giovedì 13 settembre 2012

Viaggio in Libano. Il cardinale Tauran: la diversità non è pericolo ma ricchezza, vivere insieme non è utopia

Viaggio in Libano. Il cardinale Tauran: la diversità non è pericolo ma ricchezza, vivere insieme non è utopia 

Sul viaggio del Papa in Libano Helene Destombes ha raccolto il commento del cardinale Jean-Loius Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso:

R. – Direi che il Papa, andando in Libano, ricorderà che la diversità, la pluralità non è sinonimo di pericolo, al contrario è una ricchezza e questo si vede molto bene nel dialogo ecumenico e nel dialogo interreligioso, due realtà molto vivaci in Libano. L’Esortazione apostolica vuole dare il messaggio che vivere insieme non è una utopia, ma è una vocazione e, infatti, il tema del Sinodo era “Comunione e testimonianza” e c’era un riferimento alla prima comunità cristiana. 

D. – Questa presenza del Papa in Libano è dunque un richiamo alla comunione…

R. – Alla comunione tra cristiani e al dialogo con i non cristiani. Questo – direi – è il Libano! Questo è dovuto al fatto che musulmani, cristiani, drusi, tutti vanno a scuola insieme, hanno gli stessi libri, gli stessi professori e per quanto ho visto quando sono stato lì – quattro anni e mezzo durante la guerra civile – è la scuola che ha fatto il Libano: è l’istruzione. Questa apertura, unica in quella parte del mondo, deve essere salvaguardata. 

D. – Alcuni guardano ad una dimensione politica di questo viaggio, con riferimento a quanto sta accadendo in Medio Oriente …

R. – Quello del Papa è un viaggio apostolico e quindi non va a portare la soluzione ai problemi politici. In Medio Oriente ogni problema non è causato dalle religioni, ma ha sempre una dimensione religiosa. Questo fa parte della cultura delle popolazioni di quella parte del mondo. Certo, si devono ricordare anche i grandi principi del diritto internazionale, i diritti dell’uomo, quali la libertà e anche la libertà di religione, che penso sarà evocata nell’Esortazione apostolica. 

© Copyright Radio Vaticana

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'unica cosa che il papa non deve assolutamente fare in questo viaggio è di dargli con i discorsi un intendimento politico,vista la situazione è più prudente non fare accenni alle varie situazioni degli stati del medio oriente,già è rischiosissimo di suo in quest'ora di altissima tensione,quindi massima attenzione per la sua incolumità,noi eleviamo preghiere perchè tutto vada per il meglio,affidiamolo alla protezione della Vergine Maria,ne ha bisogno.GR2

Andrea ha detto...

Perciò, secondo il Cardinale, la Chiesa preferirebbe vivere come "minoranza religiosa" in un ambiente dove siano presenti molte altre "minoranze religiose" piuttosto che animare una civiltà (Civitas) cristiana.

P.S. Faccio notare che questa impostazione disastrosa risale alla spartizione (frammentazione) ufficiale dell'Europa Centrale dopo le guerre causate dai Luterani: "Cuius regio, eius religio", cioè "I Cattolici emigreranno dove c'è un principe cattolico, i Protestanti dove c'è un principe protestante".
In quel momento, i Cattolici accettavano, sia pure per lo stato di necessità, di diventare "una religione"- fra le mille possibili - anziché LA Fede, che comporta anche una struttura religiosa

Anonimo ha detto...

Caro Andrea,non so se lei abbia letto articoli che informano della situazione tragica in cui vertono le comunità cristiane in vari paesi medio-orientali,faccio l'esempio di Cipro,dove,nella parte dominata dalla Turchia,i cristiani sono stati cacciati con la forza,la chiese distrutte o trasformate ipso facto in moschee,dove in altri paesi è proibito indossare abiti che riconducano alla fede di appartenenza che non sia quella islamica,paesi dove non esiste altra legge che quella coranica e dove chi non dico si ribella,ma vorrebbe poter partecipare a cerimonie religiose,rischia la vita,quindi non è assolutamente possibile avere strutture religiose,come lei giustamente annota.E'ora di finirla con gli inutili tentativi di dialoghi con i mussulmani,loro puntano solo alla distruzione anche fisica di tutti quelli che non si assoggettano alla shaaria,il Corano è precisissimo a riguardo,perciò è meglio svegliarsi o forse è già troppo tardi.Sempre con stima. GR2

Andrea ha detto...

Grazie, caro GR2.

Mi limito ad aggiungere due note:

1- la struttura mentale e, purtroppo, pratica della "pulizia etnica" (praticata dai musulmani anche in Europa, ad es. a Sarajevo) è direttamente collegata a un concetto di occupazione territoriale a valanga, che essi hanno sempre praticato. Vivono infatti come massa, e non come persone singolarmente responsabili (verso Dio)
2- malgrado questa tragica realtà, la situazione contemporanea è diversa, perché strettamente voluta e gestita dalla Massoneria. Il caso "di scuola" è quello della Turchia, nel passaggio dall'Impero alla Repubblica "laica".
Fino a pochi decenni fa, la situazione dell'ambito arabo-musulmano era molto migliore di quella odierna, con molti casi di normalissima convivenza (senza alcun eclettismo!) fra Cristiani e Musulmani.
In particolare è stato l'insediamento e l'azione degli Ebrei in Medio Oriente a destabilizzare una situazione che era fragile, ma spesso ampiamente vivibile.

Cordialità