Padre Lombardi: il Papa in Libano, atto di grande coraggio e speranza
Il Libano ha annunciato che sabato 15 settembre sarà festa nazionale nel Paese in occasione della visita di Benedetto XVI: questo per permettere alla popolazione di poter incontrare il Papa che inizierà il suo viaggio il giorno prima. Grandi le attese per questo evento. Ascoltiamo in proposito la riflessione del nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il Settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:
L’ormai imminente viaggio del Papa in Libano è universalmente considerato un atto di grande coraggio e di speranza. Benedetto XVI pubblicherà un documento programmatico di importanza fondamentale per la vita e la missione della Chiesa cattolica nell’area del Medio Oriente, per il suo servizio di testimonianza del Vangelo e per il suo ruolo di promotrice di dialogo e di pace. La scelta della meta del viaggio, il Libano, dove le comunità cattoliche sono particolarmente numerose, era stata compiuta prima che la situazione in Siria degenerasse in conflitto aperto e sanguinoso. Ora, ciò non mette in questione il viaggio stesso, ma indubbiamente ne caratterizza un contesto in cui molti dei problemi affrontati due anni fa dall’assemblea del Sinodo del Medio Oriente non appaiono indirizzati a soluzione, ma ulteriormente acuiti. Convivenza fra i vari gruppi confessionali e religiosi, dialogo con l’islam e l’ebraismo, spinta dei cristiani verso l’emigrazione, libertà religiosa e democrazia. Del resto, tutto il movimento della cosiddetta “primavera araba” non era ancora esploso quando i Vescovi del Medio Oriente erano riuniti a Roma. Se il contesto è quindi profondamente diverso da allora, l’urgenza dell’impegno della Chiesa nell’area non può che diventare maggiore, anche se forse ancora più difficile, e la presenza ispiratrice e orientatrice del Papa diventa assolutamente preziosa e desiderata ancor più intensamente. I cattolici, i cristiani, pur essendo minoranza nella regione, possono e devono dare un contributo di testimonianza di pace e di promozione di dialogo sofferto e vissuto. Non solo alle popolazioni e ai gruppi religiosi molteplici del Medio Oriente, ma anche alla comunità internazionale, a un mondo che sembra ostinarsi a non rendersi conto di quanto le tensioni e le ambizioni geopolitiche globali si riflettano tragicamente anche nei conflitti dell’area. Benedetto XVI alzerà un grido inerme di speranza e di desiderio di pace per l’intera regione. Speriamo che venga ascoltato.
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