martedì 11 settembre 2012

Joseph Ratzinger ed il contrasto alla pedofilia: una lotta sempre coerente fin dal 1988 (Izzo)



Ringrazio davvero di cuore Salvatore Izzo!
R.

PEDOFILIA: AMICI DI RATZINGER, DALL'88 UNA LOTTA SEMPRE COERENTE 


Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 set.

Joseph Ratzinger non ha mai favorito l'insabbiamento dei processi a carico di ecclesiastici accusati di abusi sessuali. E' quanto emerge da una puntuale ricostruzione diffusa oggi dal blog degli "Amici di Papa Ratzinger" in risposta alle affermazioni di segno opposto contenute nella recensione del documentario "Mea maxima culpa" pubblicata da un quotidiano romano.
Gia' nel lontano 1988, infatti, il cardinale Ratzinger intui' la gravita' e l'estensione di certi comportamenti chiedendo prima una revisione delle norme penali, anche in via interpretativa, e poi ottenendo il riconoscimento della competenza esclusiva della Congregazione per la dottrina della fede in materia di delitti piu' gravi elencati tassativamente, purtroppo solo nel 2001.
Tre lettere pubblicate dall'Osservatore Romano consentono infatti di tracciare un percorso che parte dal 1988 ed arriva al 2010 con una coerenza granitica.
All'epoca alla Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) e' riservato il giudizio sulle "richieste di dispensa dagli oneri sacerdotali assunti con l'ordinazione". Il cardinale Ratzinger, con lettera del 19 febbraio 1988, scrive al cardinale Jose' Rosali­o Castillo Lara, presidente della Pontificia Commissione per l'Interpretazione autentica del Codice di Diritto Canonico e denuncia il fatto che la CDF "nell'esaminare le petizioni di dispensa dagli oneri sacerdotali, incontra casi di sacerdoti che, durante l'esercizio del loro ministero, si sono resi colpevoli di gravi e scandalosi comportamenti, per i quali il codex , previa apposita procedura, prevede l'irrogazione di determinate pene, non esclusa la riduzione allo stato laicale". Il cardinale Ratzinger - spiega il blog - chiede un parere tecnico-giuridico al suo collega per verificare se sia possibile "prevedere, in casi determinati, una procedura piu' rapida e semplificata", ovviamente per la concessione delle dispense. Lamenta cosi'implicitamente il fatto che la dispensa venga considerata una "grazia" e non una "punizione" compromettendo cosi' il bene dei fedeli in presenza di eventi delittuosi gravi.
Evidentemente la lettera del cardinale Ratzinger presuppone che la responsabilita' giuridica in materia penale ricada sugli Ordinari o sui superiori religiosi, come risulta dal Codice di Diritto Canonico. E questo consente di capire il cosiddetto "caso" Kiesle, nel quale era il reo a chiedere la dispensa, che e' cosa ben diversa dalla riduzione allo stato laicale, che e' imposta e quindi ha carattere punitivo. Il cardinale Ratzinger voleva effettivamente accelerare la procedura ma c'erano comunque delle difficolta' indipendenti dalla sua volonta': all'epoca, per decisiooen di Giovanni Paolo II, non era facile Ridurre allo stato laicale prima dei 40 anni. Il cardinale Castillo Lara risponde con lettera del 10 marzo 1988 affermando di comprendere "la preoccupazione del cardinale Ratzinger per il fatto che gli Ordinari interessati non abbiano esercitato prima la loro potesta' giudiziaria per punire adeguatamente, anche a tutela del bene comune dei fedeli, tali delitti", ma afferma che "cercare di semplificare ulteriormente la procedura giudiziaria per infliggere o dichiarare sanzioni tanto gravi come la dimissione dallo stato clericale, non sembra affatto conveniente". I motivi addotti sono prettamente giuridici: accelerare la procedura significava, secondo il porporato salesiano, pregiudicare il diritto di difesa. Il 14 maggio 1988, come e' nel suo stile, il cardinale Ratzinger risponde ringraziando il suo collega per il chiarimento, ma non si arrende e torna alla carica ma con argomenti diversi. Lascia perdere il codice di diritto canonico e fa leva sulla costituzione apostolica Pastor bonus, il cui art. 52 cosi' recita: La Cdf "giudica i delitti contro la fede e i delitti piu' gravi commessi sia contro la morale sia nella celebrazione dei sacramenti, che vengano ad essa segnalati e, all'occorrenza, procede a dichiarare o ad infliggere le sanzioni canoniche a norma del diritto, sia comune che proprio".
Secondo il futuro Benedetto XVI ancora pero' non ci siamo perche' la costituzione non elenca quali sono i delitti piu' gravi. La norma resta quindi sostanzialmente inapplicata come una cornice sprovvista del contenuto.
Serve un elenco tassativo perche' stiamo parlando di norme penali. Occorreva, in altre parole, rendere effettivo l'art. 52 appena citato. Finalmente, nel 2001, Papa Giovanni Paolo II riempiva il vuoto normativo assegnando alla CdF la competenza esclusiva sui delitti piu' gravi. Cio' avvenne con il motu proprio "Sacramentorum sanctitatis tutela" del 2001. Contestualmente veniva promulgata la lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede "Ad exsequendam ecclesiasticam legem", nota come "De delictis gravioribus". Finalmente - cioe'- nel 2001 il cardinale Ratzinger vide soddisfatta la richiesta del 1988. Nel 2003 vengono elaborate le prime linee guida antipedofilia, con regolamento interno al Dicastero della Congregazione per la Fede, rese note al pubblico solo nel 2010. Ed e' per sollecitare una presa di coscienza la famosissima meditazione del cardinale Ratzinger sulla "sporcizia nella Chiesa" durante la Via Crucis del 2005:i sapeva perfettamente di che cosa stava parlando.
Una volta eletto Papa, Joseph Ratzinger non ha certo interrotto ma, anzi, ha intensificato la sua attivita' di pulizia e di purificazione. Nel 2006 incontra i vescovi irlandesi e pronuncia un durissimo discorso. E gia' nel settembre 2007 Papa Benedetto XVI ha conferito mandato al Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi di elaborare una bozza con alcune proposte per la riforma del libro sesto del Codex iuris canonici, base del sistema penale della Chiesa. Il resto e' storia dei nostri giorni: gli incontri commoventi con le vittime, gli interventi reiterati nei discorsi ai vescovi dei vari paesi interessati al fenomeno, le nuove severissime linee guida, la Lettera ai cattolici dell'Irlanda, le visite apostoliche alle diocesi e seminari irlandesi e il commissariamento dei Legionari di Cristo.

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