mercoledì 10 ottobre 2012

Il Papa: Il terzo volume su Gesù è una «sala d'ingresso» ai due precedenti (Rodari)

Così ci dimostra che il Figlio di Dio è davvero esistito

Paolo Rodari 


Il motivo dell'anticipazione di ieri del terzo libro del Papa dedicato a Gesù di Nazaret, e in particolare ai Vangeli dell'infanzia, L'infanzia di Gesù, è prettamente commerciale. 

La Rizzoli, che gestisce i diritti mondiali, è in queste ore alla Buchmesse di Francoforte dove vuole chiudere più contratti possibile. Un'anticipazione, insomma, è quello che ci vuole per la vendita. Al momento, l'unica certezza riguarda l'uscita della versione italiana (l'originale è in tedesco) prima di Natale, in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana. I primi due volumi dedicati alla vita pubblica di Cristo - Dal Battesimo alla Trasfigurazione (Rizzoli) e Dall'ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione (Libreria Editrice Vaticana) - sono stati pubblicati nel 2007 e nel 2011. 
L'infanzia di Gesù completa una trilogia che Ratzinger senz'altro avrebbe scritto anche se il 19 aprile del 2005 non fosse stato eletto al soglio di Pietro.Ieri sono stati anticipati due passi del nuovo libro. Il tema di fondo anche è uno: il Gesù che raccontano i Vangeli è il Gesù realmente esistito. Non ci sono trucchi, per Ratzinger. Quello che Gesù ha detto è vero. Gesù, insomma, non è un mito né meramente un modello da seguire. Per chi crede egli è il figlio di Dio. 
Il terzo volume è una «sala d'ingresso» ai due precedenti. Benedetto XVI spiega di aver voluto interpretare ciò che Matteo e Luca raccontano sull'infanzia di Gesù all'inizio dei loro Vangeli. Un'interpretazione che parte da due domande: la prima sul significato del messaggio dei due autori nel loro momento storico, la componente storica dell'esegesi. Poi, precisa il Papa, la seconda domanda, del «giusto esegeta»: «È vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda in che modo lo fa?». Nelle pagine in anteprima, il Papa scrive che «Gesù è nato in un'epoca determinabile con precisione», «non è nato e comparso in pubblico nell'imprecisato "una volta" del mito. Egli appartiene ad un tempo esattamente databile e ad un ambiente geografico esattamente indicato: l'universale e il concreto si toccano a vicenda».Il testo del Papa è una continua lettura dei Vangeli con conseguente spiegazione. Partendo dall'interpretazione di Sant'Agostino della mangiatoia, scrive che essa «è il luogo in cui gli animali trovano il loro nutrimento», ma è laddove giace «Colui che ha indicato se stesso come il vero pane disceso dal cielo, il vero nutrimento di cui l'uomo ha bisogno per il suo essere persona umana». Ecco che «la mangiatoia diventa un rimando alla mensa di Dio a cui l'uomo è invitato, per ricevere il pane di Dio. Nella povertà della nascita di Gesù si delinea la grande realtà, in cui si attua in modo misterioso la redenzione degli uomini».

© Copyright Il Giornale, 10 ottobre 2012 consultabile online anche qui.

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