PAPA: VESCOVI SIANO PRIMA DI TUTTO DEI TESTIMONI CREDIBILI
Salvatore Izzo
(AGI) - Castel Gandolfo, 20 set.
"La fede chiede testimoni credibili". Benedetto XVI lo ha ricordato oggi ai vescovi di nuova nomina che partecipano a un corso di aggiornamento promosso dalle competenti congregazioni vaticane. Dovere di ogni vescovo, ha spiegato, e' accompagnare "il cammino dei credenti offrendo l'esempio di una vita vissuta nell'abbandono fiducioso in Dio. Egli, pertanto, per essere autorevole maestro e araldo della fede, deve vivere alla presenza del Signore, quale uomo di Dio".
Secondo il Papa, "non si puo' essere, infatti, al servizio degli uomini, senza essere prima servi di Dio". "Il vostro personale impegno di santita' - ha raccomandato ai giovani presuli - vi veda assimilare ogni giorno la Parola di Dio nella preghiera e nutrirvi dell'Eucaristia, per attingere da questa duplice mensa la linfa vitale per il ministero". In particolare il Pontefice ha chiesto ai vescovi di essere un sostegno per i sacerdoti in difficolta'. "La carita' - ha detto - vi spinga ad essere vicini ai vostri sacerdoti, con quell'amore paterno che sa sostenere, incoraggiare e perdonare; essi sono i vostri primi e preziosi collaboratori nel portare Dio agli uomini e gli uomini a Dio". Attenzione deve essere data dal vescovo anche ai seminaristi, "preoccupandosi che siano formati umanamente, spiritualmente, teologicamente e pastoralmente, affinche' le comunita' possano avere Pastori maturi e gioiosi e guide sicure nella fede". "Ugualmente - ha concluso Papa Ratzinger sempre rivolto ai vescovi di prima nomina - la carita' del Buon Pastore vi fara' attenti ai poveri e ai sofferenti, per sostenerli e consolarli, come anche per orientare coloro che hanno perduto il senso della vita. Siate particolarmente vicini alle famiglie: ai genitori, aiutandoli ad essere i primi educatori della fede dei loro figli; ai ragazzi e ai giovani, perche' possano costruire la loro vita sulla salda roccia dell'amicizia con Cristo".
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PAPA: NUOVA EVANGELIZZAZIONE NASCE DAL CONCILIO VATICANO II
Salvatore Izzo
(AGI) - Castel Gandolfo, 20 set.
"La nuova evangelizzazione e' iniziata proprio con il Concilio, che Giovanni XXIII vedeva come una nuova Pentecoste che avrebbe fatto fiorire la Chiesa nella sua interiore ricchezza e nel suo estendersi maternamente verso tutti i campi dell'umana attivita'".
Lo ha affermato oggi Benedetto XVI in un discorso rivolto ai giovani vescovi che partecipano a un corso di aggiornamento promosso dalle competenti congregazioni vaticane. Secondo il Papa, "gli effetti di quella nuova Pentecoste, nonostante le difficolta' dei tempi, si sono prolungati, raggiungendo la vita della Chiesa in ogni sua espressione".
In proposito il Pontefice ha ricordato le diverse dimensioni ecclesiali: da quella istituzionale a quella spirituale, dalla partecipazione dei fedeli laici nella Chiesa alla fioritura carismatica e di santita'. "A questo riguardo - ha aggiunto - non possiamo non pensare allo stesso Beato Giovanni XXIII e al Beato Giovanni Paolo II, a tante figure di vescovi, sacerdoti, consacrati e di laici, che hanno reso bello il volto della Chiesa nel nostro tempo. Questa eredita' e' stata affidata anche alla vostra cura pastorale". "Attingete - ha esortato Papa Ratzinger rivolto ai giovani vescovi - da questo patrimonio di dottrina, di spiritualita' e di santita' per formare nella fede i vostri fedeli, affinche' la loro testimonianza sia piu' credibile". Nel suo discorso, il Papa teolgo ha poi definito "fondamentale il Catechismo della Chiesa Cattolica, norma sicura per l'insegnamento della fede e la comunione nell'unico credo". "La realta' in cui viviamo - ha spiegato - esige che il cristiano abbia una solida formazion Vi incoraggio, percio', ad impegnarvi affinche' a tutti, secondo le diverse eta' e condizioni di vita, siano presentati i contenuti essenziali della fede, in forma sistematica ed organica, per rispondere anche agli interrogativi che pone il nostro mondo tecnologico e globalizzato".
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RUINI: MARTINI AVEVA RAGIONE,CHIESA IN RITARDO MA CONCILIO AVANTI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 20 set.
C'e' "una parte di verita'" nell'affermazione del cardinale Carlo Maria Martini sul ritardo della Chiesa. Lo afferma l'ex presidente della Cei, cardinale Camillo Ruini, ai microfoni della Radio Vaticana. Tale "parte di verita' - spiega il porporato e' stata evidenziata dal Concilio Vaticano II" che pero' e' avanti sui tempi.
Secondo Ruini, il Concilio infatti "ha inteso rimediare e nella sostanza ha rimediato, a questo ritardo e che possiamo interpretare cosi': alla fine del Rinascimento, con la nascita delle scienze moderne e anche con la frattura religiosa tra cattolici e protestanti in Europa, per varie ragioni, la Chiesa ha faticato a tenere il passo con i tempi che cambiavano e si e' creato un atteggiamento antimoderno nella Chiesa, per cui cio' che era moderno era visto come negativo".
"Il Concilio Vaticano II - sottolinea Ruini - non per caso, ma dopo tutta la preparazione che c'era stata, ha modificato radicalmente questo giudizio, dicendo che la Chiesa e' mandata ad ogni tempo e la Chiesa deve rispondere alle domande e alle esigenze di ogni tempo". "E questa - conclude Ruini - e' una sfida anche oggi".
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