I lavori della ventesima congregazione generale
Approvato «per acclamazione» il messaggio del Sinodo, il nuntius.
Lo ha annunciato l'arcivescovo Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi, venerdì mattina 26 ottobre al termine della lettura del messaggio stesso, accolto con un prolungato applauso dai 258 padri sinodali presenti alla ventesima congregazione generale. Presidente di turno era il cardinale John Tong Hon.
Il testo definitivo è stato letto in italiano, inglese, francese, spagnolo e tedesco, le lingue ufficiali adottate al Sinodo. Tuttavia monsignor Eterović ha esplicitamente chiesto all'assemblea di provvedere alla traduzione del messaggio anche in altre lingue affinché possano essere diffusi il più possibile i contenuti del confronto sinodale.
Il cardinale Giuseppe Betori, presidente della commissione per il messaggio, introducendo la lettura del documento, ha auspicato che possa essere utile per la pastorale delle diverse comunità già nei prossimi mesi. Ha voluto anche precisare la metodologia seguita per apportare le modifiche alla prima bozza, presentata in aula sabato scorso.
Oltre alle indicazioni emerse dagli interventi in aula seguiti alla prima lettura della prima bozza, ha spiegato il cardinale, la commissione ha preso in considerazione i suggerimenti scritti presentati da sessantove padri sinodali, per un totale complessivo di circa 250-300 notazioni. Ha comunque assicurato che le proposte di miglioramento -- dal punto di vista teologico, pastorale e comunicativo -- non hanno modificato l'identità e l'impianto globale del messaggio.
Nella seconda parte della ventesima congregazione generale, sono intervenuti il vescovo di Baćka del Patriarcato ortodosso serbo, Irinej, e alcuni uditori. Tra questi, Rita María Petrirena Hernández, responsabile del dipartimento di coordinamento pastorale della Conferenza episcopale di Cuba, che ha raccontato l'esperienza della comunità cristiana in quel Paese. Quando la Chiesa, ha detto, incontra difficoltà nella sua missione, è allora che torna a essere creativa e capace di trovare nuovi cammini. Attraverso i vari piani pastorali, ha aggiunto, la Chiesa in Cuba ha messo l'accento sull'essere una Chiesa orante, missionaria, aperta, dialogante, che perdona.
La superiora generale delle figlie di Maria ausiliatrice, suor Yvonne Reungoat, ha poi sottolineato come le donne potrebbero sviluppare maggiormente l'attitudine alla reciprocità, umanizzando la vita e qualificando le relazioni. Le consacrate salesiane, ha aggiunto, evangelizzano educando, diventando così missionarie dell'amore, specialmente tra i giovani e i più poveri.
José María Simón Castellví, presidente della Federazione internazionale delle associazioni mediche cattoliche, ha parlato della mortalità delle donne nei Paesi poveri e della necessità di dare vita a un piano «Marshall» a favore della maternità.
(©L'Osservatore Romano 27 ottobre 2012)
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