GERMANIA: VESCOVI AMMONISCONO CHI SI CANCELLA DA CHIESA
Salvatore Izzo
(AGI) - Berlino, 20 set.
La Conferenza Episcopale Tedesca ha pubblicato oggi un Decreto, approvato dalla Santa Sede, in cui si chiarisce che quanti tra i fedeli dichiarano all'anagrafe civile di non appartenere piu' alla Chiesa cattolica non potranno piu' partecipare in modo attivo alla vita della comunita' ecclesiale e quindi alla vita sacramentale. Il nuovo Decreto, valido per la Germania, ribadisce che non si potra' piu' fare la distinzione tra appartenenza civile e appartenenza spirituale alla Chiesa Cattolica.
In Germania il fedele di ogni comunita' risulta iscritto all'anagrafe come appartenente ad una data confessione religiosa. Questa iscrizione comporta un contributo per il sostegno economico di quella Chiesa. "Coloro che chiederanno di essere cancellati come cattolici dall'anagrafe - spiega la Radio Vaticana - riceveranno una lettera dal parroco della loro zona.
Si chiedera' loro un incontro e un colloquio. Si cerchera' di capire in questo dialogo le motivazioni che hanno indotto a una tale decisione.
Si spieghera' anche quali saranno le conseguenze collegate alla fuoriuscita. Ovviamente, i sacerdoti cercheranno di far cambiare idea a queste persone, così da poter loro dare la possibilità di partecipare alla vita della Chiesa, con annessi i doveri".
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10 commenti:
Un provvedimento rigoroso, ma coerente, forse, controcorrente per i tempi attuali, in cui tutto è annacquato e isacramenti is chiedon senza consapevolezza, solo per tradizione o altri motivi futili
@Laura
coerente???
Secondo te è coerente al Vangelo che i vescovi tedeschi non escludano dalla S. Comunione chi vive rapporti omosessuali dichiarati, chi è divorziato e risposato, chi appoggia movimenti che vanno contro il Magistero, ma guai se non pagano la tassa ecclesiastica?
Questo è quello che ha predicato il Cristo?
E mi domando come Benedetto XVI abbia fatto ad approvare uno scandalo del genere!
Bisogna vedere se l'ha approvato il Papa...
R.
Raffaella
secondo te il Papa non ne sa nulla?
http://kath.net/detail.php?id=38167
Chi non pagherà la tassa:
1. non potrà più ricevere i sacramenti della confessione, l´Eucarestia, la confermazione e l´unzione degli infermi (eccetto che in pericolo di vita)
2. non rivestire alcun ufficio nella chiesa
3. non può fare da padrino
4. non può far parte dei consigli parrocchiali e diocesani
5. perde il diritto di voto attivo e passivo nella Chiesa
6. non può far parte di alcuna associazione pubblica legata alla Chiesa
Mi sconvolge che non si possa accedere ai sacramenti se non si paga la tassa!
Eppure Gesù aveva detto: "gratis avete ricevuto, gratis date" (Mat. 10:8)
Strano che chiunque critichi il magistero, firmi manifesti per il sacerdozio alle donne, la comunione ai divorziati risposati, l´apertura alle unioni omosessuali ecc. ecc. non venga escluso dai sacramenti.
L´importante è PAGARE!
Dire che la mia delusione è profonda è usare un eufemismo!
Bisogna vedere come funziona la tassazione:
probabilmente è proporzionale al reddito
e non una tassa fissa; d'altra parte, chi è povero, però è iscritto come cattolico io penso che sicuramente non sarà gravato della tassa, nel momento della mancanza di reddito.
Il colloquio previsto prima dell'esclusione accerterà senz'altro anche questo.
Forse sarebbe ora di finirla col ritornello benaltrista per cui non si può fare niente perché allora quegli altri etc. etc.
Provvedimenti come la privazione di una cattedra, la sospensione a divinis, la dismissione dallo stato clericale e simili sono continuamente presi dalla Santa Sede nei confronti di chi fa propaganda di dottrine eretiche o viola gravemente la disciplina ecclesiastica. Non è vero che sia consentita la comunione ai divorziati risposati o alle coppie omosessuali dichiarate, è vero il contrario.
Per curiosità aggiornatevi ogni tanto sulle attività della Congregazione per la dottrina della fede:
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/doc_dis_index_it.htm
Può darsi che si debba fare più spesso, e sarà vero che certe conferenze episcopali dovranno meglio orientarsi, ma basta con questa fissazione da novelli inquisitori!
Qualcuno ha letto questo decreto? Non penso proprio che un cattolico tedesco sarà mai escluso dai sacramento SOLO perché non vuole essere "tassato" per la sua appartenenza anagrafica alla Chiesa cattolica; se lo sarà è perché la cancellazione anagrafica consegue all'abbandono della fede, cioè all'apostasia. Altrimenti il Vescovo che cosa lo convoca a fare?
Pronto a ricredermi se i contenuti reali del decreto fossero quelli che state immaginando (e quindi un credente cattolico potrà essere escluso dai sacramenti per il solo fatto di non veler pagare la tassa).
Sono pienamente d'accordo con Laura!
Può scandalizzarsi solo chi non ha capito la ratio del provvedimento e, dalla virulenza della reazione, mi pare di riconoscere lo stile di uno che ha lasciato il blog vario tempo fa sbattendo la porta. Chi si cancella dichiara di non essere più cattolico! Ma alcuni, a quanto pare, continuano a ricevere i sacramenti e via discorrendo, del tutto arbitrariamente. Infatti, adesso chi vuole cancellarsi avrà prima un colloquio chiarificatore sulle reali motivazioni.
Chi si scandalizza è totalmente fuori strada e ridicolo.
Alessia
Certamente non ci si deve scandalizzare. Questo atto può essere il segno di una rinnovata consapevolezza di cosa significhi essere membro vivo della Chiesa. Però il sospetto che ci siano dietro ragioni di tipo pecuniario rimane. Il tono duro, di per sé giusto, viene applicato non di rado in casi dove c'è dietro una problematica di tipo economico: vedi i pronunciamenti di Bagnasco sulle tasse. Raramente lo si usa per difendere il Papa, o in casi in cui sono coinvolti liturgia e dottrina (a parte il Papa, ovviamente).
Anch'io, prima di esprimermi, vorrei leggere bene il decreto. Però mi pare di dissentire da quanti si sentono indignati per tale decisione. Non è da oggi che il problema esiste in Germania. Tante sonole persone che chiedono "lo sbattezzo"per non essere sottoposti al pagamento.Io dico che ogni Chiesa particolare sceglie il modo più appropriato per sopravvivere e il fedele ha un obbligo ben preciso di sovvenire alle necessità della Chiesa, questo è uno dei 5 precetti generali! Come ogni norma, anche questa soggiace ai requisiti della generalità e dell'astrattezza, per cui non si può regolamentare il particolare del povero. Chiaramente, però, l'anima della norma è l'equitas, pertanto sono certo che le situazioni particolari di coloro per oggettivamente non possono provvedere, non subiranno alcuna ripercussione dal mancato pagamento. Il diritto, anche e soprattutto nella Chiesa, è fondamentale per garantire la giustizia, e la carità cristiana, la somma legge, regolamenterà questa giustizia a tutela di ogni persona. La Chiesa ha un diritto nativo di acquistare, possedere, alienare e amministrare beni ecclesiastici e questo diritto riguarda altresì il giusto modo di finanziarsi per sopravvivere! La Chiesa è il Corpo di Cristo, ma è anche una comunità di persone con diritti precisi e altrettanti doveri
don Alessandro
A chi è scandalizzato dal decreto e cita Gesu Cristo io rispondo semplicemente che non volersi riconoscere cattolici e rifiutare la denominazione di "cattolico" corrisponde ad "apostasia" ...il diritto canonico è chiaro:Can. 1364 - §1. L'apostata, l'eretico e lo scismatico incorrono nella scomunica latae sententiae
Per tutti i nostalgici di quando la Chiesa era povera e non chiedeva "I DENARI " ai fedeli :
Pur di dichiararsi cristiani i fedeli si facevano ammazzare!Forse lo scandalo non è una Chiesa che prende provvedimenti...ma il popolo di Dio che rifiuta di definirsi cristiano e cattolico!
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