Irlanda: nel rapporto per la protezione dell'infanzia, progressi sulle direttive contro gli abusi
Le diocesi e gli ordini religiosi irlandesi continuano a compiere importanti progressi nell’attuazione delle linee guida della Commissione nazionale per la protezione dell’infanzia nella Chiesa cattolica in Irlanda (National Board for Safeguarding Children in the Catholic Church in Ireland (Nbsccc), anche se in alcuni casi si rilevano ancora significative inadempienze. È quanto emerge dall’ultimo rapporto annuale pubblicato dall’organismo voluto dai vescovi del Paese per contrastare il turpe fenomeno degli abusi sui minori commessi all’interno delle istituzioni religiose. Il rapporto, reso noto mercoledì, completa quello pubblicato nel 2011 con le relazioni delle diocesi di Cork e Ross, Limerick, Clonfert, Klindare e Leighlin e per la prima volta di tre ordini religiosi: quello degli Spiritani, dei Missionari del Sacro Cuore e dei Domenicani. Per quanto riguarda le cinque diocesi esaminate, la Commissione ha registrato in tutto 154 denunce contro 80 sacerdoti, mentre nelle tre congregazioni religiose ne sono state recensite complessivamente 255 contro 91 religiosi. La maggior parte riguarda fatti avvenuti tra gli anni Sessanta e Settanta, mentre il più recente risale al 2012. I rapporti - evidenzia il presidente della Nbsccc Ian Elliot - mostrano che le direttive della Chiesa per la tutela dell’infanzia non sono state pienamente applicate da tutti i soggetti presi in esame, anche se ci sono “numerosi esempi di pratiche eccellenti”. Particolarmente positivo il giudizio sui Domenicani per il senso di responsabilità e l’impegno a migliorare le proprie pratiche contro gli abusi dimostrati dall’attuale leadership dell’Ordine.
La Commissione evidenzia, peraltro, carenze nell’applicazione delle procedure canoniche. Lacune rilevate anche nelle altre due congregazioni religiose oggetto della verifica che non hanno rispettato l’obbligo di sottoporre i casi denunciati alla Congregazione per la Dottrina della Fede.
I Missionari del Sacro Cuore inoltre non hanno riportato le denunce alle autorità civili. In altri casi, le denunce sono state riportate “con molto ritardo”. Il presidente della Nbsccc esprime comunque apprezzamento per la generale volontà di trasparenza e di cambiamento dimostrata da tutti i soggetti esaminati. Commentando i dati i vescovi e i provinciali religiosi interessati hanno ammesso le gravi colpe e omissioni del passato e chiesto nuovamente perdono alle vittime. Intanto la Nbsccc continua il suo giro di verifiche che dovrebbe concludersi tra due anni. Finora sono state passate in rassegna 10 diocesi su un totale di 26, mentre mancano ancora 159 congregazioni religiose e società missionarie. (A cura di Lisa Zengarini)
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