PAPA: IGNORANZA SU FEDE E RELATIVISMO ASSOMMANO EFFETTI PERVERSI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 17 ott.
Sempre piu' spesso nel nostro mondo "il cristiano non conosce neppure il nucleo centrale della propria fede cattolica, del Credo, cosi' da lasciare spazio ad un certo sincretismo e relativismo religioso, senza chiarezza sulle verita' da credere e sulla singolarita' salvifica del cristianesimo".
Lo ha denunciato Papa Ratzinger nella catechesi all'Udienza Generale tenuta questa mattina in piazza San Pietro per 40 mila fedeli. Il Pontefice teologo ha citato in proposito "l'indagine promossa in tutti i continenti per la celebrazione del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione", che ha evidenziato come elementi di preoccupazione "una fede vissuta in modo passivo e privato, il rifiuto dell'educazione alla fede, la frattura tra fede e vita". Dai dati, ha detto, emerge che "non e' cosi' lontano oggi il rischio di costruirsi, per cosi' dire, una religione 'fai-da-te'. Dobbiamo, invece, tornare a Dio, al Dio di Gesu' Cristo, dobbiamo riscoprire il messaggio del Vangelo, farlo entrare in modo piu' profondo nelle nostre coscienze e nella vita quotidiana".
"Oggi - ha rilevato in proposito Benedetto XVI - viviamo in una societa' profondamente mutata anche rispetto ad un recente passato e in continuo movimento. I processi della secolarizzazione e di una diffusa mentalita' nichilista, in cui tutto e' relativo, hanno segnato fortemente la mentalita' comune. Cosi', la vita e' vissuta spesso con leggerezza, senza ideali chiari e speranze solide, all'interno di legami sociali e familiari liquidi, provvisori. Soprattutto le nuove generazioni non vengono educate alla ricerca della verita' e del senso profondo dell'esistenza che superi il contingente, alla stabilita' degli affetti, alla fiducia".
"Al contrario - ha osservato - il relativismo porta a non avere punti fermi,ý sospetto e volubilita' provocano rotture nei rapporti umani, mentre la vita e' vissuta dentro esperimenti che durano poco, senza assunzione di responsabilita'. Se l'individualismo e il relativismo sembrano dominare l'animo di molti contemporanei, non si puo' dire che i credenti restino totalmente immuni da questi pericoli, con cui siamo confrontati nella trasmissione della fede".
"Soprattutto - ha scandito il Papa tedesco - e' importante che il Credo venga, per cosi' dire, 'riconosciuto'. Conoscere, infatti, potrebbe essere un'operazione soltanto intellettuale, mentre "riconoscere" vuole significare la necessita' di scoprire il legame profondo tra le verita' che professiamo nel Credo e la nostra esistenza quotidiana, perche' queste verita' siano veramente e concretamente, come sempre sono state, luce per i passi del nostro vivere, acqua che irrora le arsure del nostro cammino, vita che vince certi deserti della vita contemporanea.
Nel Credo si innesta la vita morale del cristiano, che in esso trova il suo fondamento e la sua giustificazione". "Nelle catechesi di quest'Anno della Fede - ha quindi affermato Ratzinger spiegando il perche' del nuovo ciclo delle sue catechesi - vorrei offrire un aiuto per compiere questo cammino, per riprendere e approfondire le verita' centrali della fede su Dio, sull'uomo, sulla Chiesa, su tutta la realta' sociale e cosmica, meditando e riflettendo sulle affermazioni del Credo. E vorrei che risultasse chiaro che questi contenuti o verita' della fede si collegano direttamente al nostro vissuto; richiedono una conversione dell'esistenza, che da' vita ad un nuovo modo di credere in Dio. Conoscere Dio, incontrarlo, approfondire i tratti del suo volto mette in gioco la nostra vita, perche' Egli entra nei dinamismi profondi dell'essere umano".
"Possa il cammino che compiremo quest'anno farci crescere tutti - ha concluso -nella fede e nell'amore a Cristo, perche' impariamo a vivere, nelle scelte e nelle azioni quotidiane, la vita buona e bella del Vangelo".
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