giovedì 13 settembre 2012
Il Papa, messaggero di speranza. Chiesa copta di Egitto: provvidenziale la visita in un Medio Oriente in tensione (Sir)
Messaggero di speranza
Chiesa copta di Egitto: provvidenziale la visita in un Medio Oriente in tensione
“La visita del Papa in Libano arriva in un momento di crisi e tensione in Egitto, Siria, Libia e potrebbe provvidenzialmente contribuire a calmare le acque e aiutare le persone a superare le tensioni. Benedetto XVI, infonderà speranza e ribadirà che i cristiani sono costruttori di pace che rispondono con l’amore alla violenza”. È la convinzione di mons. Antonios Aziz Mina, vescovo di Guizeh dei copti, alla vigilia del viaggio apostolico del Papa in Libano.
Trovare vie migliori. Proteste sono in corso al Cairo e in altre città egiziane per manifestare contro il film, “L’innocenza dei musulmani”, del regista californiano Sam Bacile, che accusa Maometto di essere un impostore, lo descrive come un capo banda esaltato che invoca massacri. Il trailer del film, postato su Youtube già a luglio, dura 14 minuti, si apre, tra l’altro, con una scena che mostra una folla di islamici integralisti che attacca e incendia un negozio di una famiglia cristiana. Il film sta infiammando le folle di diversi Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa. A Bengasi, in Libia, è stato assaltato il consolato Usa in cui sono morti quattro americani, fra cui l’ambasciatore Christopher Stevens. A Sanaa, Yemen, la polizia ha sparato colpi in aria per disperdere la folla. In Nigeria, Indonesia e Malesia si rafforzano le misure di sicurezza nei confronti dei cittadini americani. Il tutto mentre domani Benedetto XVI partirà per il Libano (14-16 settembre) dove firmerà e consegnerà l’Esortazione post sinodale dell’Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei vescovi, che ha avuto luogo in Vaticano nell’ottobre 2010. A seguito dell’attentato al consolato americano in Libia, padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha fermamente condannato l’attacco. “Nulla - ha detto il portavoce della Santa Sede - può giustificare l’attività delle organizzazioni terroristiche e la violenza omicida. Insieme al dolore, alla partecipazione e alla preghiera per le vittime, si rinnova l’auspicio che nonostante questo nuovo tragico evento la comunità internazionale riesca a trovare le vie migliori per continuare il suo impegno per favorire la pace in Libia e nell’intero Medio Oriente”.
Un’offesa condivisa. “Ci sono manifestazioni antiamericane in queste ore al Cairo e in altre città egiziane - confermano al Sir fonti della locale Chiesa copto-cattolica - ma niente farebbe pensare a un epilogo drammatico come a Bengasi. Il presidente Morsi si è impegnato a difendere le ambasciate, laddove fosse necessario, come anche a far rispettare la libertà di manifestare. Ieri copto-cattolici e copto-ortodossi hanno emesso un comunicato in arabo e condannato in televisione il film, offensivo, che non rispetta la sensibilità religiosa di milioni di fedeli islamici. Vogliamo sperare che il lungometraggio non venga preso come spunto da fazioni integraliste musulmane per attacchi ai cristiani. Spesso, infatti, i cristiani mediorientali vengono assimilati all’Occidente e per questo presi di mira. Al momento, tuttavia, non abbiamo sentore di questo rischio”. “Va detto anche - aggiunge la fonte - che i cristiani si sono sentiti offesi da questo film e stanno unendo la loro voce a quella dei musulmani”. Conferme in tal senso arrivano anche da padre Rafic Greiche, responsabile della comunicazione per la Chiesa cattolica egiziana che parla di “situazione tesa intorno all’Ambasciata Usa, che è vicina a Piazza Tahrir. Tra i dimostranti ci sono pure molti cristiani. Anche su Facebook e sua altri social media, cristiani e musulmani sono uniti nella protesta”. La solidarietà dei cristiani ai musulmani nasce dal fatto che in passato Cristo, il Papa e la Vergine Maria sono stati rappresentati in modo volgare e irrispettoso in spettacoli televisivi o in pubblicità. “La speranza - affermano dalla Chiesa copto-cattolica - che Benedetto XVI dal Libano lanci parole di speranza, di conforto e che aiutino a svelenire questo clima di grave tensione”.
Parole di speranza. “La visita del Papa in Libano - dichiara al Sir il vescovo di Guizeh dei copti - arriva in un momento di crisi e tensione in Egitto, Siria, Libia e potrebbe provvidenzialmente contribuire a calmare le acque e aiutare le persone a superare le tensioni. Benedetto XVI ribadirà che i cristiani sono dei costruttori di pace che rispondono con l’amore alla violenza”. Mons. Mina, tuttavia, non esita a definire “ignoranza” quanto sta accadendo in queste ore in diverse zone dell’Egitto dove proteste e violenze stanno prendendo di mira ambasciate Usa. “Purtroppo la gente non sa che ogni ambasciata è zona extraterritoriale all’interno del proprio Paese e il Paese ospitante ha il dovere di difenderla da attacchi di ogni tipo. È necessario che cristiani e musulmani lottino insieme contro questa ignoranza e contribuiscano a calmare gli animi dei più esagitati”. Netta anche la condanna del film: “Non siamo di fronte alla libertà di opinione ma a un’offesa bella e chiara. Nessuno deve permettersi di offendere la sensibilità religiosa altrui. La mentalità di un certo mondo occidentale non presta attenzione a ciò e in nome di una supposta libertà di espressione ritiene di poter dire qualsiasi cosa senza badare a ciò che altri pensano e credono, senza prestare un minimo rispetto”. Per mons. Mina, “mai come in questo tempo è importante rinsaldare il dialogo a tutti i livelli. Proprio ieri il vescovo copto-ortodosso incaricato dalla sua Chiesa di seguire i lavori della Commissione che sta redigendo la nuova Costituzione, ha dichiarato, in tv, che mai come adesso persone, diverse per fede religiosa, per idee politiche, per etnia, stanno dialogando insieme per trovare punti di accordo. Importante è conoscersi e parlare, la convivenza verrà naturalmente”.
© Copyright Sir
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