Cento anni fa, il 17 ottobre 1912, nasceva Albino Luciani
Dal Veneto al labirinto di Cnosso
Vincenzo Bertolone
La parabola umana e cristiana di Albino Luciani, il Papa dei 33 giorni, inizia alla vigilia della prima guerra mondiale (17 ottobre 1912) e termina con la sua inattesa morte (29 settembre 1978). Congiunge l’alfa e l’omega della sua parabola da Forno di Canale — la sua prima finestra sul mondo, sino al Vaticano — il «labirinto di Cnosso» (così egli stesso, il giorno dopo l’elezione a Papa, definì la sua nuova casa), quel filo che attraversa tutte le tappe del suo servizio alla Chiesa e all’umanità, nel segno dell’umiltà.
Uomo di intenso spessore spirituale, dalla personalità granitica, totalmente evangelica, di continue letture e approfondimenti, egli ha lasciato un’eredità di grande portata che fa vibrare l’anima, di speranza e soprattutto di volontà di riscoprire la bellezza della fede. La sua personalità poliedrica non può dirsi esaurita. Per questo la pubblicazione dell’Opera omnia (a cura del Centro di Spiritualità e di Cultura «Papa Luciani» di Belluno) ci consente di studiarla e approfondirla nell’ampio spettro ecclesiologico.
Mentre proseguono i lavori sinodali sulla nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana, in concomitanza con l’Anno della fede, solennemente aperto l’11 ottobre, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Vaticano II e nel ventesimo della promulgazione del Catechismo della Chiesa cattolica, la celebrazione del centenario della nascita di Giovanni Paolo I offre un fecondo input: l’esplorazione del suo universo spirituale, con una sintetica ricostruzione dei contenuti essenziali, radicati nel cuore del Vangelo che svela la grandezza e l’attualità della sua esperienza umana e cristiana.
Papa Luciani, il volto della tenerezza invigorita e del vigore intenerito, ulteriormente focalizza la nostra attenzione su un rinnovato «incontro con Gesù Cristo e la bellezza della fede in lui», e sospinge «a riscoprire il cammino della fede», a ritrovare «il gusto di nutrirci della Parola di Dio», a lasciar plasmare il cuore «dalla grazia che trasforma», a essere testimoni «gioiosi e credibili» per quanti sono alla ricerca del senso di vita.
(©L'Osservatore Romano 17 ottobre 2012)
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