martedì 2 ottobre 2012

Interrogato Don Georg: fino al 21 maggio nessun sospetto. Tra i documenti di Gabriele molte pagine su Massoneria. La pepita d'oro era conservata in una scatola di scarpe (Izzo)


VATICANO: INTERROGATO DON GEORG, FINO A 21 MAGGIO NO SOSPETTI


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 ot. 


All'Udienza di oggi e' stato interrogato anche il segretario del Papa, monsignor Georg Gaenswein, il quale ha dichiarato di non aver mai avuto sospetti su Paolo Gabriele fino al 21 maggio scorso e di aver poi constato con meraviglia che tra le carte trovate al maggiordomo c'erano anche documenti del 2006-2007, cioe' risalenti a subito dopo il suo arrivo nell'Appartamento Pontificio. Monsignor Gaenswein ha raccontato anche le modalita' con le quali ha comunicato a Gabriele che era sospettato di essere lui il "corvo". In buona sostanza, don Georg ha ammesso nell'interrogatorio di essere caduto dalle nuvole quando ha dovuto constatare che proprio Paolo Gabriele, al quale aveva accordato la massima fiducia, fino a dargli un tavolo e un computer nell'ufficio dei segretari del Papa, affidandogli mansioni ben superiori a quelle di un cameriere: rendicontava infatti alla Segreteria di Stato i doni conseganti al Pontefice e rispondeva alle lettere di accompagnamento degli stessi. Ma non aveva accesso, ha spiegato, all'archivio personale del Papa, che e' custodito dalla suor Brigitte, che non se ne allontana mai. 
Paolo, ha chiarito, ha fotocopiato i documenti mentre erano di passaggio nella stanza dei segretari ed e' stato identificato perche' alcune carte (e cioe' il famoso appunto di padre Lombardi sul caso Orlandi e le lettere di Bruno Vespa e Giovanni Bazoli pubblicate nel libro "Sua Santita'") non erano mai uscite dall'ufficio che ha una porta comunicante con lo studio privato di Bendetto XVI. "A quel punto - ha detto ancora don Georg - mi e' sembrato che fosse corretto convocare una riunione con gli altri collaboratori dell'Appartamento per informare che Gabriele era sospeso 'ad cautelam'". 
Interrogata dal giudice Dalla Torre, la 'memores' Cristina Cernetti, che presta servizio domestico nell'Appartamento, ha confermato le cose detta da don Georg, rivelando che i sospetti si erano appuntati su Gabriele anche perche' era l'unico che poteva aver compiuto quei furti tra i collaboratori del Papa. Lo stesso Gabriele - nel suo interrogatorio di questa mattina - ha confermato le affermazioni del segretario del Papa: "avevo una postazione stabile - ha detto - nella stanza dei segretari, con un tavolo e un pc, che utilizzavo quando non avevo altro da fare e svolgevo mansioni di ufficio, tipo fare la rassegna stampa. 
Nella stessa stanza - ha detto ancora - stava la fotocopiatrice di cui mi sono servito, che si trovava all'angolo opposto rispetto al mio tavolo. Le fotocopie le facevo in orario di ufficio, godendo di liberta' di movimento e non avendo io un fine malvagio ho fotocopiato anche in presenza di altre persone in ufficio, ma sempre in orario che comprendeva la mia presenza li': io arrivavo all' Appartamento per la santa messa delle 7 e chiudevo l'orario alle 14,30". In proposito, Gabriele ha detto che non si limitava a servire il pranzo al Papa ma questi lo faceva mangiare alla sua tavola e quindi nelle conversazioni aveva potuto cogliere che da parte dei collaboratori non venivano dette al Pontefice "tutte le cose che per il suo ruolo avrebbe dovuto sapere".
 


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VATICANO: TRA I DOCUMENTI DI GABRIELE MOLTE PAGINE SU MASSONERIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 ott. 

Nelle migliaia di pagine di documenti sequestrati nell'abitazione di Paolo Gabriele, "moltissime riguardavano la Massoneria e i servizi segreti". Lo hanno dichiarato in aula gli agenti della Gendarmeria che hanno effettuato le perquisizioni. 

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VATICANO: LA PEPITA ERA CONSERVATA DA GABRIELE IN SCATOLA SCARPE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 ott. 

La pepita sequestrata nell'abitazione di Paolo Gabriele e descritta nel verbale come "apparentemente d'oro" era conservata dal maggiordomo infedele del Papa in una scatola di scarpe. Lo hanno dichiarato in aula i gendarmi vaticani che hanno effettuato la perquisizione. La cinquecentina dell'Eneide, ugualmente sottratta dall'Appartamento Pontificio - hanno precisato - e' stata reperita nella stessa perquisizione. Mentre l'assegno da 100 mila euro "e' saltato fuori successivamente, quando sonmo state repertate le carte trovate nell'abitazione di Gabriele". 


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