Salvatore Izzo
La sentenza del processo a Paolo Gabriele e' attesa per sabato. Domani e venerdi' non ci saranno udienze e sabato sono previste la requisitoria del promotore di giustizia Nicola Picardi e l'arringa dell'avvocato rotale Cristiana Arru', che difende il maggiordomo infedele. Seguiranno le repliche di entrambi e un possibile intervento dell'imputato. Quindi iniziera' la camera di consiglio.
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VATICANO: A CASA MAGGIORDOMO LETTERE POLITICI E FOGLI MASSONERIA
Salvatore Izzo
La perquisizione del 23 maggio a casa di Paolo Gabriele ha tenuto banco oggi alla terza udienza del processo a carico del maggiordomo infedele. Testimoni quattro tra funzionari e agenti della Gendarmeria vaticana che hanno confermato il ritrovamento nell'appartamento in uso alla famiglia Gabriele di una massa ingente di materiale cartaceo con il quale sono stati riempiti 82 scatoloni, ciascuno di circa mezzo metro di altezza, larghezza e profondita'. C'erano tra le decine di migliaia di fogli (moltissimi dei quali riguardanti la massoneria e le sue logge) almeno mille documenti considerati 'interessanti' ai fini dell'indagine, tra cui lettere di cardinali e politici indirizzate al Papa con richieste di consigli. Tra le carte, anche testi e appunti autografi del Papa, le risposte alle missive di cardinali e politici, documentazione relativa alla vita privata e familiare di Benedetto XVI, documenti relativi ai dicasteri della Santa Sede, testi cifrati indirizzati dunque alle nunziature nel mondo. Su alcuni vi era stampata in tedesco la scritta "distruggere". I fogli, secondo quanto raccontato oggi dagli uomini della Gendarmeria Vaticana, erano conservati da Gabriele in due enormi armadi (arrivavano fino quasi al soffitto della prestigiosa abitazione in uso al maggiordomo, che e' alto 5 metri): uno nello studio e uno in sala da pranzo. I gendarmi hanno operato nell'appartamento dalle 15,50 alle 23,45 reperendo decine di migliaia di fogli, in parte originali, in parte fotocopie. "Dire molti e' poco, e non da' la sensazione di quanta carta c'era", ha spiegato il gendarme Stefano De Santis. "Nascosti tra le altre carte - ha aggiunto - c'erano un migliaio di documenti d'interesse: documenti del Papa, della Segreteria di Stato e di altri dicasteri vaticani. Alcuni riguardavano le 'totale privacy e vita familiare del Santo Padre', alcuni avevano la scritta in tedesco 'distruggere', altri erano cifrati in quanto diretti alle Nunziature Apostoliche". In merito a questa circostanza, il gendarme ha osservato che e' un fatto molto grave in quanto "la cosiddetta 'cifra' rappresenta un meccanismo complesso ed e' bastata una fotocopia per far venire meno tutto questo". "I materiali diversi che Paolo Gabriele aveva accumulato in casa riguardavano invece - ha elencato il gendarme - temi come massoneria, esoterismo, P2, P4, i casiBisignani e Calvi, e le vicende dell'ex premier Berlusconi, ma c'erano anche articoli e testi scaricati da internet sullo Ior e l'Aif, su Vatileaks. C'erano anche istruzioni su come nascondere file jpeg e word e su come utilizzare il cellulare in modo velato. Infine alcuni fogli riguardavano i rapporti tra il cristianesimo e le altre religioni e tra il cristianesimo e lo yoga". Su domanda del presidente del Tribunale, il testimone ha poi integrato l'elenco con il materiale informatico: "alcuni pc e moltissime penne usb che si stanno ancora vagliando e sara' interessante - ha detto - vedere cosa c'e' dentro". "Questo - lo ha pero' interrotto il presidente - riguarda lo stralcio". "A un certo punto, davanti a una simile mole di materiale - ha ricordato De Santis - abbiamo deciso di imballare tutto negli scatoloni: 82 ciascuno di circa mezzo metro per ogni lato. E' stata una perquisizione molto laboriosa ma mai e poi mai siamo rimasti negli ambienti che perquisivamo - ha tenuto a chiarire l'agente - senza che fossero presenti Paolo Gabriele o i suoi familiari". Rispondendo a un esplicta domanda del presidente, De Santis ha dichiarato poi la sua impressione che "la scelta di mescolare documenti vaticani e materiali diversi non fosse dovuta a disordine ma fosse un tentativo di nasconderli nel caso appunto di una perquisizione". Nel contro interrogatorio l'avvocato Cristina Arru' ha insistito sulla a suo dire, disparita' tra la mole dei documenti repertati e gli ambienti e mobili dell'appartamento di Paolo Gabriele e ha chiesto chiarimenti su una successiva perquisizione effettuata a Castel Gandolfo, dove pure Paolo Gabriele, in quanto maggiordomo del Papa, disponeva di un abitazione ma - a quanto sembra - in una zona delle Ville POntificie che e' considerata "extraterritoriale", per la quale vigono cioe' particolari norme. Il presidente Dalla Torre ha pero' chiarito che nel processo "entrano solo le cose riguardanti il territorio della Citta' del Vaticano, su cui il Tribunale ha competenza". Infine e' stato lo stesso Dalla Torre a chiedere ai diversi testimoni dettagli in particolare sul ritrovamento della pepita, che tutti hanno confermato essere avvenuto nell'appartamento anche se non e' stato possibile chiarire in modo inequivocabile chi materialmente l'aveva vista per primo, segnalandone poi la presenza a tutti i colleghi presenti nell'abitazione. In proposito, De Santis ha rivelato che proprio a Paolo Gabriele venivano affidati abitualmente i doni ricevuti dal Pontefice, perche' ne informasse al Segreteria di Stato e chiedesse al segretario del Papa dove andavano destinati.
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VATICANO:GENDARMI,GABRIELE CI RINGRAZIO' PER TRATTAMENTO UMANO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 3 ott.
"Paolo Gabriele ci ha ringraziato piu' volte del trattamento umano avuto dal primo momento e durante tutte le fasi dell'inchiesta". Il vice commissario della Gendarmeria Vaticana Luca Cintia ci tiene che queste parole siano messe a verbale durante l'udienza di oggi del processo a carico del maggiordomo infedele di Bendetto XVI. E il presidente Giuseppe Dalla Torre lo ammonisce ricordando la decisione presa ieri di aprire un'inchiesta sui presunti maltrattamenti e abusi subiti dall'imputato durante la carcerazione nella caserma della Gendarmeria Vaticana: "c'e' un fascicolo aperto su questo, stia attento a cosa dice". Ma Paolo Gabriele interviene con un gesto, per confermare annuendo le parole di Cintia. "Sono stato personalmente responsabile della custodia cautelare di Paolo Gabriele e posso assicurare - dichiara sotto giuramento il funzionario - che e' stato trattato nel miglior modo possibile. E fin da subito il comandante del Corpo, generale Domenico Giani, ci ha raccomandato di tutelare prima di tutto la dignita' delle persone, e cioe' di Paolo Gabriele stesso e della sua famiglia, a cominciare dai figli che sono minori, e cio' in ogni momento e' stato fatto". "Paolo Gabriele - ha quindi concluso il vice commissario Cintia - e' stato trattato sempre con i guanti bianchi". Tutti e tre i gendarmi interrogati oggi hanno sostanzialmente confermato queste dichiarazioni. In particolare Stefano De Santis ha raccontato che all'imputato era stato detto prima della perquisizione di allontanare i bambini perche' non rimanessero feriti dalla situazione oggettivamente difficile. "Nella stessa conversazione preliminare alla perquisizione, fu chiesto a Gabriele - ha raccontato De Santis - di nominare e contattare un avvocato, e lui chiamo' al telefono il suo legale, Carlo Fusco". E Silvano Carli ha ricostruito il dettaglio della decisione di perquisire le stanzette dei ragazzi allo scopo di consentire loro di andare a dormire "perche' il giorno dopo dovevano andare a scuola".
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