lunedì 17 settembre 2012

Beirut, l'appello di Benedetto XVI: "Cristiani testimoni di pace" (Rame)

Beirut, l'appello di Benedetto XVI: "Cristiani testimoni di pace"

Dal Papa messaggio di pace alla Messa a Beirut: "Servire la pace in un mondo dove la violenza non cessa è un'urgenza"

Sergio Rame

Almeno 350mila fedeli in preghiera alla Santa Messa nel City Center Waterfont di Beirut.
Tre lingue: francese, arabo e latino per per parlare ai libanesi e a tutti i mediorientali. Oltre trecento vescovi a cui il papa Benedetto XVI ha consegnato l’esortazione apostolica "Ecclesia in Medio Oriente" che conclude il sinodo svoltosi in Vaticano nel 2010. Il Pontefice ha sottolineato che "servire giustizia e pace in un mondo dove la violenza non cessa" è una "urgenza".
Celebrando l’unica Messa pubblica del suo 24esimo viaggio internazionale, nel City Center Waterfront di Beirut, costruito utilizzando le macerie della guerra civile che ha insanguinato il Libano e dopo la quale è nato l’attuale assetto istituzionale, che dà rappresentatività a tutte le componenti religiose ed etniche del Paese dei cedri, il Santo Padre ha pregato Dio di dare a questa regione, al Medio Oriente, dei servitori della pace e della riconciliazione perché "tutti possano vivere pacificamente e con dignità". "Questa - ha detto - è una testimonianza essenziale che i cristiani debbono dare qui, in collaborazione con tutte le persone di buona volontà". Proprio per questo, Benedetto XVI ci ha tenuto a ricordare che il servizio è un elemento costitutivo dell’identità dei discepoli di Cristo: "La vocazione della Chiesa e del cristiano è di servire, come il Signore stesso ha fatto, gratuitamente e per tutti, senza distinzione. Cos, servire la giustizia e la pace, in un mondo dove la violenza non cessa di estendere il suo corteo di morte e di distruzione, Š un’urgenza al fine di impegnarsi per una società fraterna, per costruire la comunione".
Durante la Santa Messa, il Pontefice ha quindi pregato il Signore di dare a questa regione del Medio Oriente "servitori della pace e della riconciliazione" affinché "tutti possano vivere pacificamente e con dignità". "È una testimonianza essenziale che i cristiani debbono dare qui, in collaborazione con tutte le persone di buona volontà", ha continuato il Papa invitando tutti i presenti a operare per la pace. "Il servizio  deve ancora essere al cuore della vita della comunità cristiana stessa - ha detto in un ulteriore passaggio - ciascun ministero, qualsiasi incarico nella Chiesa, sono prima di tutto un servizio di Dio e dei fratelli. È questo spirito che deve animare tutti i battezzati, gli uni verso gli altri, specialmente con un impegno effettivo accanto ai più poveri, agli emarginati, a quanti soffrono, affinch‚ sia preservata l’inalienabile dignità di ogni persona". Infine, il Papa ha sottolineato che la sofferenza non è mai vana: "Cristo si fa vicino a tutti coloro che soffrono. È presente accanto a voi. Possiate trovare sulla vostra strada fratelli e sorelle che manifestano concretamente la sua presenza amorevole che non può abbandonarvi".

© Copyright Il Giornale, 17 settembre 2012 consultabile online anche qui.

1 commento:

Andrea ha detto...

NO.
"Servire giustizia e pace", non "testimoniare la pace".

"Possa il Libano... offrire al mondo non solo la testimonianza dell’esistenza di Dio, primo tema del Sinodo trascorso, ma ugualmente quella della comunione tra gli uomini, secondo tema dello stesso Sinodo, qualunque sia la loro sensibilità politica, comunitaria e religiosa! "

Questa è la "testimonianza" che il Papa spera dal Libano, non certo quella della "Pace" come divinità senza volto