre tradito dai suoi più intimi collaboratori e accerchiato da un branco di lupi che si azzannano fra loro.Certo,sono i rischi del mestiere,i sacri palazzi non sono mai stati un luogo per educande,e qualche difetto di governance Ratzinger l'avrà pure evidenziato,ma l'imbarazzo umano resta.Tutti dicono di amare il Santo Padre,però all'atto pratico i veleni e le coltellate alla schiena sono la loro merce di scambio".Più esaustivo di così non poteva essere.GR2