Il card. Wuerl al Sinodo: la nuova evangelizzazione impegni tutti al rinnovamento della fede
La nuova evangelizzazione non è un programma momentaneo, ma un modo di guardare al futuro della Chiesa: così il cardinale Donarl Wuerl al Sinodo dei Vescovi, in corso in Vaticano. Alla presenza del Papa, ieri pomeriggio il porporato, relatore generale dell’Assise, ha presentato la “Relazione dopo la discussione”, che raccoglie i temi più importanti del Sinodo, utili alla preparazione dei documenti finali. Il servizio di Isabella Piro:
Raccoglie le fila, il cardinale Wuerl, e lo fa con lo stile diretto e chiaro che lo contraddistingue. La nuova evangelizzazione, dice, non è un programma momentaneo, ma un modo di guardare al futuro della Chiesa e di vederci tutti impegnati nel rinnovamento della fede, perché annunciare il Vangelo è la missione ecclesiale primaria.
Oggi soprattutto, dice il porporato, il ministero della Chiesa è in una fase di riesame del suo modo di portare la Parola di Dio in un contesto nuovo, globalizzato, carico di sfide eccezionali e dove c’è una grande ignoranza della fede, in particolare nei Paesi di antica cristianità. In pratica, sottolinea il relatore generale del Sinodo, quello che occorre è un rinnovamento spirituale, che la Chiesa deve proclamare e realizzare.
Cosa fare dunque? Il cardinale Wuerl ricorda in sintesi tutti i temi più urgenti del Sinodo: il dialogo interreligioso, soprattutto nella parte del mondo dominata dall’influsso musulmano; la violenza e la riduzione della libertà religiosa; l’impegno ecumenico; lo sviluppo dell’agone mediatico, che richiede un nuovo linguaggio e una nuova arte della comunicazione nella Chiesa.
Grande è anche la sfida che pone la nuova evangelizzazione nell’ambito della cultura e quindi nel legame tra persona-comunità-società. Per questo, un grande contributo può giungere dal Cortile dei Gentili, così come anche dalle opere di giustizia sociale e di carità della Chiesa verso i poveri ed i sofferenti.
Poi, il porporato indica alcuni ‘strumenti’ pratici per un nuovo annuncio del Vangelo: le parrocchie, le piccole comunità, le scuole, le università, i pellegrinaggi, i catechisti, ai quali, forse, è giunto il momento di conferire un ministero stabile nella Chiesa. Ma è soprattutto il matrimonio, la famiglia Chiesa domestica, afferma il cardinale Wuerl, l’istituzione che riesce a trasmettere la fede nelle situazioni più difficili, a formare la persona umana, e che oggi ha bisogno di essere sostenuta, tanto è pressata da una realtà secolarizzata. E fondamentale è anche la donna, sia nella vita della Chiesa che nella trasmissione della fede.
Naturalmente, il cardinale Wuerl dedica ampio spazio ai sacerdoti ed ai consacrati, insostituibili per la nuova evangelizzazione: in un’epoca in cui scarseggia la formazione sul mistero di Cristo, essi vanno proprio formati sulla natura del loro compito, evidenziando l’importanza del celibato.
Il relatore generale ricorda, inoltre, la necessità di integrare i laici, a tutti i livelli, nell’organizzazione della Chiesa locale, poiché tutti i cattolici devono richiamare la gente alla pratica della fede, con la parola sì, ma soprattutto con l’azione e con la vita. In questo contesto, anche le migrazioni, oggi tanto diffuse, possono offrire opportunità alla nuova evangelizzazione, grazie al principio dell’accoglienza e dell’integrazione.
La relazione del cardinale Wuerl contiene, infine, 14 domande: ad esse dovranno rispondere i Padri Sinodali, preparando così il terreno alla stesura dei documenti finali dell’Assise.
In fondo, conclude il porporato, ora che la Chiesa conosce le proprie difficoltà, le tensioni, le inquietudini, i peccati e la sua umana debolezza, è tempo di guardare ad una nuova Pentecoste, di vivere la Parola di Dio e di condividerla con gioia.
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