Nella interessata e selettiva comunicazione alla moda si segnala con ammirazione l’indignazione di Martini, guardandosi bene dall’apparentarla al più forte grido di Ratzinger contro “la sporcizia nella Chiesa” (Baiocchi)

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Esco di nuovo dal silenzio perche' Baiocchi (che ringrazio!) ha toccato una delle pietre miliari del Pontificato di Papa Benedetto, la lotta alla sporcizia nella Chiesa. Si tratta di una delle ragioni di vita del blog e quindi non posso non parlarne.
Nei giorni scorsi anche alcuni amici hanno segnalato proprio questa incolmabile contraddizione: si esalta Martini vedendolo come l'alfiere delle strigliate alla Chiesa, ma ci si guarda bene dal ricordare l'urlo, ben piu' forte e rivoluzionario, del card. Ratzinger contro la sporcizia. 
Nel 2005 ben pochi esaltarono le parole di Joseph Ratzinger alla Via Crucis in mondovisione. Anzi! Per alcuni commentatori egli era "esagerato" e in un certo senso aveva guastato l'idea di chiesa trionfante allora imperante. Non mi sembra di ricordare voci cardinalizie accorse a sostegno dell'allora collega Ratzinger. 
Forse perche' all'epoca mostrarsi davvero (e non mediaticamente) "controcorrente" non pagava. In questi giorni, invece, i media si precipitano ad esaltare un'intervista postuma che, proprio perche' pubblicata dopo la morte di un uomo, lascia aperti tanti interrogativi. Ha ragione Socci quando afferma che e' il Papa il vero rivoluzionario nella Chiesa perche' non si e' limitato a parlare ma ha agito, spesso in perfetta solitudine. 
Come nel 2010 quando i media, sofferenti di amnesia rispetto alle parole pronunciate nel 2005 dal futuro Papa e incuranti del lavoro fatto nei cinque anni successivi, non esitarono un attimo a scagliarsi contro colui che invece avrebbero dovuto appoggiare usando il metro di questi giorni. 
E dov'era la gerarchia ecclesiastica mentre il mondo mediatico attaccava il Papa? In silenzio! Non ho sentito voci cardinalizie di peso (se non O'Malley, Scola e Schönborn). Ecco! Cerchiamo di riportare tutto alla giusta dimensione. Condivido l'ultima frase del commento di Baiocchi.
R.