giovedì 11 ottobre 2012
Concilio, Bartolomeo I: dialogo ecumenico non facile e sofferto. Il Patriarca chiede al Papa preghiere per i Palestinesi (Izzo)
CONCILIO: BARTOLOMEO I, DIALOGO ECUMENICO NON FACILE MA SOFFERTO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 11 ott.
Dopo il Concilio Vaticano II "il nostro cammino non e' stato sempre facile o esente da sofferenze e sfide". Prendendo la parola in piazza San Pietro, al termine della celebrazione presieduta dal Papa con piu' di 400 vescovi del mondo, il patriarca ecumenico Bartolomeo I ha ricordato oggi "quanto stretta e' la porta e angusta la via" del dialogo ecumenico. "Nel corso degli ultimi cinque decenni - ha detto - le conquiste raggiunte dal Concilio sono state varie, come e' stato dimostrato da una serie d'importanti ed influenti costituzioni, dichiarazioni e decreti".
Grazie al Concilio, ha confidato il patriarca ecumenico, "abbiamo contemplato il rinnovamento dello spirito e 'il ritorno alle origini' attraverso lo studio liturgico, la ricerca biblica e la dottrina patristica". "Abbiamo apprezzato - ha detto ancora Bartolomeo I - lo sforzo graduale di liberarsi dalla rigida limitazione accademica all'apertura del dialogo ecumenico, che ha condotto alle reciproche abrogazioni delle scomuniche dell'anno 1054, lo scambio di auguri, la restituzione delle reliquie, l'inizio di dialoghi importanti e le visite reciproche nelle nostre rispettive sedi". Il patriarca ecumenico ha ricordato poi ed elencato quelli che ha definito i "temi centrali" del Concilio: il mistero della Chiesa, la sacralita' della liturgia e l'autorita' del vescovo, sottolineando che essi "sono difficili da applicare con pratica assidua, e si assimilano con sforzi durante tutta la vita e con l'impegno dell'intera chiesa". "Quindi - ha aggiunto - la porta dovrebbe rimanere aperta per una piu' profonda accoglienza, un maggior impegno pastorale ed una interpretazione ecclesiale del Concilio Vaticano II sempre piu' approfondita". Il suo invito e' stato dunque a "proseguire insieme questo cammino, offriamo grazie e gloria al Dio vivente, perche' l'assemblea stessa dei vescovi ha riconosciuto l'importanza della riflessione e del dialogo sincero tra le nostre chiese sorelle". Ci uniamo, ha quindi concluso Bartolomeo I, "nella speranza che venga rimossa la barriera tra la Chiesa d'Oriente e la Chiesa d'Occidente, e che si abbia finalmente una sola dimora solidamente fondata sulla pietra angolare, Cristo Gesu', il quale di entrambe fara' una cosa sola".
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M.O.: BARTOLOMEO CHIEDE AL PAPA PREGHIERE PER I PALESTINESI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 11 ott.
Una campagna di "preghiere per la pace e la salute dei nostri fratelli e sorelle cristiani che vivono in Medio Oriente" e' stata proposta oggi dal patriarca ecumenico Bartolomeo I al Papa e ai 400 vescovi cattolici che hanno celebrato in piazza San Pietro in occasione dei 50 anni del Concilio Vaticano II e dell'apertura dell'Anno della Fede. "Nell'attuale crogiolo di violenza, separazione e divisione che va intensificandosi tra popoli e nazioni, che l'amore e il desiderio di armonia che dichiariamo qui, e la comprensione che cerchiamo con il dialogo e il reciproco rispetto, sia di modello per il nostro mondo", ha auspicato il capo degli ortodossi greci.
"Diletto fratello - ha detto ancora Bartolomeo I rivolgendosi direttamente a Benedetto XVI - la nostra presenza qui significa e segna il nostro impegno di testimoniare insieme il messaggio di salvezza e guarigione per i nostri fratelli piu' piccoli: i poveri, gli oppressi, gli emarginati nel mondo creato da Dio". "Che l'umanita' - ha invocato - possa stendere la mano 'all'altro' e che possiamo lavorare insieme per superare il dolore dei popoli dovunque, particolarmente dove si soffre a causa della fame, dei disastri naturali, di malattie e della guerra che, alla fine, colpisce la vita di noi tutti. Secondo il patriarca ecumenico, "alla luce di tutto quanto la Chiesa nel mondo dovrebbe ancora compiere, e con grande apprezzamento per tutto il progresso che abbiamo condiviso, siamo onorati di essere stati invitati a partecipare, e modestamente chiamati ad offrire la nostra parola, in questa solenne e festosa commemorazione del Concilio Vaticano II". "Non e' solo coincidenza - ha poi concluso Bartolomeo I - che questa occasione segni per la vostra Chiesa la solenne inaugurazione dell'"Anno della Fede", dato che e' la fede che offre un segno evidente del cammino che insieme abbiamo percorso lungo il sentiero della riconciliazione e dell'unita' visibile".
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