Il rettore del Santuario di Harissa: la Vergine Maria, simbolo dell'unità tra cristiani e musulmani
Oggi pomeriggio, dunque, il Papa firmerà l’Esortazione apostolica post-sinodale per il Medio Oriente nella Basilica greco-melkita di St. Paul sulla collina di Harissa. Un luogo, questo, particolarmente simbolico dove sorge il Santuario di Nostra Signora del Libano, il più importante santuario mariano del Medio Oriente. Il nostro inviato Alessandro Gisotti ha intervistato il rettore del Santuario, padre Khalil Alwan:
R. – E’ un santuario nazionale e internazionale, perché i libanesi che venerano la Vergine Maria – sia cristiani che musulmani – hanno portato la nostra Signora del Libano ovunque sono andati all’estero. Abbiamo, infatti, all’estero 35 chiese con il nome di Nostra Signora del Libano. Il Santuario fu fondato nel 1908, in occasione dell’apparizione della Vergine Maria a Bernadette di Lourdes. Hanno scelto questa collina, al centro del Libano.
D. – Harissa è un luogo caro, non solo ai cristiani, ma anche ai musulmani del Libano...
R. – Sì, due anni fa è stato dichiarato festa nazionale il giorno dell’Annunciazione alla Vergine. Tutto il Paese, dunque, festeggia il 25 marzo. Questa figura santa della Vergine Maria è un simbolo dell’unità dei cristiani e dei musulmani. Il Santuario si trova accanto alla Nunziatura apostolica, dove il Santo Padre alloggerà.
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1 commento:
"Unità" è semplicemente una menzogna.
È vero però che c'è un legame misterioso, certamente provvidenziale, fra la S.Vergine e i Musulmani.
Basta considerare che Lourdes era un caposaldo militare musulmano, che capitolò davanti a una statua della Vergine Maria (se ben ricordo il racconto che ne fece Messori qualche tempo fa);
che Fatima era una principessa musulmana che si convertì a Cristo, e il cui nome fu dato alla località portoghese;
che la Madonna apparve al Cairo (Zeitoun), fra il 1968 e il 1971, a migliaia di persone, in maggioranza musulmane
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